Libri di Bruno Trentin
Quello che ci ha fatto Mussolini
Paolo Treves
Libro: Libro in brossura
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 360
Una storia vera, come tante che in quegli anni vissero numerose famiglie italiane, raccontata in prima persona con lo stile di un romanzo e capace di coinvolgere e trasmettere emozioni personali e familiari, vissute dall’autore ma che testimoniano le tragiche condizioni di un’epoca nera che ha segnato indelebilmente la storia d’Italia. Scritto durante gli anni di internamento, insieme ad altri italiani, in un campo britannico, il libro fu pubblicato dapprima in lingua inglese, nel 1940, e solo alla fine della guerra nella sua versione originale in italiano. Questo volume ripropone l’edizione del 1996, promossa all’epoca dalla Fondazione di studi storici «Filippo Turati» e pubblicata da Piero Lacaita Editore, e si arricchisce della presentazione del figlio Claudio e di una nuova prefazione di Andrea Ricciardi, oltre a quella di Bruno Trentin che corredava il volume precedente.
La libertà viene prima. La libertà come posta in gioco nel conflitto sociale. Con pagine inedite dei Diari e altri scritti
Bruno Trentin
Libro: Copertina morbida
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2021
pagine: 292
La presente riedizione integra il volume del 2004 con una scelta di pagine inedite dai Diari e degli articoli pubblicati tra il 2000 e il 2006, anno in cui Trentin ebbe l'incidente da cui non riuscì a risollevarsi. In questo modo il lettore è introdotto nel 'laboratorio intellettuale' dell'autore che stava scrivendo "La libertà viene prima" e portato a conoscere una serie significativa di interventi in cui Trentin verifica e sviluppa i concetti presentati nell'opera, così da approfondirli e inquadrarli nella sua ricerca politica in una transnazionale. Presentazione di Iginio Ariemma. Postfazione di Giovanni Mari.
Autunno caldo. Il secondo biennio rosso (1968-1969). Intervista di Guido Liguori
Bruno Trentin
Libro: Libro in brossura
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2020
pagine: 176
Un protagonista delle lotte sindacali ripercorre una delle svolte cruciali della democrazia italiana: il biennio 1968-69, stagione di lotte studentesche e operaie, di crescita della democrazia in fabbrica e di messa in discussione del vecchio modo di essere della sinistra. E proprio in quegli anni che prese il via il lungo processo teso a cambiare l'identità stessa del movimento operaio organizzato: il passaggio da una critica «quantitativa» del capitalismo a una critica «qualitativa», nella quale confluirono filoni diversi della nostra cultura. Per la sinistra italiana — secondo Trentin — anche un'occasione persa, per la tendenza a sottovalutare il sociale o a ridurlo alle esigenze del politico. Introduzione di Maurizio Landini.
La città del lavoro. Sinistra e crisi del fordismo
Bruno Trentin
Libro
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2014
pagine: 326
"La città del lavoro" è un libro programma. Oggi il fordismo, con le sue grandi fabbriche, è in Italia e in Occidente al tramonto. Ma non è in crisi il taylorismo, che nel Novecento è stato accettato anche dal socialismo di Stato e dalla cultura di sinistra e comunista. Il lavoro continua, in larga parte, ad essere eterodiretto, ridotto a merce e a cosa, appendice e schiavo della tecnica, mentre la sinistra è incapace di dare una risposta adeguata ai neoliberismo, ai processi tecnologici e di globalizzazione in corso. Ripensare la sinistra significa porre al centro della politica il lavoro come diritto di cittadinanza costituzionale; e soprattutto affermare la democrazia e la libertà nel lavoro affinché la persona umana possa realizzare il proprio progetto di sapere e di vita.
