Libri di Franco Basso

Jerome K. Jerome racconta di aver dato da leggere ad Arthur Conan Doyle, una copia dei racconti di Machen. Doyle quella notte non riuscì a dormire. «Il vostro amico Machen è proprio un genio» disse poi a Jerome, «ma prima di portarmelo a letto di nuovo ci penserò due volte ». L’aneddoto è insieme rivelatore sia delle qualità letterarie e artistiche di Machen – uno degli autori favoriti di Henry Miller e considerato “un maestro” da Borges – sia dell’effetto inquietante della sua prosa. Volto, in tutta la sua produzione, a sondare i misteri dell’universo, egli non giunge mai a una conclusione definitiva, ma soltanto (ed è già molto) a porre questioni, a mettere in dubbio quella che sembrerebbe la realtà, aiutandoci a prendere coscienza della complessità dell’esistenza. I suoi racconti, dunque, come i sogni di cui spesso parla, sembrano cominciare con la parola fine.

Le liriche sono il frutto di una riflessione sul tempo, sulla memoria e sul destino dell'uomo, a tratti con occhio disincantato.

Gli umori sono la nostra essenza. La raccolta propone un percorso che si sviluppa attraverso storie di viaggio, del mistero e umoristiche. I protagonisti sono piccoli uomini di fronte a grandi prove, quelle del nostro tempo.

Gli umori sono la nostra essenza. La raccolta propone un percorso che si sviluppa attraverso storie di viaggio, del mistero e umoristiche. I protagonisti sono piccoli uomini di fronte a grandi prove, quelle del nostro tempo.

Le liriche sono il frutto di una riflessione sul tempo, sulla memoria e sul destino dell'uomo, a tratti con occhio disincantato, a tratti con drammatica freddezza.

In una Vladivostok cosmopolita, uno dei crocevia dei traffici d'inizio Novecento, s'inquadrano le vicende di due famosi paleontologi, bloccati in città dallo scoppio della guerra russo-giapponese. Arthur Carrington, malinconico e disilluso, rievoca con il fedele assistente Conan Bancroft le passate avventurose imprese siberiane alla ricerca di un mammut interamente conservato.