Libri di Frantz Fanon
Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2020
pagine: 170
Nell'opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d'interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell'indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l'ostinazione di chi aveva scritto "Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo", nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell'epoca. La sua è urìar-cheologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un'etnologia critica dell'Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l'etnopsichiatria e l'antropologia mèdica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell'immigrato, Yeconomia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura.
La rivoluzione algerina e la liberazione dell'Africa. Scritti politici (1957-1960)
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 123
Il nucleo degli scritti qui raccolti è costituito dagli articoli che Fanon scrisse in forma anonima per l'edizione francese di "El Moudjahid", giornale del Fronte di liberazione nazionale algerino al quale collaborò dal 1957 al 1960. In essi - come osserva Jean Khalfa nell'introduzione -non è difficile scorgere il suo stile, la sua insistenza sui processi vitali all'opera in ogni disalienazione, il suo interesse per una coscienza che si forma solo liberandosi dalle identità del passato, così come la sua preoccupazione di impedire l'ossificazione delle strutture rivoluzionarie e del neocolonialismo, e la sua fedeltà a una dimensione propriamente rivoluzionaria del movimento nazionale algerino. In generale, questi scritti mostrano come nel contesto rivoluzionario si elabori la rottura con la centralità della Francia: condizione ideale nella quale cresce ed evolve anche il pensiero di Fanon. La rivoluzione algerina appare come l'epicentro dal quale si propagano le scosse telluriche che fanno oscillare la torre d'avorio dalla quale gli intellettuali europei - non solo francesi - hanno raccontato il resto del mondo, subordinandolo alle loro voci, alle loro lingue. Al tempo stesso, la rivoluzione algerina è anche la lente attraverso la quale è possibile leggere il mondo oltre il conflitto con la République, mettendo a nudo le contraddizioni e le ingiustizie di una geografia centrata sul ruolo dell'Europa nel mondo. Il confine tra Parigi e Algeri diventa il collettore di istanze di lotta e di liberazione che riguardano l'intero continente africano, i processi di costruzione di nuove società, ma anche lo spunto per riflettere sull'Europa, sul suo rapporto con il fascismo e il colonialismo nella costruzione del mondo occidentale.
Pelle nera, maschere bianche
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2015
pagine: XV-216
Scritto nel 1952, in pieno processo di decolonizzazione, questo saggio di Frantz Fanon analizza con rigore e finezza i meccanismi di oppressione politica e psicologica riservati all'uomo di colore. Una scrittura capace di restituire la fisicità delle sofferenze, una riflessione che si spinge fino a un obiettivo preciso: "liberare l'uomo di colore da se stesso". Liberarlo dal circolo infernale in cui lo sguardo bianco lo ha costretto, dal cuneo dell'inferiorità in cui lo ha incastrato. Libro dal valore profetico e di ribellione radicale, che non indugia sulle identità del "Negro", che respinge la negritudine, che preferisce porre interrogativi a chi ripropone e impone le ragioni della separatezza e della gerarchia del colore.
I dannati della terra
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2007
pagine: LIX-230
Nell'opera di Fanon, e in particolare in questo suo libro, si è realizzata la presa di coscienza del significato universale della rivoluzione dei popoli coloniali e dell'avvento del "terzo mondo" come protagonista della nuova storia. Anche se il libro getta le sue radici nella rivoluzione algerina, e si alimenta della sua straordinaria esperienza, esso trascende di gran lunga l'ambito di una particolare nazione, per studiare l'intero processo su un piano internazionale, che tende a dare alla storia un'universalità effettiva e a fare dell'umanità intera il suo soggetto consapevole. La prefazione è di Jean-Paul Sartre.
Scritti politici. Per la rivoluzione africana. Volume Vol. 1
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2006
pagine: 196
Immersi come siamo nelle condizioni geopolitiche della "guerra al terrorismo", appare quanto mai utile rileggere oggi i saggi di Fanon. Il modo migliore per leggere questo libro è considerarlo come una serie di domande difficili sulla storia del presente, sul significato del razzismo nelle società europee e sul carattere della politica postcoloniale; non solo in Africa, ma in tutti quei luoghi dove i crimini coloniali europei vengono conservati energicamente nella memoria, nonostante l'Europa abbia tentato in ogni modo di stendere su tali crimini un velo d'oblio. Quale che sia la rilevanza di questi saggi nel passato, oggi essi ci parlano con forza delle circostanze politiche della nostra epoca: delle questioni della razza, della cultura e del multiculturalismo, della proiezione sociale di fantasmi razziali(zzati), dell'integrità e della coesione di "civiltà" in conflitto e della controversa questione dell'umano nell'ambivalente contesto del discorso sui diritti umani. La critica di Fanon alla sinistra e alla sua tiepida condanna dell'uso della tortura in Algeria ha tuttora un impatto enorme. Fanon ci è utile per comprendere anche come il vecchio conflitto tra la croce e la mezzaluna sia stato ravvivato e perché abbia potuto generare forze così potenti e globali. Le sue analisi offrono un'ampia gamma di strumenti concettuali e di intuizioni teoriche che possono gettare luce sulla crisi globale del multiculturalismo.
Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 173
Nell'opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d'interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell'indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l'ostinazione di chi aveva scritto "Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo", nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell'epoca. La sua è urìar-cheologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un'etnologia critica dell'Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l'etnopsichiatria e l'antropologia mèdica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell'immigrato, Yeconomia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura.
Scritti politici. L'anno V della rivoluzione algerina. Volume Vol. 2
Frantz Fanon
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2007
pagine: 188
La guerra di Algeria è uno dei conflitti più cruenti del '900. Ha opposto una potenza europea, la Francia, a un paese colonizzato, l'Algeria. Questo libro è nato dall'esperienza accumulata dall'autore nel cuore del conflitto, quando era un membro del Fronte di liberazione nazionale algerino. Un testo che descrive dall'interno le trasformazioni di una società che lotta per la sua liberazione; quella maturazione politica e sociale ignorata dai coloni che portò alla guerra di Algeria, "la più allucinante portata avanti da un popolo per spezzare la sua oppressione coloniale". Il secondo volume degli "Scritti politici" esce in concomitanza con un convegno su Fanon organizzato, a Roma, da Villa Medici e dall'lnstitut culturel dell'Ambasciata francese.
Pelle nera, maschere bianche
Frantz Fanon
Libro
editore: Tropea
anno edizione: 1996
pagine: 206
Un libro di rivolta, un libro di riflessione sull'identità, quella del "Negro", certo, ma anche quella degli "Altri" che gli impongono la condizione di separatezza, che ne fanno un paria, un irrimediabile diverso. Così l'investigazione di Fanon finisce col riguardare anche il "Bianco", che forse ha più da perdere che da guadagnare a barricarsi nella fortezza assediata del proprio privilegio. Un saggio toccante che smuove le radici profonde del malessere attuale di fronte alla sfida della diversità. Ma anche il grido di dolore di un uomo che ha vissuto in prima persona la condizione di segregato e vuole strenuamente dar voce all'orgogliosa protesta di una cultura vitale e ricca di valori, nonostante l'insensato disprezzo di cui è stata fatta oggetto.