Libri di Francesco Claudio Ugolini
Coding e sviluppo del pensiero computazionale. Creatività e metodo nella scuola dell'infanzia e primaria
Francesco Claudio Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Università
anno edizione: 2024
pagine: XVI-168
Sono ormai trascorsi più di 15 anni da quando Jeannette Wing avviò una decisa azione di promozione per far diventare il Pensiero Computazionale la quarta abilità analitica di base, accanto alle tradizionali «leggere, scrivere e far di conto». Dopo un primo momento che ha visto la diffusione di attività di coding, sostenuta in gran parte da studiosi e appassionati di ambito informatico, si palesa oggi la necessità di una riflessione organica a carattere prettamente pedagogico, orientata in primo luogo agli insegnanti in formazione e in servizio, in vista di una integrazione strutturale di tali attività nel curricolo di scuola primaria e dell’infanzia. Il presente volume si propone di colmare questa lacuna, integrando in un’unica cornice premesse e motivazioni pedagogiche, principi informatici di base e strategie didattiche efficaci.
Esperienze di e-learning nell'istruzione superiore in Europa. Un nuovo case study. L'Università di Zurigo
Francesco Claudio Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2009
pagine: 108
L'elearning e le politiche europee relative all'istruzione superiore hanno più di un punto di contatto. Francesco Claudio Ugolini è ricercatore universitario di Pedagogia sperimentale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Perugina.
L'e-learning e le ICT nell'istruzione superiore europea. Un caso di studio
Francesco Claudio Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2007
pagine: 132
Lo sviluppo dell'elearning e delle nuove tecnologie costituisce una delle sfide cruciali che l'università europea deve affrontare. Dalle ricerche in materia, alcune delle quali promosse dalla stessa Unione Europea, emergono diversi elementi rilevanti ai fini di una migliore comprensione dei modi in cui tale problematica si presenta nel contesto internazionale. Tuttavia, per una più precisa individuazione di strumenti e metodi di intervento, è necessario mettere ulteriormente a fuoco le tematiche più significative, attraverso una analisi di situazioni specifiche, che consenta una considerazione approfondita dei problemi e delle dinamiche che si verificano in concreto. È questo l'intento del presente lavoro, in cui l'autore presenta una ricerca sull'esperienza dell'Università di Piccardia "Jules Verne", dove è stato elaborato un modello di e-learning ormai attivo da più di dieci anni.
Il codice De Folt. Cambiare linguaggio per l'insegnamento dell'informatica
Francesco Claudio Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Ateneo
anno edizione: 2006
pagine: 400
La terminologia informatica è fortemente pervasa di parole importate dalla lingua inglese che vengono percepite come tecniche, rendendo più difficoltoso l'apprendimento, in particolare da parte di esperti di altri campi disciplinari. Ciò costituisce un paradosso, dal momento che in inglese tali termini sono per lo più di uso corrente, e spesso introducono delle immagini informali che al contrario favoriscono la comprensione dei meccanismi informatici che descrivono. Il codice De Folt è una soluzione alternativa alla traduzione letterale in italiano di ogni termine, ormai resa impraticabile dall'uso comune. Esso prevede l'impiego di vignette umoristiche che si propongono di esplicitare meccanismi logici che sono impliciti in situazioni di vita reale, ricreando al contempo il clima informale e accogliente che aveva la terminologia inglese e che è andato perso nella trasposizione italiana. De Folt è contemporaneamente il cognome del protagonista (D. De Folt, dall'espressione "di default", importata dall'inglese nel gergo informatico italiano) e l'acronimo di Disegni Esplicativi per Formare con Opportuno Linguaggio alle Tecnologie. In questo lavoro l'autore, in un'ottica multidisciplinare che vuole porre in sinergia competenze diverse (matematiche, informatiche, didattiche e di pedagogia sperimentale), propone un nuovo approccio per la formazione informatica, e in particolare per il superamento di quelle barriere che spesso si determinano nei confronti della disciplina.
La formula più bella del mondo. Quando su Eulero si posò la mano di Dio
Paolo Gangemi, Francesco Claudio Ugolini
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2025
pagine: 144
«La matematica, vista nella giusta luce, possiede non soltanto verità ma anche suprema bellezza – una bellezza fredda e austera, come quella della scultura». Questa frase di Bertrand Russell può stupire chi trova difficile concepire un'associazione fra matematica ed estetica. Ma un poeta, Fernando Pessoa, è andato anche oltre: «Il binomio di Newton è bello quanto la Venere di Milo. Il fatto è che pochi se ne accorgono». Alla domanda su quale sia la formula più bella, quasi tutti i matematici rispondono: la formula di Eulero,eiπ + 1 = 0. È così bella che il suo stesso autore esclamò che doveva entrarci la mano di Dio. Per capire la bellezza di questa formula non è necessaria una laurea in matematica: la apprezzerà anche il lettore che arriverà alla fine di questo libro. La sua grazia non è legata a particolari passaggi formali o ai calcoli e alle operazioni necessarie per ottenerla, né ai problemi che può aiutare a risolvere. È bella in sé, per come è scritta: mette insieme le cinque costanti più importanti della matematica (1, 0,e, i, π ) e lo fa con le tre operazioni fondamentali (la somma, il prodotto e la potenza). Ognuno dei cinque numeri ha una sua storia e alla fine si ritrovano tutti insieme – sembra quasi un miracolo – in un'unica formula. I cinque numeri della formula di Eulero vengono presentati in questo libro da Gangemi e Ugolini come fossero personaggi di cui si racconta la storia, il significato matematico, le curiosità, i legami con le arti e le scienze, sempre con un linguaggio accessibile a chiunque. E quando il lettore avrà finalmente chiaro il senso della formula, potrà anche lui godere in prima persona di quella bellezza scultorea di cui parlano poeti e matematici.