Libri di Claudio Ongarato
Taccuino
Vittoria Fonseca
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 56
"La poesia di Vittoria appare generosamente confidente. In una apparente semplicità, la sua parola si affranca dal simbolico e con slancio emotivo si consegna al rischio di riportarne il senso alla sua origine e di tornare a essere nella sua pienezza, pur nelle assenze e nelle lontananze, quell’attimo e quel sussulto di immanente perenne presente. La sua poesia non è fatta solo di nostalgia, non cristallizza il tempo, non confina le singole vicende in bolle di memoria e non imprigiona il pensiero nel ricordo, ma nell’albore del suo autentico ri-dire partorisce il passato, ogni volta, ed è sempre una ri-nascita, in carne e anima. La poetica di Vittoria, con le sue rime, allitterazioni e assonanze, possiede una grande forza evocativa e una reale forza di gravità verbale, pienamente in grado di sostenere la luce interiore da cui trae origine. Come una piuma sul baratro, la sua poesia sa essere contrappeso alla verticalità del vivere, porta a dimora le peregrinazioni dell’umano cammino." (dalla prefazione di Claudio Ongarato)
Nel labirinto delle fate inquiete
Claudio Ongarato
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2011
pagine: 100
Il labirinto è un mito subliminale, come un grembo o un mitreo di sibille politonali, e il suo percorso ha la funzione alchemica di trasmutare la realtà visiva e percettiva in nuova substantia esperienziale. In questo luogo di percezioni indistinte ed ingannevoli, il filo di Arianna che dà tregua e cura all'affanno del cammino è rappresentato dalla parola, dalla voce che si fa materia cercando di percorrere indenne le spire strette di una mente contorta ed affascinata. Il riferimento è alla parola intesa come rito di passaggio, pura magia evocativa della realtà, artificio e sacrificio praticato nel tentativo di dare vera carne all'incanto della vita. Il richiamo è alla parola ritrovata, che aspira a farsi udire da chi la pronuncia come se fosse per la prima volta. Il Cammino in questo ideale labirinto tende a poter vivere la parola come Nemesi: dea della Provvidenza che con i suoi incantesimi chiede fiducia e gratitudine; fata inquieta perché replica all'umana urgenza di creare, di appartenere in modo attivo all'universo, dando così una risposta spontanea, prima ancora che escatologica, alla paura dell'impermanenza.