Libri di Fabrizio Binacchi
Piccoli segreti di provincia. Nato sotto i salami
Fabrizio Binacchi
Libro: Libro in brossura
editore: Oligo
anno edizione: 2025
pagine: 212
Così un giornalista di lungo corso, nato alla “Gazzetta di Mantova” e con una vita alla Rai, da Roma a Milano, da Bologna a Torino e Trieste, raccoglie storie che devono essere raccontate, ma mai completamente svelate, come fanno i cantastorie, in una memoria collettiva che narra di arcani riti primitivi, fiabe popolari, personaggi istrionici e bizzarri: Piccoli segreti di provincia, proprio come quello di nonno Romano alla nascita del suo primo nipote maschio, sotto un soffitto di salami tra Natale e Capodanno. Perché i luoghi sono importanti, anzi decisivi. Come per l’autore è stata la Bassa, sotto il Po, dove è cresciuto. E poi eccoci nei salotti di Castellucchio, tra gli angoli di Mantova, su treni e littorine, alla fiera delle Grazie, tra argini e fossi dove, dietro ogni curva, si nascondono ricordi di maestri e di persone che hanno incarnato pezzi di territorio: da Rino Bulbarelli a Giordano Cucconi, da Mario Cattafesta a Paolo Ruberti, da Carlo Grazioli a Tonino Zaniboni. Prefazione di Giada Scandola.
Piccoli segreti mantovani
Fabrizio Binacchi
Libro: Libro in brossura
editore: Oligo
anno edizione: 2023
pagine: 180
L’Italia è un Paese di “metropoli della mente” e “borghi del cuore”, una nazione di comuni e frazioni, di province e valli. Più o meno siamo messi così: 25 milioni nelle città metropolitane e gli altri 35 milioni in provincia o nelle città di provincia, come Mantova, raccontata tra ricordi e aneddoti da un giornalista di lungo corso, battezzato alla “Gazzetta di Mantova” e poi per una vita in Rai. I pellegrinaggi alle Grazie per il mese di maggio e il “rito del cotechino ad agosto”, ma anche la misteriosa atmosfera delle golene del Po, il mondo delle corti agricole con i riti della mungitura e del bucato del lunedì con la cenere al posto del detersivo. Le ferite del terremoto, “il nudo al Ducale” per Maria Bellonci, i big della politica in piazza Erbe. Questi e tanti altri i Piccoli segreti mantovani, uniti da un file-rouge fatto di “visioni” semplici e immediate di un universo in via d’estinzione.
Luoghi comuni. Il potere della parola. Errori, bellezze, stranezze del linguaggio giornalistico italiano
Fabrizio Binacchi
Libro: Libro in brossura
editore: Minerva Edizioni (Bologna)
anno edizione: 2021
pagine: 118
"Tragedia maturata" e "brancolano nel buio", "pecora nera" e "la vicenda si tinge di giallo", ma anche "nella misura in cui" e "la riunione si svolge presso", poi ancora "misura shock", "stringere la cinghia", "si sono portati sul posto, pistola alla mano" e poi cascate di parole inglesi come vision, mission, know-how, fashion, look, e l'ultimo dilagante "lock-down" . Sono alcuni tra i tanti luoghi comuni o frasi fatte che leggiamo sui giornali o ascoltiamo alla radio o in tv. Qualche volta aiutano a capire meglio le notizie, altre volte invece appesantiscono e sviano, rallentano il racconto, portano distrazione, travisano il significato. Fabrizio Binacchi, giornalista di lungo corso, di carta stampata e televisione, ha raccolto espressioni da luogo comune e parole stereotipate, tic verbali e frasi fatte commentandole con ironia, mettendosi dalla parte del lettore e del telespettatore. Ricorda anche episodi personalissimi, come quella discussione al Tgl con Paolo Frajese sulla parola "esu-bero" che il conduttore non voleva pronunciare e quella chiacchierata con Federico Scianò sulla differenza tra "parole croccanti" e "parole flaccide". C'erano frasi fatte e parole stereotipate anche nelle cronache dei grandi giornali italiani appena nati nella seconda parte dell'Ottocento, come racconta nel suo contributo "storico" il professor Angelo Varni: ci si imbatte nelle "inevitabili" aggettivazioni come "efferato delitto", "onesta franchezza" e "sinistro crepitare delle fucilate". Come dimenticare, poi, i luoghi comuni dell'informazione sanitaria? Su questo aspetto il neurochirurgo professor Pasquale De Bonis elenca curiosità e stereotipi in campo medico-chirurgico e spiega le reazioni del nostro cervello. La giornalista Camilla Ghedini, infine, illustra nell'introduzione come la parola giusta al posto giusto è indice di correttezza e anche di bellezza.