Libri di Gianpaolo Ferraioli
L'Italia e gli albori del secolo americano
Gianpaolo Ferraioli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2019
pagine: 232
L'editore e giornalista Henry Luce, personaggio tra i più autorevoli e innovativi nella storia della comunicazione di massa americana, scrisse nel febbraio 1941 sulla rivista «Life» che, se gli Stati Uniti si fossero decisi a intervenire nella Seconda guerra mondiale, avrebbero non solo sconfitto il nazifascismo, ma avrebbero anche inaugurato il «secolo americano». In tal modo, gli Stati Uniti avrebbero potuto diffondere la loro benefica egemonia nei quattro angoli del pianeta. Storici e politologi, riflettendo su quella profezia di Luce, si sono chiesti se l'egemonia americana sia effettivamente risultata positiva per le sorti del mondo oppure no. Nel complesso, la loro risposta è stata affermativa. Inoltre, essi si sono domandati in quale momento della loro storia gli Stati Uniti posero le premesse per l'affermazione, a partire dal 1941, dell'«American Century». Alcuni, quindi, sono risaliti al 1917 e all'intervento nella Prima guerra mondiale voluto da Woodrow Wilson. Altri hanno identificato nella guerra ispano-americana del 1898 l'evento che preannunciò la fondazione del «secolo americano».
L'Italia e la «Dollar Diplomacy»
Gianpaolo Ferraioli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2018
pagine: 556
«Dollar Diplomacy» è una definizione che ha un significato negativo: rinvia a un tipo di politica estera, quella americana, tutta al servizio del capitalismo rapace. L'amministrazione di William H. Taft fu quella che, per prima, tra il 1909 e il 1913 rivendicò esplicitamente il diritto di svolgere la «Dollar Diplomacy». Tuttavia, per Taft e per i suoi collaboratori, la «diplomazia del dollaro» avrebbe dovuto operare piuttosto a favore del benessere e della pace dell'intera umanità. In rapporto all'America latina, infatti, la «Dollar Diplomacy» avrebbe dovuto fare in modo che, con l'aiuto economico degli Stati Uniti, i Paesi latinoamericani trovassero stabilità e sviluppo. Su scala mondiale, invece, la «Dollar Diplomacy» sarebbe dovuta servire a consolidare un programma basato sull'intesa tra le grandi potenze, affinché esse procedessero d'accordo nelle questioni relative agli investimenti finanziari e industriali internazionali. Dall'intesa economica le maggiori potenze sarebbero dovute passare all'intesa politica e sarebbero state accantonate così le cause delle guerre.
L'Italia e l'ascesa degli Stati Uniti al rango di potenza mondiale (1896-1909)
Gianpaolo Ferraioli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Scientifiche Italiane
anno edizione: 2013
pagine: 580
Gli Stati Uniti posero le basi della loro potenza di dimensioni mondiali tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, durante le presidenze di William McKinley e Theodore Roosevelt. Con la guerra contro la Spagna del 1898 e la conquista delle Filippine e di Guam, con l'annessione delle Hawaii e il forte interessamento all'assetto dell'impero cinese, con la nuova interpretazione della Dottrina Monroe e l'inizio dei lavori di scavo del canale di Panama, con l'estensione del loro apparato militare e dei loro commerci, gli Stati Uniti dimostrarono alle altre nazioni che ormai ogni angolo del pianeta non sarebbe più sfuggito alla loro influenza. E l'Italia, che inviava peraltro ogni anno oltreoceano decine di migliaia di suoi emigranti, come reagì a questa politica di Washington? Questo libro cerca di rispondere a tale interrogativo, analizzando in particolare le riflessioni e le azioni dei diplomatici italiani.
Politica e diplomazia in Italia tra XIX e XX secolo. Vita di Antonino di San Giuliano (1952-1914)
Gianpaolo Ferraioli
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2007
pagine: 1016
Antonino di San Giuliano è un personaggio poco noto in Italia. Gli storici hanno dedicato poche attenzioni alla vita e all'attività di questo statista siciliano. Si è ritenuto che San Giuliano sia stato il mero esecutore di una politica estera voluta da altri: il re Vittorio Emanuele III e i diversi presidenti del Consiglio che si avvicendarono alla guida del paese all'inizio del Novecento, in particolare Giolitti. In realtà, pur restando nell'alveo di direttrici ben collaudate, San Giuliano si assunse l'onere di importanti decisioni e dettò i tempi di rilevanti azioni: si pensi alla guerra di Libia. Fu poi San Giuliano che gettò le basi fondamentali del Patto di Londra, ovvero dello strumento diplomatico che conteneva le modalità secondo cui l'Italia sarebbe dovuta entrare nella prima guerra mondiale per uscirne da grande potenza. Egli lasciò a Salandra e Sonnino lo schema di un Patto che, a suo giudizio, avrebbe dovuto tendere però non tanto ad assicurare all'Italia vasti territori fuori dei suoi confini geografici, quanto piuttosto a darle la sicurezza di condurre la guerra meno gravosa possibile. Fu un personaggio complesso, che mosse i suoi primi passi nella politica locale a Catania, durante la seconda metà dell'Ottocento, e terminò la sua vita alla guida del ministero degli Esteri, quando l'Italia era concentrata a sciogliere il dilemma se restare neutrale o intervenire nella Grande Guerra.