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Gli antichi romani credevano che gli eventi della nostra vita fossero diretta conseguenza delle nostre azioni... ma è davvero così? Può un omicidio essere conseguenza di una lite tra soci, a sua volta originata dalla scoperta di alcune irregolarità da parte di uno dei due? È quello che crede la polizia, chiamata ad indagare sulla morte violenta del socio di un famoso studio di consulenza. Tutti gli indizi, compreso l’uso di una pistola ritrovata accanto al cadavere - e di proprietà dell’altro socio - sembrano avvalorare questa ipotesi. Eppure, l’investigatore Robert Gemelli, amante cinefilo che sembra uscito dai gialli dell’hard boiled, a metà strada tra Sam Spade e Philip Marlowe, crede all’innocenza del socio incriminato. Indagherà a suo rischio - e con l’aiuto di un amico ispettore - coinvolto nelle pericolose amicizie del morto, tra affascinanti donne e molteplici elementi contraddittori, fino alla scoperta della sorprendente verità. Morte di un socio infedele è un poliziesco scritto con logica stringente e pieno di ironia che si lascia leggere con avidità dalla prima all’ultima pagina.

Ci sono storie e racconti non scritti, leggende tramandate nel tempo che leggiamo e poi restano sepolte fra le pagine dei libri riposti sugli scaffali della nostra libreria o mensole di casa. Cosa accadrebbe se volessimo far rivivere una leggenda, tingendola di avventura e fantasia? In questo libro, l’adulto potrà riscoprire il bambino che c’è in lui, mentre i più giovani potranno sognare scenari nuovi, immersi nel territorio toscano: dal più aspro dove la centrale geotermica della “Valle del Diavolo, nei pressi di Larderello sbuffa con i suoi soffioni e fumarole, alle narrazioni popolari di paese, dove si possono nascondere streghe e creature misteriose. La visita a un borgo medievale sommerso da un lago artificiale, come quello di Vagli, e infine i castelli, in particolare uno, che fino a poco tempo fa era abbandonato a se stesso, ma che è considerato “l’Ahlambra toscana”: il castello di Sammezzano. In questo contesto, prende forma la trama del racconto. I protagonisti sono tre piccoli cugini che scoprono e crescono assieme alla magia che s’intreccia tra mistero, miti e avventura, talvolta accarezzando l’arte e la fascinazione dell’incanto.

Un nuovo scrivere, una Sardegna di ieri verso il cambiamento di oggi scorre come un fiume inarrestabile, pagine di vita tra narrazione e immagini come flashback a intermittenza. Sinestesie tra tortuosi sentimenti e voci dell'anima.

Richiamarsi alla poesia di Shakespeare o di Montale o di Twain per incanalare il discorso su un testo di poesia, è difficile oggi. Magari non opportuno. Gli argomenti shakespeariani come quelli degli altri due giganti della poesia che ho citato, sono ancora attuali, ma la complessità del mondo moderno ne ha aggiunti molti altri, molto importanti, e non meno gravi. Il testo “Graffi di passione” si snoda tra tutte queste tematiche rilasciando una parziale gigantografia della società attuale e dei suoi conflitti, cercando anche di non sollevare fraintendimenti tra passione e dolore, come tra amore e persecuzione. Agitando la clessidra del tempo che non si ferma, calibra il tiro, inasprendo i toni a volte violenti, chiedendo tra le righe al lettore un esame di coscienza. O provando a farlo.

I Cavalieri Templari, ufficialmente noti come Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, furono un ordine religioso-militare fondato intorno al 1119 da Ugo de Payns. Il loro compito principale era proteggere i pellegrini cristiani diretti in Terra Santa. Riconosciuti dalla Chiesa nel 1129, divennero presto un potente ordine, noto per la disciplina, il coraggio e una rete economica che anticipava il sistema bancario moderno. Nel 1307, per ordine del re di Francia Filippo IV, furono arrestati con accuse di eresia e l’ordine fu soppresso nel 1312. La loro leggenda sopravvive ancora oggi, tra misteri, miti e teorie sul loro tesoro e sul Santo Graal.

Il mondo è finito. Le città sono cumuli di rovine e il cielo odora di sangue e polvere. Jan e Fabrizio, due ex militari segnati dalla guerra e dalla perdita, combattono ogni giorno contro l’incubo che ha divorato la Terra: i Devmorkt. Creature deformi, nate da un male sconosciuto, con la carne marcia e gli occhi pieni di fame. Non sono zombie: sono peggio. I loro corpi si contorcono come ossa spezzate, la pelle si lacera in piaghe nere, e le urla… sembrano umane, ma vengo - no da qualcosa che dell’uomo non ha più nulla. In un mondo dove la sopravvivenza è un lusso, Jan e Fabrizio incontrano Sofía e Matteo, altri due sopravvissuti pronti a unirsi alla loro disperata lotta. Insieme trovano un campo rifugiati, ma il rifugio si rivela presto una trappola. Fabrizio, ferito in uno scontro con un Devmorkt, viene preso in cura…