Diario di guerra (Settembre-novembre 1943)
Bruno Trentin
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2008
pagine: 226
Una vecchia agenda in tela nera rimasta gelosamente celata per 65 anni tra le carte di Bruno Trentin. Talmente ben nascosta che neppure i familiari e gli amici più stretti ne sospettavano l'esistenza. Ora, inaspetttata, quell'agenda torna alla luce e si mostra in tutta la sua forza: un documento destinato a segnare il dibattito storico e la discussione sulla guerra di Liberazione. Quando Bruno Trentin scrisse questo "Journal de guerre" non aveva ancora diciassette anni. Era appena rientrato in Italia col padre Silvio, leader del Partito d'Azione, dalla Francia, dove la famiglia si era rifugiata in seguito alle leggi fascistissime del 1926. E in Francia Bruno era nato e aveva studiato, fino al momento in cui nell'estate del 1943, il padre aveva deciso di tornare a Treviso per impegnarsi nella Resistenza antifascista. Il diario inizia il 22 settembre e termina il 15 novembre 1943. Sono oltre duecento pagine scritte in un francese limpido e ordinato. Bruno trascrive le notizie più rilevanti, ritagliando giornali, raccogliendo volantini, incollando mappe e cartine che illustrano la situazione dei diversi fronti, riportando le informazioni raccolte da Radio Londra o le notizie di cui viene a conoscenza in casa. Ma soprattutto annota, cataloga, sottolinea, esprime impressioni, paure, commenti, giudizi politici. La sua scelta antifascista è già pienamente compiuta. Non a caso si interrompe con una frase in italiano che suggella il passaggio definitivo all'azione: "Tempo perduto. E ora all'opra!".
Lavoro e libertà. Scritti scelti e un dialogo inedito con Vittorio Fo a e Andrea Ranieri
Bruno Trentin
Libro
editore: Futura Editrice
anno edizione: 2008
pagine: 360
Gli scritti qui raccolti di Bruno Trentin si cimentano con la grande questione dei diritti e della rappresentanza del lavoro, che si ripropone oggi imperiosa. Per un cinquantennio l'autore ne è stato un protagonista in Italia e in Europa, come leader sindacale e come studioso autorevole. Da questa antologia - curata da Michele Magno - emerge l'attualità del suo pensiero, in un passaggio di secolo che ha decretato la cesura tra il capitalismo novecentesco e le nuove forme della produzione e dell'organizzazione sociale. Il lettore non farà fatica a rintracciarne il filo rosso nell'idea che - nel sistema dei valori sommi della sinistra - la libertà viene prima dell'eguaglianza, per parafrasare il titolo del suo ultimo libro. La libertà, per Trentin, non può che essere che la libertà della persona nel rapporto di lavoro. Perché è la libertà rimasta "minore" nelle democrazie postbelliche e nelle stesse culture storiche del movimento operaio. Una posizione critica che motiva la sua ricerca appassionata di un "socialismo possibile", fondato sulla vitalissima tensione dei salariati ad ampliare gli spazi di autonomia e di creatività nel lavoro. La straordinaria biografia politica e intellettuale di Trentin, come mostra anche il suo dialogo inedito con Vittorio Foa e Andrea Ranieri, è tutta dentro questa prospettiva progettuale.
La libertà viene prima
Bruno Trentin
Libro: Libro in brossura
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2005
pagine: 142
"Che cosa resta del socialismo? Anche questo quesito deve trovare risposta in una "sinistra del progetto". Certo, il socialismo non è più un modello di società compiuto e conosciuto, al quale tendere con l'azione politica quotidiana. Esso può essere concepito soltanto come una ricerca ininterrotta sulla liberazione della persona e sulla sua capacità di autorealizzazione, introducendo nella società concreta degli elementi di socialismo - le pari opportunità, il welfare della comunità, il controllo sull'organizzazione del lavoro, la diffusione della conoscenza come strumento di libertà - superando le contraddizioni e i fallimenti del capitalismo e dell'economia del mercato, facendo della persona il perno di una convivenza civile."
Processo alla crescita. Ambiente, occupazione, giustizia sociale nel mondo neoliberista
Carla Ravaioli, Bruno Trentin
Libro
editore: Editori Riuniti
anno edizione: 2000
pagine: 160
I disordini di Seattle e il fallimento del vertice del WTO hanno rivelato all'opinione pubblica le contraddizioni di un sistema socioeconomico che avrebbe dovuto invece armonizzare il pianeta sotto la guida del mercato. Sono contraddizioni legate a un equilibrio ecologico messo a repentaglio, all'aumento delle diseguaglianze sociali, alla precarizzazione del lavoro, all'affermarsi di modelli culturali fondati esclusivamente sull'individualismo e l'utilitarismo. Su questi temi si confrontano due voci che rappresentano anime diverse della sinistra italiana: quella che vede nello sviluppo economico una condizione per la creazione di una società più giusta, e quella che mette in discussione il modello di un'economia fondata sull'espansione.

