Libri di Gian Pietro Lucini
Le nottole ed i vasi
Gian Pietro Lucini
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 524
Gian Pietro Lucini (1867-1914), considerato da Edoardo Sanguineti “il primo dei moderni” per l’uso del verso libero e per la sua attività di critico militante, non è solo il poeta delle Revolverate e delle Nuove Revolverate, o il polemista libertario e anarchico che si oppone a D’Annunzio e ai dannunziani, ai futuristi e alla monarchia, alla guerra e al clericalismo, ma è anche l’autore di una straordinaria raccolta di prose alessandrine, immaginarie traduzioni di antichi papiri acquistati a Tunisi da un bizzarro erudito. Le Nottole ed i Vasi, pubblicato nel 1912 e mai più ristampato, è un libro composito e stratificato, al di fuori dei generi codificati: apocrifo e soperchieria letteraria, ma anche pamphlet, imitazione, divertissement, novelliere, Kammerspiel, e molto altro ancora. Il suo ostinato e protervo sfuggire a ogni classificazione ha contribuito a mantenere nell’ombra questo libro raro, poderoso e prezioso, che può considerarsi, invece, il capolavoro di Lucini. Con il saggio introduttivo "Gian Pietro Lucini e la commedia dei papiri".
I Monologhi di Pierrot
Gian Pietro Lucini
Libro: Libro in brossura
editore: Aurora Boreale
anno edizione: 2024
pagine: 90
Gian Pietro Lucini (1867-1914), pseudonimo di Pieter Lucini, poeta, scrittore e critico letterario, è stato uno dei più controversi e interessanti intellettuali nel panorama culturale italiano tra fine ‘800 e inizio ‘900. Considerato un precursore delle nuove avanguardie, può essere annoverato tra i maggiori innovatori della poesia italiana. Autore di numerose opere, pubblicò I Monologhi di Pierrot a Milano nel 1898. Annoverato tra le opere poetiche del grande scrittore lombardo, è in realtà un testo dai riflessi scenici, quasi teatrale, e a tratti surreale, onirico, metafisico, che affronta temi filosofici ed esistenziali. Un testo in cui Lucini reinterpreta magistralmente Pierrot, la celebre maschera divenuta celebre in Francia, ma in realtà italianissima (nacque in Italia settentrionale alla fine del ‘500, nel contesto della Commedia dell’Arte, con il nome di Pedrolino). Lucini, animo inquieto, sarcastico e profondamente introverso, con “gallico entusiasmo” e con temeraria asocialità, attraverso lo svolgimento dei sei Monologhi, arriva a identificarsi con questa bianca figura di maschera, intesa come rappresentazione metafisica della malinconica ambiguità umana.
La piccola Kelidonio. Le lettere erotiche e famigliari d'incerto autore alessandrino
Gian Pietro Lucini
Libro: Copertina morbida
editore: Diana edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 111
All'indomani della sua morte, riemerge dalle carte del poeta Gian Pietro Lucini il manoscritto de "La piccola Kelidonio": una immaginaria raccolta di lettere scambiate, in epoca alessandrina, tra alcuni gaudenti personaggi e delle cortigiane. Un'evocazione ironicamente libertina della vita e del costume di quei secoli lontani, sottilmente pervasa dall'eros e dallo spirito di gioia e di bellezza che spira dai frammenti della poesia ellenistica. Saggio introduttivo di Gabriel-Aldo Bertozzi. Prefazione di Carlo Linati.
Carteggio. 1910
Aldo Palazzeschi, Gian Pietro Lucini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2020
pagine: 154
Il carteggio tra Palazzeschi e Lucini abbraccia il breve arco cronologico compreso tra la primavera e l'inverno 1910, per un totale di 14 missive (9 pezzi di Aldo e 5 di Gian Pietro). Dopo questa data non resta alcuna traccia epistolare nei rispettivi archivi, confermando così che per lo più entro questi limiti temporali occorre ricercare l'origine di quella distanza critico-ideologica, che qualche anno più tardi finisce per separare definitivamente due personalità poetiche, solo in apparenza simpatetiche. L'epistolario si apre con una lettera di presentazione che Palazzeschi scrive all'«Illustre Maestro» dalla «solitudine francescana di Firenze» nell'aprile 1910, dopo aver ricevuto in dono il «Meraviglioso libro “Revolverate”». All'indomani dell'adesione al Futurismo e in un momento di forti tensioni tra Marinetti e Lucini, Palazzeschi prova a stabilire con il Melibeo un breve ma intenso contatto epistolare, riconoscendo al «Maestro» Lucini una sorta di primato tra la schiera dei poeti futuristi («Voi siete il primo»), in quanto precursore con l'uso del verso libero di una nuova e moderna proposta lirica. L'invio di una copia di Poemi, il «libretto di versi» che precede la svolta dell'Incendiario, conferma il tentativo da parte di Palazzeschi di stabilire con Lucini un legame diretto, senza la mediazione deformante dell'etichetta futurista. La moderata lode per l'«originalità» dei versi di Poemi non influisce però sul sostanziale giudizio negativo nei confronti dell'Incendiario e del movimento futurista. La corrispondenza epistolare dopo pochi mesi si interrompe bruscamente. Nel 1910 Palazzeschi non è ancora disposto a sottoscrivere contro il «Duce futurista» l'accusa, fino a quel momento formulata pubblicamente dal solo Lucini, di «forgiare a sua immagine e somiglianza tutta quanta l'attività del gruppo».