Libri di Gianluca Fracasso

Gli eventi che caratterizzano l’infanzia di un’esistenza ne segnano in maniera ineludibile la sorte? È possibile scartare da binari che sembrano tracciati verso un epilogo già scritto? Questa è la domanda che fa da basso continuo alle vicende narrate, che prendono il via durante la Seconda guerra mondiale. Che donna diventerà Evelina, sveglia bambina della comunità valdese della Val Chisone, ritrovatasi ben presto orfana, avendo perso prima il padre partigiano per mano dei nazisti e, da lì a pochi anni, la madre in un ospedale psichiatrico, a seguito del tracollo psicofisico dovuto alla scomparsa del marito? E la successiva esperienza del collegio che ricadute avrà per quella creatura che si sta affacciando sul palcoscenico della vita?

Mettetevi nei panni di un uomo, un uomo per bene, un gran lavoratore, un saggio… di quella saggezza sana data dalla vita e dal “fare le cose”. Mettetevi nei panni di un uomo che a settant’anni ancora lavora, che ama andare in bici, che fa il nonno, il padre e il marito al meglio delle sue possibilità, come ha sempre fatto. Mettetevi nei panni di quest’uomo che si ammala di SLA. “Il dito di Babinski” è un romanzo, un flusso di coscienza che ci porta a vivere nella testa e nel cuore di quest’uomo, giorno dopo giorno, mentre il corpo diventa una gabbia e l’epilogo è certo, ma noi vogliamo restare con lui fino alla fine, vogliamo leggere ancora una pagina per sapere cosa pensa del mondo. Gianluca Fracasso nei mesi successivi alla morte di suo padre si ritrova impegnato in un’artigianale forma di elaborazione del lutto: massicce dosi di “carta e penna” da cui sono scaturite queste pagine.