Libri di Gianluca Valenti
Il cannibale
Gianluca Valenti
Libro: Libro in brossura
editore: bookabook
anno edizione: 2025
pagine: 247
Tutto inizia con una cena tra amici organizzata per far conoscere due persone, Fausto ed Eleonora, entrambi di poco più di trent’anni, che potrebbero piacersi. Ma la serata, in cui alcol e droga hanno dato il loro contributo, ha un esito drammatico: Eleonora accusa Fausto di stupro. Non ci sono testimoni, se non un gatto nero, e in tribunale le versioni dei due collidono. Si è trattato davvero di violenza? Fausto è il cannibale che tutti additano e che hanno già condannato prima del giudizio della legge o Eleonora si è inventata tutto per ottenere notorietà e denaro? In un inferno di accuse e di opinioni costruite sul senso comune, si scoprirà che la verità non è mai o bianca o nera e che ogni azione, anche la più banale, e ogni parola, seppur pronunciata a cuor leggero, può distruggere intere esistenze.
«Un pelago di scientia con amore». Le «regole» di Fortunio a cinquecento anni dalla stampa
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 240
È passato ormai mezzo millennio da quando Giovan Francesco Fortunio, giurista friulano appassionato di lettere, nonché attento filologo e lettore dei classici latini e volgari, pubblicò, a fine estate 1516 e a proprie spese, il primo esemplare di un genere librario del tutto nuovo, quello delle grammatiche del volgare. Naturalmente, Fortunio non poteva essere consapevole dell'enorme impatto che imprese come la sua avrebbero prodotto non solo sul pubblico a cui direttamente si rivolgeva, ma anche sulle generazioni successive di scriventi prima, di parlanti dell'italiano poi. Il cinquecentenario della pubblicazione delle "Regole grammaticali della volgar lingua" è stato cosi l'occasione per riflettere di nuovo su un testo che troppo spesso è stato ingiustamente considerato, dagli studiosi, solo nell'ottica di un confronto con il modello bembiano delle "Prose della volgar lingua". In questo volume, che convoca alcuni fra i maggiori esperti della storia della lingua e della grammatica italiane, si è voluto mettere Fortunio al centro della discussione e lasciare che gli altri attori del dibattito grammaticale cinquecentesco gli ruotassero attorno. Ne emerge un ritratto in costante evoluzione, che viene progressivamente arricchito da nuovi dettagli, i quali affiorano dalla sovrapposizione di singole focalizzazìoni su alcuni dei principali nodi irrisolti dell'ideazione, della scrittura e della ricezione delle Regole. Partendo dunque dallo studio delle interazioni con il Trissino, con il Bembo, con i teorici cortigiani e altri; dall'esame delle fonti, tanto letterarie quanto giuridiche e storiche dell'opera fortuniana; dall'analisi della sua ricezione nei decenni successivi alla prima stampa, si è avviata una riflessione comune su quei processi che condussero, nel XVI secolo, alla costituzione di una norma grammaticale accettata - seppure lentamente e certo non linearmente - da quasi tutti gli scriventi della Penisola.
Sermone del cane e del cavallo
Battista Guarino
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2016
pagine: 168
Battista Guarino (1434-1503), figlio del celebre umanista Guarino Veronese, è conosciuto quasi esclusivamente per la sua attività erudita di insegnante e traduttore, e non è un caso che la sua opera più famosa - il De ordine docendi ac studendi - sia un manuale di didattica. Un codice manoscritto allestito agli inizi del Cinquecento, attualmente conservato presso una collezione privata, trasmette un testo databile tra il 1464 e il 1471 della cui esistenza si era fino a oggi persa ogni traccia, la cui riscoperta permette di scorgere il lato più ludico e leggero dell'austero Battista. Questi mette in scena un dialogo fittizio che lo vede protagonista, assieme al cortigiano Teofilo Calcagnini, di un brillante ragionamento sulle caratteristiche, le virtù e i metodi di allevamento di cani e cavalli. Nonostante l'esistenza di molteplici opere - greche, latine, arabe, romanze - dedicate alla cura di tali animali, l'autore mostra di saper sviluppare l'argomento in modo originale: infatti, lungi dall'inserirsi in un genere letterario predefinito, il Sermone si situa al crocevia fra un testo enciclopedico, un trattato di caccia e un manuale di veterinaria. Fonti letterarie e tecniche, fonti classiche e contemporanee si trovano sapientemente mescidate a formare un'opera organica, rispettosa della tradizione ma al tempo stesso profondamente innovativa: un'opera in cui convivono storie di un passato ormai remoto, storie mitologiche e storie della realtà quotidiana della corte d'Este. Presentazione di Baudoin Van Den Abeele.

