Libri di Emmanuel Albano
In-contro al sacrificio. Il dispositivo sacrificale tra storia, mente e cervello
Emmanuel Albano
Libro: Libro in brossura
editore: Marcianum Press
anno edizione: 2025
pagine: 400
Oggetto di questo studio è il sacrificio e, in modo particolare, la sua ricezione ed elaborazione all’interno della disciplina psicologica. Intrecciato con la dimensione religiosa, il dispositivo sacrificale ha attraversato un gran numero di culture ed è stato oggetto di attenzione e approfondimento da parte di più discipline tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. A partire da questo dato significativo il lavoro si sofferma sulle diverse prospettive psicologiche che hanno affrontato l’argomento, come anche su alcuni dei più rilevanti approcci antropologici e filosofici che ne hanno nutrito la riflessione. La ricerca si conclude con una possibile lettura del presente attraverso la lente del dispositivo sacrificale in relazione al concetto di limite. E approda alla necessità di andare in-contro al sacrificio, riconoscendolo parte integrante dell’esistenza.
La materia delle parole. Mente e cervello in dialogo
Emmanuel Albano
Libro: Libro in brossura
editore: Progedit
anno edizione: 2024
pagine: 168
A produrre reazione non sono i suoni delle parole in quanto tali, ma il loro significato. Parlare di significato, però, non basta. La materia delle parole non si manifesta pienamente nel loro senso astratto. Essa si completa solo quando incontra l'uomo – unico essere capace di produrre/accogliere parole –, diventando materia dentro l'uomo. Lo documenta, in maniera esplicita, il dialogo tra neuroscienze e psicologia. Laddove mostra, con strumenti di indagine quali le tecniche di neuroimaging, che la psicoterapia, cioè l'uso della parola umana, trasforma – talvolta più e meglio della terapia farmacologica – il cervello umano. Ne modifica, cioè, le connessioni, ne sollecita la produzione di sostanze chimiche e quindi ne cambia la biologia. E nel fare questo riplasma le esperienze, i sentimenti, le disposizioni. Fino a risollevare da una condizione di morte. Fino a essere vita. In questo senso anche le parole in un certo modo sono una materia. Si fissano nel cervello interagendo in esso con reazioni chimiche misurabili. E diventano vive. Postfazione di Vincenzo Di Pilato e Angela Balzotti.
Il tempo dei profeti. Profeti e profezia nel cristianesimo delle origini
Emmanuel Albano
Libro: Copertina morbida
editore: Basilica Pontificia San Nicola
anno edizione: 2020
pagine: 240
Dal perdono alla riconciliazione: un itinerario per la riflessione e la prassi
Emmanuel Albano
Libro: Copertina morbida
editore: Basilica Pontificia San Nicola
anno edizione: 2020
I silenzi delle Sacre Scritture. Limiti e possibilità di rivelazione del Logos negli scritti di Filone, Clemente e Origene
Emmanuel Albano
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Patristico Augustinianum
anno edizione: 2014
Filone, Clemente e Origene sono tre indiscussi maestri dell'esegesi alessandrina. Malgrado il loro intenso sforzo interpretativo del testo sacro, da cui traggono per mezzo dell'allegoresi significazioni sempre nuove, anch'essi talvolta ammettono che il mistero di Dio costringe all'apofatismo. Il saggio affronta, alla luce dello studio dei testi, questa complessa tematica.
Alle origini del cristianesimo: culto e riflessione teologica
Libro: Libro in brossura
editore: Ecumenica
anno edizione: 2018
pagine: 104
Il tema del culto nel NT e, in generale, nell’epoca in cui è stata prodotta la documentazione neotestamentaria che riteniamo fondante per la vita cristiana, è molto meno approfondito di quel che potrebbe sembrare a prima vista. In realtà, quando si parla di culto non sempre s’intende una realtà univoca ed è difficile liberarsi dalla tentazione di operare delle retroproiezioni delle prassi cultuali ecclesiali, con il tacito pregiudizio che l’attività cultuale vissuta nelle proprie chiese provenga direttamente, e senza che ci sia necessità di provarlo, dalla prassi cultuale dei primi giorni del cristianesimo. La relazione tra culto e riflessione teologica merita di essere approfondita, non solo per quello che ha significato nella costruzione dell’identità cristiana ma anche per quello che continua a significare. L’uso di formule rischia di dare per scontate cose che scontate non sono. È il caso della formula lex orandi lex credendi, che ha finito per essere utilizzata unidirezionalmente, come a dire che i contenuti del credere sono dettati dalla liturgia. In realtà, la formula si può capovolgere affermando che il credere determina il culto. Sia come sia, occorre riconoscere che la distanza tra culto e fede è oggi amplissima ed è urgente recuperare l’atteggiamento di ricerca delle origini quando, non immediatamente, i seguaci di Gesù cominciarono a dirsi cristiani (At 11,26; 26,28; 1Pt 4,16).
