Libri di Francesca Schepis
Il massiccio del Monte Bianco
Eugène Emmanuel Viollet-Le-Duc
Libro: Libro in brossura
editore: Tararà
anno edizione: 2025
pagine: 262
Il volume, finalmente fruibile in traduzione italiana con un ampio testo critico, è curato da Francesca Schepis, architetto e docente di composizione architettonica e urbana nell’Università di Reggio Calabria. È abitudine, tra gli alpinisti, utilizzare il verbo fare al posto di salire. Ho fatto il Monte Rosa, Ho fatto la cima, Ho fatto dieci Quattromila. Nel caso di Viollet-le-Duc, architetto e restauratore francese ottocentesco, e della sua opera II massiccio del Monte Bianco, il verbo fare assume un significato ancora più pregnante. Grande appassionato di montagna, non si limitò a scalare più volte il Monte Bianco ma nel corso di ben dodici anni lo disegnò in oltre seicento tavole, cercando al tempo stesso di capire le strutture morfologiche e gelologiche che costituiscono la montagna più alta d’Europa. Il risultato è un’opera del tutto originale e unica nel suo genere, in cui l’autore guarda alla montagna come a “un grande edificio, le cui parti hanno tutte una ragione di esistere”. Un edificio da restaurare, da riportare alla sua integrità e per il quale trovare una nuova forma di tutela. Nonostante l’obiettivo dell’autore fosse quello di instillare nel maggior numero di persone il desiderio ardente di studiare la natura… i cui insegnamenti sono sempre i più sani e i più proficui per la mente», il libro è rimasto per molto tempo appannaggio di un pubblico ristretto. Oggi, rileggendo le considerazioni di Viollet-le-Duc anche alla luce dell’emergenza ecologica, l’attualità di questo autore è particolarmente evidente. Il libro è corredato da 112 disegni originali e 20 tavole a colori.
Nature raisonnée. Alcuni principi della teoria architettonica di Viollet-le-Duc sul Monte Bianco
Francesca Schepis
Libro: Libro in brossura
editore: Rubbettino
anno edizione: 2025
pagine: 128
Prefazione di Gianfranco Neri.
Nuvole. Luoghi
Gianfranco Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Città del Sole Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 152
L'effetto provocato da questo trattato di figuratività poetica è assolutamente straniante e coinvolgente. Per giungere a questi livelli, l'artista tardo surrealista belga Henry Michaux (1899-1984) ebbe un bel da fare con intrugli di mescalina e LSD (un paio di decenni prima degli anni Sessanta) per partorire la più affascinante dichiarazione di nuvolistica mai vista: "Anche chi vanga le nuvole bisogna incoraggiarlo, perché a suo tempo farà dei raccolti di nuvole, ed è assai lieto quando ci si ritrova in mezzo". Per quel che mi riguarda, il contributo che darò a questo raccolto avrà poco di idilliaco, complice la mala educación religiosa che ha segnato la mia età scolare, i cieli mi hanno sempre trasmesso scarsa tranquillità e, soprattutto, mi hanno colpito per la sovrana indifferenza che manifestano verso le cose terrene. Nuvole, pianeti, stelle, qualunque cosa succeda sulla terra proseguono nel loro divenire senza curarsi minimamente dei miseri affanni degli umani. Alle 5,20 della mattina del 28 dicembre del 1908, era un lunedì, le nuvole volteggiavano nel cielo dopo aver giocato, la sera prima, a schivare strani dardi fiammeggianti di un tramonto insolito. Lo Stretto di Messina pagò un tremendo tributo a quel gioco soprannaturale tra l'indifferenza del cielo e delle sue nuvole. Queste pagine, tuttavia, hanno prodotto in me un positivo esito terapeutico, sarà perché la sensibilità degli autori, come lo stesso Gianfranco sottolinea, produce al lettore l'effetto "di attraversare poeticamente le nuvole per restituirle alle cose umane". Franco Arcidiaco