Nel mondo frenetico della ristorazione, dove ogni minuto è un imprevisto e ogni gesto può trasformarsi in tensione, Francesco Palmieri ha imparato che la vera sfida non è “tenere il ritmo”, ma ritrovare se stessi mentre tutto si muove. Dopo anni trascorsi tra banconi, turni infiniti e stress quotidiano, l’autore — oggi Mindset Coach e insegnante di Mindfulness MBSR — racconta il suo percorso di trasformazione: da reazioni istintive e stanchezza cronica a una nuova capacità di restare presente anche nei momenti più caotici. Respira tra una comanda e l’altra non è un manuale teorico né un racconto di redenzione, ma una guida concreta di mindfulness informale, nata dall’esperienza reale e pensata per chi vive giornate intense e non ha tempo per meditazioni formali o ritiri nel silenzio.

L'inverno dei fiordalisi è un romanzo storico ambientato nella Germania di fine Ottocento, un'epoca di profonde tensioni sociali e di rigido controllo. Questa storia è una domanda esistenziale: cosa resta dell'umanità quando l'ideologia e la repressione soffocano ogni voce? Al centro c'è Rhuna, una giovane donna che lotta contro un ordine antico, desiderando solo esistere con dignità in un contesto che le nega il permesso. Nelle fabbriche e nei circoli clandestini, una nuova consapevolezza di classe e di genere sta emergendo. Nonostante ciò, le istanze femminili vengono messe da parte. Rhuna agisce proprio in questa “crepa”, rompendo un equilibrio non scrivendo un manifesto che proclami una dottrina, ma che esprime una ferita personale, il ricordo di ingiustizie subite e la voce soffocata di tante come lei. La narrazione segue la protagonista attraverso i luoghi oscuri del potere, le fughe notturne e, infine, l'esilio. Il percorso più significativo, tuttavia, è quello interiore: un passaggio dalla rabbia alla coscienza, dall'azione alla contemplazione. In un'antica solitudine, Rhuna scopre una spiritualità laica e ostinata che cresce “come un seme sotto la neve”.

Tutto ha inizio da un Fiore di cioccolato, una marquise al cacao racchiusa in una sfera di cioccolato che danza voluttuosa e carezzevole su uno specchio di crema alla vaniglia Bourbon del Madagascar. Cosma Della Vigna eredita dai nonni materni Romeo Volti e Caterina Tasso “Villa Cosmos Atros”, dimora raffinata dal nome originale, Fiore di cioccolato, una varietà che emana un profumo simile al cacao e che popola il suo giardino in stile gotico. Villa Cosmos accoglie una piccola comunità in cohousing, otto personaggi che si mettono in gioco affrontando la sfida di vivere insieme pur non conoscendosi e avverrà che, condividendo la quotidianità, si sceglieranno come famiglia, non sempre comprensibile, ma ogni volta abbracciabile, si ripartirà ancora, anche se non tutto sarà agevole.

Sei racconti, sei mondi. Dall’avventura all’amore, dal dramma all’attualità, fino alla fantasia più sorprendente, ogni storia esplora un’emozione diversa e riflette un frammento dell’animo umano. Un viag frammento dell’animo umano. Un viag gio tra realtà e immaginazione, dove ogni racconto lascia un segno unico nel cuore del lettore.

Boke è la raccolta di tutto quelle che, in qualche modo, è rimasto "fuori fuoco". Le quattro inquadrature (Dettaglio, Primo Piano, Mezza Figura, Campo Lungo) raccontano esperienze, emozioni, ricordi, previsioni da prospettive diverse dello spirito. Parola e fotografia si intrecciano in un dialogo nuovo, dove ogni dettaglio diventa essenziale per guardare la poesia da un altro punto di vista.

È la storia di Jacques, Biagio e Michele. Tre storie. Tre luoghi geografici diversi e tre archi temporali differenti: Parigi nel 1890, la provincia di Verona negli anni novanta e duemila, New York nei giorni a cavallo dell’attentato alle torri gemelle. Ed un unico filo conduttore che collega karmicamente tutti i nostri protagonisti, i loro mondi e le loro vicende. Resta da scoprire chi è “trasmigrato” in chi. È anche un romanzo a più livelli di lettura. Si parla della genesi della rivoluzione francese e delle motivazioni socio-politiche che l’hanno generata. Come si è evoluta la massoneria e come è confluita in un odierno ipotetico Nuovo Ordine Mondiale che tira i fili di tutto e che, oggi più che mai, manipola gli eventi e le società per generare distrazioni e “nuovi bisogni” (attentato al World Trade Center compreso). L’amore è il comune denominatore della storia. Amore puro, romantico, passionale e amicale. Ma il vero protagonista è appunto un cuore. Non solo nel senso traslato.