La cena del Signore. Una prospettiva di studio diacronica
Libro: Libro in brossura
editore: Ecumenica
anno edizione: 2018
pagine: 232
La pista verso cui c’indirizza autorevolmente la sapiente narrazione lucana dei discepoli di Emmaus (cf. Lc 24,13-35) è, piuttosto, quella che riconduce all’unico Signore che è il Risorto, viandante con i suoi, l’accensione del cuore nell’esegesi/interpretazione delle Scritture e il suo darsi a conoscere infine nello spezzare il Pane: sottraendosi proprio così, col suo darsi concreto nella carne dell’Eucaristia, a qualsivoglia tentativo di cattura, tenendo invece desta e ravvivando la struggente e vigilante attesa della sua ultima venuta. È il volto di Dio che si fa parola e gesto, mediante l’Eucaristia, nella nostra carne, come dichiara la prima lettera di Giovanni esplicitando il prologo del quarto vangelo: «Nessuno mai ha visto Dio, se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto» (1Gv 4,12). Il linguaggio eucaristico, se per sé propizia un peculiare linguaggio teologico, ancor prima e originariamente propizia un preciso linguaggio ecclesiale. Esso, per la logica intrinseca del segno eucaristico nella dinamica correlazione dei soggetti ecclesiali secondo la peculiarità del loro ministero cui dà forma, non può in prima istanza qualificarsi come gerarchico e piramidale, uniforme e massificante, cerimoniale e identitario, ma piuttosto come fraterno e sinodale, sinfonico e pluriforme, conviviale e ospitale: espressione e maturazione progrediente dell’essere/diventare uno, nella libertà dello Spirito, in Cristo Gesù (cf. Gal 3,28), per la salvezza del mondo.
Cristo capo nel pensiero dei Padri. L'esegesi biblico-patristica della figura di Cristo nella dottrina ecclesiologica paolina
Libro: Libro in brossura
editore: Ecumenica
anno edizione: 2016
pagine: 160
Il tema del Seminario, "Cristo capo nel pensiero dei Padri: l'esegesi biblico-patristica della figura di Cristo nella dottrina ecclesiologica patristica", dice immediatamente l'importanza della ricerca per le ricadute che essa può avere sulla riflessione ecclesiologica contemporanea. Infatti, l'indagine non aveva lo scopo di un recupero archeologico fine a se stesso; era evidente a tutti i partecipanti che non si trattava unicamente di fotografare una situazione del passato ma, piuttosto, di recuparare elementi che hanno contribuito, in maniera decisiva, alla definizione dell'identità cristiana. Il rischio di ogni istitutzion, com'è noto, è l'autoreferenzialità, con la conseguente resistenza a prendere in considerazione ciò che si teme potrebbe minacciare lo status acquisito. La cristianità, con il crescere delle esigenze organizzative, on è stata esente dalla tentazione di concentrare attenzione e forze sull'istituzione, perdendo talvolta il contatto con i fattori di vitalità che dovrebbero contraddistinguere permanentemente una comunità che si definisce organismo vivente.
The parting of the races. Il pensiero di Giustino tra cristiani, giudei e gentili
Emmanuel Albano
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2025
pagine: 480
La recente ricerca sul Gesù storico si è affacciata da tempo sul mondo patristico, riversando sulle fonti cristiane dei primi secoli l’indagine del The parting of the Ways. Della separazione, cioè, tra l’identità cristiana e quella giudaica, sorte nel medesimo periodo. Lo studio parte da un’analisi critica del linguaggio etnico di Giustino, per confrontarsi sui diversi modi – ermeneutiche – con cui la critica internazionale ha inteso interpretare il pensiero dello stesso. L’intreccio del dato teologico, con la riflessione etnica, politica e filosofica rende il filosofo di Sichem uno degli autori più poliedrici del primo cristianesimo. E per questo tra i più difficili da interpretare. Allo stesso tempo la sua collocazione nel cuore del II secolo lo restituisce tra i testimoni più significativi per indagare sui rapporti tra mondo cristiano e giudaico. Il lavoro tenta di individuare i criteri più corretti per interpretare il pensiero di questo autore, provando a dialogare con le tante – e tanto divergenti – interpretazioni dello stesso, e delle prime fasi di formazione dell’identità cristiana.