Libri di Cesare Vergati
L'uomo umido. Diòcreme in vincoli. Triangolo d'attesa: Canto primo
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2015
pagine: 118
Soldato a veli. Romanzo in teatro
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2006
pagine: 94
Ragazzo a pendolo. Romanzo in musica
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2007
pagine: 112
Una scrittura indocile e aguzza, trasgressiva nella forma e nel modo, si presenta dunque in queste pagine che attendono un rinnovato modo di leggere, o per azzardo un "nuovo" lettore, attratto dalla suggestione delle parole e dall'enigma. (Dalla nota di Giampiero Neri).
Faust o l'inconverso
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2009
pagine: 112
"Qui la narrazione viene carpita sistematicamente da un soggetto dell'enunciazione che si dispone a testualizzare una dizione dominante, autoriflessiva , come capita al poetico puro. Così, il testo spinto alla circolarità, viene costretto ad arretrare sempre al principio, secondo un "immer wieder", a un incipit a pieni polmoni, dove la parola-verbo entra in azione." (dalla Nota di Tomaso Kemeny).
Don Giovanni o l'incomodo
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2011
pagine: 112
Don Giovanni ou l'Importun. Don Giovanni o l'incomodo. Trittico d'ombra. Piega seconda
Cesare Vergati
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2013
pagine: 212
Falstaff o l'inconsueto
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2013
pagine: 116
Don Giovanni or the inconvenient. Triptych of shadow second door-Don Giovanni o l'incomodo. Trittico d'ombra piega seconda
Cesare Vergati
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis International
anno edizione: 2017
pagine: 211
Don Giovanni elegge a luogo d'incontri amorosi una piazza: piazza questa che fu, in altri tempi, teatro di tortura e di morte. Per Don Giovanni la continua visione del monumento eretto nella grande piazza, in memo ria dell'uomo dal libero pensiero, costituisce una costante inquietudine una prova fantastica tremenda, che evoca timore, angoscia, terrore e orrore. L'immagine del monumento ligneo in bruciamento torna sempre in mente a Don Giovanni, tale da farsi per lui forma d'ossessione, cosicché alfine appare chiaro al sentire del grande personaggio I'inesorabile tragico epilogo di sua vita. Un gruppo di dieci persone, uomini e donne perseguitano Don Giovanni, inviso seduttore, l'intento manifesto della vendetta: di volta in volta vilipendono e deformano i suoi sensi, la font della facoltà d'amare, il fine di renderlo storpio di gusto, udito, odorato tatto e vista. Don Giovanni, deturpato nel corpo e umiliato nel pensiero erra per capitali del mondo, disperato, inca ace attualmente d'amare destinato alla morte.
Mètro, in scampolo di tempo (da crepuscolo a crepuscolo)
Cesare Vergati
Libro: Libro in brossura
editore: ExCogita
anno edizione: 2024
pagine: 132
«Ancora per notte un tempo certo ancora per giorno un certo tempo (quanto tempo e notte e giorno a lunga eppur a breve esistenza): ancora da crepuscolo a crepuscolo/ancora solo a presente un temporaneo forte sonno a fare spento un debole sogno di questo personaggio; (se a sguardo di estraneo passante/a malapena/si vedono e lontani fatui lumi a oriente ancora per sguardo e opulenti pulviscoli in balordi colori tuttora certo remoti) allora sa questo personaggio Mètro certo in questo momento (da sonno a veglia da spento sogno a risveglio) sa temporaneo vuoto di più abituali visioni (chiusi occhi d'agostana epoca) in oblio (temporaneo) di fatti misfatti...»
Diòcreme in filigrana. L'umido uomo. Trittico d'attesa: Canto secondo
Cesare Vergati
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2017
pagine: 116
"Fu pur tempo allora il lungo giacere certo a raggio gambe e braccia in barca ancora per condizione a mezza posta: il sonno la veglia la veglia il sonno (forse il mettersi sdraioni l'uomo a spiaggia come allude a manifesto il dolce far niente) se stato coscienza e volontà così la sospensione, in fantasia torpore, se invece l'essere desto (vivace intelligenza il fanciullo lo sdegnoso sputo su marcio frutto, il troppo tenero - smanceria di madre - il corrotto insomma mezzo frutto, guasto in intimo) come lo stanco d'estremo terra venuto (il viaggiatore sempre pronto il decedere da luogo verso luogo altrove) tuttora per sguardo a far navetta : lo sguardo ambiguo, altamente incerto - in sua mente dubbi e sospetti, il mito ambizioso a spingere la cosa da due parti - per cui ad occidente (occiduo mondo a tramonto) d'uomini e d'uccelli - chissà memoria a crepuscolo - mentre ad oriente (orto di sole) perché tutti fuochi fatui a settantasette eterne fiammelle, d'animi accesi decomposizione, sì recondita oscura remota minaccia, tale smarrimento a tralasciare sud e nord...".
L'uomo umido, l'umido uomo. Diocreme in ciance
Cesare Vergati
Libro
editore: ExCogita
anno edizione: 2019
pagine: 116
Allora concepivano armigeri numerosi, bellicosi portatori d'armi si molteplici in nubecole, d'avere in lungo tombe a nord (settentrione d'anima a forza la deduzione d'altri mondi) in piena quindi inimicizia -per cui ogni Diocreme pronto certo la vita a scapitare pur l'dea ognuno far da padrone: così tutti si mettevano in aggeggio strana questa invereconda guerra... Postfazione di Giulio Giorello.
L'uomo umido. Diòcreme in vincoli. Triangolo d'attesa: Canto primo. Ediz. inglese. Testo italiano a fronte
Cesare Vergati
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis International
anno edizione: 2020
pagine: 223
L'uomo umido, Diòcreme (anagramma di mediocre), per epiteto Frustalupi, all'animo umido, al carattere ispido, abita in una rocca diroccata, brutta dimora e fatiscente, l'albergo della sacra a lui umidità, luogo della muffa, involta in nebbia, in continua lieve pioggerellina. E compreso di profonda malinconia e nostalgia. Si figura nobile e si intende principe. E uomo medio, è uomo di mezzo, uomo di mezza tacca, mediocre, che assapora la felicità, e la vive intensamente, con profonda voluttà, solo in ambiente intimamente umido. Ha il bisogni assoluto d'umido opulento per ogni dove, per ogni tempo. Usa camminare dalla rocca diroccata al cimitero, alla geometria-forma di vassoio, dove ama fissare le betulle, alla biancastra corteccia, al loro delicato umido aspetto, luogo dove conta compiaciuto le tombe, soddisfatto che la giustizia fa d'ogni uomo un essere mortale, e cupido annusa l'aria mucida e il sudore delle cose. Con la sguardo torna sempre alla barca sola, in continuo beccheggio, in mare vasto, sua probabile meta, forse l'attesa del viaggio. Si reca quindi abitualmente alla taverna, sulla via del ritorno, alla bettola amica; siede su sedia, in fradicio legno, il fine di fantasticare, di immaginare, duelli contro uomini di talento, di dono, di genio, tenzone tuttavia che rimane sempre senza né vincitore, né vinto. D'improvviso Diòcreme si ritrova fermo a metà strada tra rocca diroccata e mare: non gli è dato avanzare tantomeno retroceder pietrificato sta...