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Libri di David Broder

I nipoti di Mussolini. Il fascismo nell'Italia contemporanea

David Broder

Libro: Libro in brossura

editore: Ponte alle Grazie

anno edizione: 2023

pagine: 384

Un libro di fondamentale importanza per comprendere l'Italia di oggi. A ottant'anni dalla fine di Mussolini e del suo regime i suoi eredi politici, già infima minoranza, sono saldamente al governo dell'Italia: dal 2% delle elezioni del 2013 Fratelli d'Italia è passato al 26% delle elezioni del 2022. Come ci siamo arrivati? A questa domanda tenta di rispondere "I nipoti di Mussolini", in cui lo storico e commentatore inglese David Broder fa il contropelo ai sedicenti movimenti «postfascisti» italiani, che affondano le loro radici nel fascismo del Ventennio ma sostengono allo stesso tempo di averlo «consegnato alla Storia». Da un lato l'autore prende in considerazione il passato, spiegando come l'MSI, che non riconosceva la legittimità del nuovo Stato antifascista, sia riuscito comunque a diventare una presenza consolidata nella vita della Repubblica postbellica; dall'altro si rivolge all'attualità, mettendo in luce gli ambigui rapporti tra l'attuale fronte parlamentare (che garantisce ai «postfascisti» ruoli governativi chiave) e le frange estremiste extraparlamentari, dichiaratamente neofasciste. Ne emerge un quadro complesso e allarmante: Fratelli d'Italia ha sia mantenuto la sua egemonia sulle sottoculture fasciste sia abbracciato posizioni politiche più pragmatiche, fondendo razzismo e anticomunismo con il sostegno all'Unione Europea e alla NATO. Mentre le forze antifasciste nella società italiana appaiono sempre più deboli, la missione del partito di estrema destra – riscattare il fascismo storico, legittimarne gli eredi politici e spostare molto più a destra il terreno della politica tradizionale – costituisce una minaccia antidemocratica nel cuore dell'Europa.
20,00 19,00

Quaderni d'arte italiana. Volume Vol. 8

Libro: Libro in brossura

editore: Treccani

anno edizione: 2023

pagine: 128

L’arte è qualcosa che nasce spesso altrove. Talvolta nei luoghi più disparati, nei territori, nella pubblicità, come per due grandi artisti, Pino Pascali e Maurizio Cattelan. Altre volte nasce nelle Accademie di Belle Arti, nel rapporto maestro allievo che ha caratterizzato molte storie del XX e del XXI secolo, tra le quali, certo, va ricordata l’influenza di Alberto Garutti, recentemente scomparso, su una intera generazione di giovani formatisi a Brera. Che si tratti di autodidatti o di laureati nelle più prestigiose università del mondo, le voci degli artisti non possono mai prescindere dai percorsi di formazione che hanno seguito. L’Italia è un Paese che ha ancora un robusto sistema educativo, ma accanto alle luci, sono molte le ombre di carattere legislativo o gestionale che rendono, talvolta la formazione in Italia meno competitiva che altrove. Questo numero dei Quaderni d’arte italiana si concentra sui tanti aspetti relativi alle conoscenze che gravitano attorno al fare arte, ma anche sulla necessità di conoscere, di informarsi, di reperire strumenti di analisi poetica, che accomuna tutti coloro che l’arte la amano e la seguono.
14,00 13,30

Quaderni d'arte italiana. Ediz. italiana e inglese. Volume Vol. 7

Libro: Libro in brossura

editore: Treccani

anno edizione: 2023

pagine: 144

Quaderni d’arte italiana è una rivista trimestrale, ideata dalla Quadriennale di Roma, che ha l’obiettivo di fornire uno spazio di indagine sull’arte italiana del XXI secolo e sulle sue relazioni con le diverse scene culturali e socio-politiche italiane e internazionali. Il direttore responsabile della rivista è Gian Maria Tosatti. La redazione è composta da: Nicolas Ballario, Francesca Guerisoli, Nicolas Martino, Attilio Scarpellini, Andrea Viliani. Sono coinvolti in questa riflessione i curatori che collaborano alle varie attività di Quadriennale, ma anche autori esterni. Il settimo numero dei Quaderni d’arte italiana si concentra su quello che è stato il presupposto, il pre-testo e il con-testo per un’intera generazione artistica, quella nata tra l’inizio degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta: la strada. Nei fatti, il concetto di strada è ampio e coincide spesso con l’idea di spazio pubblico, un tema estremamente urgente nel contesto di quella che viene definita ‘telecrazia’ o ‘videocrazia’ e che oggi potrebbe senza dubbio essere chiamata ‘retecrazia’. Che cos’è lo spazio pubblico in un regime di rappresentazione costante? Tra il 1980 e il 1994 le televisioni hanno costituito un nuovo scenario narrativo per l’Italia, un Paese che ha tentato di riscrivere la propria storia cancellandone il passato di piombo e aprendo linee di credito con la fantasia e la spensieratezza che, col passare degli anni, avrebbero chiesto di essere saldate. Era il 1994 quando la televisione chiese e ottenne il governo del Paese col suo dominus, Silvio Berlusconi. Ci vorranno quasi vent’anni per elaborare una narrazione alternativa a quella del suo leader politico/mediatico. Al centro di questo cambiamento vi è proprio il recupero dell’idea di spazio pubblico, una certa insofferenza per il concetto di rappresentazione e la riscoperta di un luogo che dal 1977 in poi aveva assunto lo statuto di tabù: la strada. Tutto questo è rintracciabile con una evidenza esemplare in ciò che l’arte ha registrato soprattutto nel decennio che va dal 2010 al 2020. Le strade del XXI secolo, in effetti, si sono aperte agli artisti che le hanno ripercorse, esattamente come erano state lasciate oltre vent’anni prima. Spoglie, brutali, ferite, ancora ingombre delle macerie della stazione di Bologna, come se il quarto di secolo passato non fosse realmente trascorso, ma fosse stato una sorta di sogno in veglia, capace di celare una stasi tremenda. Contributi di: Nicolas Martino, Lucrezia Longobardi, Marie-Therese Bruglacher, Marco Trulli, Stefano Coletto, Simone Ciglia, Lorenzo Madaro, Eugenio Viola, Edoardo De Cobelli, Chiara Pirozzi, Elena Forin, Giacinto Di Pietrantonio, Alessandra Troncone.
14,00 13,30

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