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Libri di Andrea Ghiringhelli

A occhio e croce. Appunti svizzeri

A occhio e croce. Appunti svizzeri

Saul Toppi

Libro: Libro in brossura

editore: Armando Dadò Editore

anno edizione: 2022

pagine: 200

L’adesione della Svizzera alle Nazioni Unite; un ghiacciolo sulla luna; oppure ancora: la bicicletta di Einstein; le api in città; i calzini dei politici. "A occhio e croce" è un quaderno di appunti; è uno sguardo personale su alcuni dettagli della Svizzera; è una raccolta di immagini scattate dall’autore durante il suo lavoro come giornalista a nord delle Alpi. Un libro fatto di piccole storie, di incontri, di ricordi e di qualche paradosso. «Tantissimi gli episodi: alcuni rispecchiano l’ufficialità della politica, altri descrivono minuscole realtà, altri testimoniano l’unicità di certi personaggi. Tutti ci aiutano a capire un paese, la Svizzera, che si regge sui contrasti: forse è proprio il paradosso la condizione della sua esistenza». (dalla prefazione di Andrea Ghiringhelli)
20,00

Politica senza. La regressione morale e civile della politica

Andrea Ghiringhelli

Libro: Copertina rigida

editore: Salvioni

anno edizione: 2018

pagine: 150

Il volume raccoglie una trentina di contributi pubblicati dal 2014 al 2018 su laRegione. Il titolo allude all'assenza di ciò che la buona politica dovrebbe avere. L'autore osserva il Ticino della politica e ne evidenzia disagi e storture: la crisi della democrazia e dei partiti, i populismi e le tentazioni illiberali, il trionfo della governance, l'indifferenza etica, i migranti e la politica senza umanità, il rapporto fra legalità e giustizia e tanto altro legato alla stretta attualità. A fare da collante l'indignazione di chi vede pericolosamente erosi i pilastri della democrazia liberale.
24,00 22,80

Fare il Ticino. Economia e società tra Otto e Novecento

Fare il Ticino. Economia e società tra Otto e Novecento

Orazio Martinetti

Libro: Libro in brossura

editore: Armando Dadò Editore

anno edizione: 2016

pagine: 176

Un cantone povero, abitato da agricoltori e allevatori, solcato da vie di comunicazione precarie; poche le scuole, rari gli opifici, ridotta all'osso l'amministrazione, quasi assente il sentimento di appartenere ad una patria comune. Berna è lontana, come pure lo spirito della Rigenerazione che avrebbe portato - dopo la prova di forza del Sonderbund - alla nascita dello Stato federale (Bundesstaat) del 1848. Solo l'avvento della ferrovia strappa il Ticino al suo plurisecolare isolamento. Di più: lo inserisce nella rete dei traffici nazionali ed internazionali, creando collegamenti tra il Nord e il Sud d'Europa, tra città e porti, tra bacini industriali e centri di villeggiatura. Nel contempo le rotaie dotano il cantone di una spina dorsale solida ed efficiente, costringendo comuni e distretti a collaborare dopo secoli di reciproca indifferenza. Con la "Gotthardbahn" arrivano però anche imprenditori, alti funzionari e nuove idee. Bellinzona, capitale stabile dal 1878, vede spuntare circoli e scuole di lingua tedesca. Capitalisti e albergatori scorgono nel turismo un settore promettente. Da Sud giungono invece gruppi di edili, scalpellini, operai, e con essi i temi dell'agitazione socialista e sindacale. Dopo i tumulti milanesi del 1898 cercano riparo in Ticino anche molti intellettuali inseguiti dai gendarmi del Regno. Tutto questo s'interrompe bruscamente con la prima guerra mondiale. Le privazioni imposte ai ceti popolari scatenano proteste e disordini a Lugano e a Bellinzona. Ma la notizia dello sciopero generale proclamato dal Comitato di Olten nel novembre del 1918 coglie militanti e maestranze di sorpresa: tanto che questa grande mobilitazione, per certi versi unica nella storia sociale e sindacale elvetica, non ebbe, a Sud delle Alpi, che una flebile eco, presto svanita. Prefazione di Andrea Ghiringhelli.
16,50

La trave nell'occhio. Alla ricerca della politica. Scritti 2018-2023

Andrea Ghiringhelli

Libro: Libro rilegato

editore: Salvioni

anno edizione: 2023

pagine: 231

«È lì da vedere: la democrazia liberale è aggredita dal peggio che, giorno dopo giorno, sta sgretolando quell’equilibrio di valori riassunto dalla gloriosa triade “liberté, égalité, fraternité”. Pure la carta universale dei diritti umani, del 1948, è a repentaglio. La manutenzione corretta della democrazia liberale ha bisogno di cittadini attivi e responsabili, consapevoli che il nostro sistema di valori va difeso con tenacia. Invece ci ritroviamo confrontati con apatia e indifferenza di troppa gente: quella che magari protesta ma poisi astiene, quella che tollera ogni forma di indecenza di tanti attori della scena politica che hanno depennato il dovere di vergognarsi, quella che giustifica le violazioni più crasse dei diritti umani quando si tratta di difendere confortevoli interessi di parte».
24,00 22,80

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