Libri di Elena Carraro

Bruno, pensionato alla soglia dei settant’anni, perde la moglie all’improvviso. La sua mancanza è un vuoto di pensieri e sentimenti che lo lascia disorientato. Cosa farò adesso? Per consolazione e bisogno di spensieratezza, nel giorno del funerale di Amanda, Bruno decide di concedersi un momento di libertà, che ritiene “meritata, necessaria e giusta”. In quello stesso pomeriggio spazzato dallo scirocco prende un autobus che lo porta in una zona di periferia della città in cui vive. Da quel momento nessuno sa più nulla di lui. Cosa farai adesso, Bruno? Tra l’intimo e il visionario, il racconto interroga il lettore: si può davvero sfuggire al proprio dolore? Cosa sanno gli altri di Bruno? E cosa sa Bruno di se stesso? In un luogo del tutto inaspettato, che obbliga il protagonista ad affrontare la verità e le imprevedibili conseguenze del suo segreto, queste domande troveranno alcune sorprendenti risposte.

La vita degli esseri umani è profondamente plasmata dalla presenza e dall'assenza dell'amore. È questa la grande verità che fa da sfondo al presente libro, chiamato, tramite i cinque capitoli che lo compongono, ad accompagnare il lettore in un percorso di riflessione su di sé e sul proprio modo di amare e di lasciarsi amare. Il viaggio ha inizio in un punto doloroso: l'esperienza universale della separazione, rappresentata dalla fine di una relazione importante e riconosciuta come un lutto bisognoso di elaborazione. Da qui prosegue attraverso tre tappe intermedie, che mirano a definire il concetto di amore nella sua complessità e a evidenziare, con l'aiuto della teoria dell'attaccamento, il filo rosso che collega le relazioni passate a quelle presenti. Lungo la via, domande ed esercizi di autoriflessione invitano il lettore a scrutare i propri legami più significativi utilizzando una lente non giudicante, favorendo la comprensione e l'accettazione dei propri vissuti. La meta finale è lo sviluppo di una visione completa e matura dell'amore, delineato come una scelta quotidiana e reciproca, agita mediante gesti di cura consapevoli. La narrazione fornisce quindi al lettore gli strumenti per osservare le relazioni da una nuova prospettiva, riconoscendone l'immenso potere trasformativo.

Sopravvivere non è solo non morire. È riuscire a tenere un punto di osservazione sopra gli eventi che possono travolgere e stravolgere la propria esistenza. Questo osservatorio interiore si rivela come luogo sicuro in cui sentire la propria identità nonostante tutto, da cui pensare come certezza “tutto questo io un giorno lo racconterò”. E se non ce la fai? Se non ce la fai tutto può aiutare, anche una gallina con le sue uova...