Libri di Chiara Garbuio
Lo spazio della fiducia nel contratto di lavoro
Chiara Garbuio
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2025
pagine: 304
Il contratto di lavoro è realmente caratterizzato dalla fiducia? È davvero fiduciario un vincolo che, come ribadisce costantemente la giurisprudenza, si riferisce ad un’aspettativa unilaterale del datore di fedele ubbidienza e futuro adempimento del lavoratore? Sembra, piuttosto, che il rapporto di lavoro poggi volutamente su un paradigma sfiduciario che, consolidato con la positivizzazione della subordinazione, ha portato alla giuridificazione della diffidenza e del sospetto nei confronti del lavoratore. Al tempo stesso, il rapporto di lavoro e il sistema (produttivo, organizzativo, sociale) su cui esso si innerva, pare richiedano riconoscimento dell’altro e dei suoi interessi e reciproca cooperazione per il loro soddisfacimento, cioè, fiducia. La monografia, esaminata l’origine sfiduciaria del contratto di lavoro e le tendenze fiduciarire esogene che lo stanno influenzando, rimedita così su natura e funzione del contratto di lavoro attraverso le lenti della fiducia.
Politiche del lavoro e condizionalità
Chiara Garbuio
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 208
La condizionalità è lo strumento regolativo che funge da raccordo tra politiche attive e passive del lavoro, subordinando il godimento di un sostegno al reddito alla partecipazione del fruitore alle attività erogate dai servizi per l’impiego per la ricollocazione nel mercato. Insieme alle politiche del lavoro, è sempre esistito quell’equilibrio di pesi e contrappesi rappresentato dai doveri in carico ai beneficiari di sussidi economici: ciò che è cambiato, piuttosto, è il contenuto e la propensione verso un sistema rigidamente sanzionatorio, che progressivamente ha compresso la fruizione dei diritti sociali e la libertà di scegliere, secondo le proprie aspirazioni e inclinazioni, il proprio percorso lavorativo. Da qui il senso di un’indagine che fotografi lo “stato di salute” dei diritti sociali, primo fra tutti quello al lavoro, per prevenire possibili future criticità in un tempo in cui non solo il diritto previdenziale, storicamente terreno di gioco prediletto di schemi regolativi condizionati, ne subisce le dirette conseguenze, ma ne viene a fortiori attratto l’alveo assistenziale. Filtrando gli istituti delineati dal legislatore ordinario attraverso le lenti dei principi costituzionali, si individuerà il discrimen tra una condizionalità che si ponga come fine esclusivo il contenimento della spesa pubblica attraverso il lavoro purchessia e una condizionalità antropocentrica, che metta al centro l’individuo e, richiedendone operosità, attraverso le politiche attive del lavoro ne coltivi occupabilità e scelte di sviluppo personale e professionale consapevoli.
Politiche del lavoro e condizionalità
Chiara Garbuio
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2021
pagine: 176
La condizionalità è lo strumento regolativo che funge da raccordo tra politiche attive e passive del lavoro, subordinando il godimento di un sostegno al reddito alla partecipazione del fruitore alle attività erogate dai servizi per l'impiego per la ricollocazione nel mercato. Insieme alle politiche del lavoro, è sempre esistito quell'equilibrio di pesi e contrappesi rappresentato dai doveri in carico ai beneficiari di sussidi economici: ciò che è cambiato, piuttosto, è il contenuto e la propensione verso un sistema rigidamente sanzionatorio, che progressivamente ha compresso la fruizione dei diritti sociali e la libertà di scegliere, secondo le proprie aspirazioni e inclinazioni, il proprio percorso lavorativo. Da qui il senso di un'indagine che fotografi lo "stato di salute" dei diritti sociali, primo fra tutti quello al lavoro, per prevenire possibili future criticità in un tempo in cui non solo il diritto previdenziale, storicamente terreno di gioco prediletto di schemi regolativi condizionati, ne subisce le dirette conseguenze, ma ne viene a fortiori attratto l'alveo assistenziale. Filtrando gli istituti delineati dal legislatore ordinario attraverso le lenti dei principi costituzionali, si individuerà il discrimen tra una condizionalità cattiva e una buona: tra un meccanismo regolativo che abbia come fine esclusivo il contenimento della spesa pubblica attraverso il lavoro purchessia e un altro, antropocentrico, che invece metta al centro l'individuo, prima ancora che il potenziale lavoratore, richiedendone certamente operosità, ma coltivandone l'occupabilità come mezzo di sviluppo personale e partecipazione alla vita politica.