Libri di D. Benati (cur.)
Banca Popolare dell'Emilia Romagna. La collezione dei dipinti antichi
Libro: Copertina rigida
editore: Skira
anno edizione: 2006
pagine: 272
Il volume presenta la raccolta di dipinti di antichi maestri, maggiori e minori, dal Trecento al Settecento appartenente alle collezioni della Banca Popolare dell'Emilia Romagna: avviata in sordina con l'acquisto di alcuni quadri di soggetto decorativo, per lo più battaglie e nature morte, la raccolta della Banca Popolare dell'Emilia si è ben presto imposta all'attenzione per il progetto culturale intrapreso, in un momento in cui il collezionismo bancario si andava proponendo, a supporto dell'attività svolta dalle istituzioni preposte, come nuovo ed efficace protagonista della valorizzazione del patrimonio artistico italiano. La collezione fornisce una panoramica esaustiva sulla variegata realtà della produzione figurativa nel territorio storico in cui la Banca (allora Popolare di Modena, poi, dal 1984, dell'Emilia e, dal 1992, dell'Emilia Romagna) opera: da Simone di Filippo, il trecentista bolognese noto come Simone dei Crocifissi ad Antonio Allegri, detto il Correggio, Giovanni Battista Benvenuti, detto l'Ortolano, Bartolomeo Ramenghi, detto il Bagnacavallo, Girolamo Sellari, detto Girolamo da Carpi, dai cinquecentisti emiliani Orazio Samacchini, Jacopo Bertoia e Bartolomeo Passerotti ad Annibale e Ludovico Carracci, Guido Reni, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, Alessandro Tiarini, Giacomo Cavedoni, Lorenzo Pasinelli, fino a Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo, Domenico Guidobono, Tommaso Realfonso, detto Masillo.
Il Trecento riscoperto. Gli affreschi della chiesa di Sant'Agostino a Rimini
Libro: Copertina rigida
editore: Silvana
anno edizione: 2019
pagine: 256
Coperti alla fine del XVI secolo e riapparsi sotto uno strato d'intonaco in seguito al terremoto del 1916, gli affreschi della chiesa riminese nota come Sant'Agostino, ma dedicata a San Giovanni Evangelista, rappresentano una delle testimonianze più alte e precoci della cosiddetta scuola riminese del Trecento. A partire da tali testimonianze, che coniugano l'influenza di Giotto, attivo in città negli ultimi anni del XIII secolo, con l'ascendente di una più antica cultura adriatico-orientale di matrice bizantina, Rimini sì configurò ben presto come un importante centro di produzione artistica, in grado di irradiare la sua influenza in un contesto geografico che, oltrepassando i confini locali, dalla Romagna si estese alle Marche e al Veneto. Il volume, frutto di una meticolosa campagna fotografica che documenta nella loro interezza gli affreschi e di una duplice rilettura critica sotto il profilo sia storico-stilistico sia teologico-simbolico, costituisce un invito a conoscere e a contemplare, oggi, tutta la mirabile bellezza di quello che appare come un vero e proprio "Trecento riscoperto".
Giovanni da Modena. Un pittore all'ombra di San Petronio
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2014
pagine: 224
Il volume è dedicato a uno dei maggiori protagonisti della pittura tardogotica in Italia, Giovanni di Pietro Falloppi, meglio noto come Giovanni da Modena. L'artista, modenese di nascita ma bolognese di adozione, è autore della decorazione della ben nota Cappella Bolognini nella basilica di San Petronio (1411-12 ca), con "Il Giudizio universale", "Storie dei Magi" e "Storie di San Petronio", capolavoro assoluto della pittura tardogotica bolognese. Il catalogo, dal taglio monografico, raccoglie l'esito degli studi più aggiornati sul pittore, di cui viene ricostruito il lungo periodo di attività, avviato all'inizio del XV secolo. Per quasi quattro decenni, la figura di Giovanni da Modena domina il panorama della cultura artistica bolognese, raccolta intorno all'importante cantiere di San Petronio, in grado di sollecitare nuove presenze in città di artisti forestieri, attirati anche dalla permanenza della corte del nuovo pontefice - l'antipapa Giovanni XXIII - eletto nel 1410. L'opera di Giovanni da Modena viene indagata nei saggi accolti nel volume in relazione al panorama artistico bolognese del tempo, e anche in riferimento ad altri campi artistici, come la miniatura, cui si è lui stesso dedicato, o la scultura, nel dialogo avviato con alcune personalità dell'epoca, quali Alberto da Campione o Jacopo della Quercia. Il volume è completato da apparati bibliografici.
Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh. Catalogo della mostra (Forlì, 24 gennaio-20 giugno 2010)
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2010
pagine: 383
Caravaggio era solito dire che la stessa abilità ("tanta manifattura") era necessaria "a fare un quadro buono di fiori, come di figure". Da queste parole, che, muovendo contro la gerarchia ormai codificata dei generi pittorici, sostengono in modo rivoluzionario la dignità di ogni aspetto del reale, anche il più minuto, la mostra prende spunto per illustrare il rapporto di attrazione e di sfida che un soggetto particolare, i fiori, mantiene per i maggiori artisti del Seicento, al di là di ogni specialismo. In quel momento storico il rapporto diretto col vero si coglie al livello più alto nei misteriosi "Fiori in una fiasca impagliata" dei Musei di Forlì, un dipinto che si carica, forse proprio per la sua apparente semplicità, di forti valenze simboliche. La sua tormentata vicenda attributiva, tuttora irrisolta, sta probabilmente a indicare che il suo autore non era forse un pittore "di fiori", bensì un artista che si cimenta eccezionalmente in questo campo, un po' come avvenne nel caso di Caravaggio. Vedere oggi quel quadro accanto ad alcune significative opere assegnabili ad altri artisti ai quali il dipinto di Forlì è stato attribuito nel passato permetterà non solo di ripensarne meglio la data e il contesto, ma anche di comprendere la forza di attrazione che il nuovo genere della natura morta dovette rappresentare per i maggiori artisti del tempo.
Caravaggio. I«bari» della collezione Mahon. Catalogo della mostra (Forlì, 5 aprile-22 giugno 2008). Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2008
pagine: 71
Dopo averla acquistata sul mercato londinese e depositata presso l'Ashmolean Museum di Oxford, sir Denis Mahon, tra i più sensibili e più a lungo impegnati studiosi del Caravaggio, consente alla città di Forlì di esporre una nuova versione dei Bari, che si aggiunge a quella già nota, pervenuta nel 1987 al Kimbell Art Museum di Forth Worth, Texas. Attraverso gli studi raccolti in catalogo, si ricostruiscono i passaggi di proprietà del dipinto, che costituì probabilmente la prima di due versioni di questo soggetto, mirante a una resa del quotidiano in termini di audace quanto accattivante naturalezza, eseguite dal giovane Merisi per il cardinale Francesco Maria del Monte, suo protettore a Roma, e che nel 1769 venne acquistata da un collezionista inglese, Christopher Norton. L'opportunità di ammirare e discutere questo importante ritrovamento acquista particolare significato nel momento in cui Forlì ospita la mostra dedicata a Guido Cagnacci, che del verbo caravaggesco fu un interprete assai personale e innovativo.