Libri di Federica Stevanin
Leonor Fini e la collezione grafica Bassi Rathgeb. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento
Libro: Libro rilegato
editore: Dario Cimorelli Editore
anno edizione: 2025
pagine: 128
Il volume presenta due nuclei fondamentali della collezione grafica del Museo Villa Bassi Rathgeb, offrendo un ampio attraversamento della storia del disegno e dell’incisione. Il primo nucleo, appartenente alla raccolta storica donata alla città tra il 1972 e il 1980, riunisce fogli di grandi maestri attivi tra XVI e XIX secolo: Bernardino Campi, Giandomenico Tiepolo, Paolo Vincenzo Bonomini, Giacomo Quarenghi, Francesco Hayez, Giovanni Migliara e altri autori lombardi dell’Ottocento, insieme ad acqueforti di Adriaen van Ostade e incisioni da Tiziano, Bassano, Guercino e Longhi, fino a Cesare Tallone e Rinaldo Agazzi. Il secondo nucleo è dedicato a Leonor Fini, con ventiquattro opere su carta tra litografie e fotolitografie che testimoniano la forza immaginifica e la libertà stilistica della grande artista del Novecento. Il volume mette così in dialogo passato e contemporaneità, restituendo la ricchezza di un patrimonio grafico unico e il ruolo del museo come luogo di conservazione, studio e valorizzazione.
Alighiero e Boetti. Ricami e tappeti
Federica Stevanin
Libro: Libro in brossura
editore: CLEUP
anno edizione: 2015
pagine: 240
Nel 1971 Alighiero Boetti parte per la prima volta per l'Afghanistan, alla ricerca di un superamento delle istanze dell'Arte povera, abbandonata precocemente nel 1969. A Kabul inizia l'avventura di una vita, che decreterà una svolta straordinaria nella poetica dell'artista. A contatto con la locale tradizione del ricamo e della tessitura, Boetti concepisce la prima "immagine d'arte concettuale popolare", la Mappa, che affida alle mani sapienti di sconosciute ricamatrici afgane, secondo il principio della delega a terzi. Dalle Mappe agli arazzetti, dai grandi arazzi alfabetici agli ultimi tappeti, il libro ripercorre la genesi e gli sviluppi delle opere a ricamo e a tessitura che, nate dalla relazione con innumerevoli "altri", sono diventate per l'artista gli strumenti per reinventare il proprio rapporto col mondo: o meglio, per dirla con Boetti, per "mettere al mondo il mondo".
Fotografia, film e video nella Land Art
Federica Stevanin
Libro: Libro in brossura
editore: CLEUP
anno edizione: 2017
pagine: 314
La Land Art si è sempre scontrata con il problema della comunicazione delle proprie istanze rivoluzionarie. Il destino degli effimeri interventi di Land art, realizzati per la maggior parte tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta del XX secolo, è di essere conosciuti attraverso ciò che di essi rimane – la documentazione – ossia tramite la mediazione di fotografie, film e video. Mettendo in discussione l’etichetta di “documentazione”, il volume ricostruisce i rapporti degli artisti della Land Art (Christo e Jeanne-Claude, Walter De Maria, Jan Dibbets, Hamish Fulton, Michael Heizer, Nancy Holt, Richard Long, Dennis Oppenheim e Robert Smithson) con i media, indagando l’importante ruolo giocato da questi ultimi nella costruzione dell’immagine pubblica di questa avvincente stagione dell’arte contemporanea.

