Libri di Giulio Abbate
Il fantasma del codice. Un dibattito di Common Law (1789-1890)
Giulio Abbate
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 256
Il volume traccia le evoluzioni ottocentesche dei paradigmi inglesi della codificazione, influenzati da una mutevole visione del giuridico in cui la stessa «legal tradition» era oggetto di contesa tra opposte strategie discorsive. Sullo sfondo di un generale ripensamento della relazione tra Stato e cittadino, in cui la stessa dimensione coloniale finì per essere coinvolta, la vicenda è ricostruita con uno sguardo a entrambe le sponde dell’Atlantico, nel tentativo di mostrare il carattere dinamico di un discorso caratterizzato da rotture e ridefinizioni, sperimentazioni e ripensamenti, ma anche da convergenze, passaggi, movimenti transnazionali. Così che da “fantasma” normativo, legato a un’impossibile rappresentazione dell’interazione common law/legislazione, il codice diveniva il focus di un dibattito sulla costruzione dell’ordinamento ottocentesco, sulla società e lo Stato, sul moderno e i suoi strumenti.
«Un dispotismo illuminato e paterno». Riforme e codificazione nell'India britannica (1772-1883)
Giulio Abbate
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2015
pagine: VIII-328
Questo volume affronta il tema del colonialismo, segnato da autorevolissimi contributi sia italiani che stranieri. Si tratta di un'analisi dell'esperienza coloniale britannica in India sia pure sotto il profilo particolare del pluralismo degli ordinamenti giudiziari e di polizia e dell'unificazione del diritto penale. Va detto che proprio l'analisi di quei diversificati ordinamenti impone anzitutto che lasci emergere il ruolo del personale indigeno, cui vennero affidati dagli amministratori coloniali ruoli di esazione fiscale e di disciplinamento sociale per ottenere il pieno controllo politico dei territori e dei sudditi indiani. I compiti specificatamente giudiziari di questi stessi soggetti determinarono notevoli distorsioni del sistema criminale sperimentato in colonia. Tra le prassi processuali distorte, il ricorso a strumenti di indagine e di ricerca delle prove definibili come tortura: una prassi, questa, fortemente stigmatizzata dall'amministrazione coloniale, ma drammaticamente funzionale alle logiche di controllo dei territori periferici e, per tale motivo, mai completamente sradicata. All'eco di queste pratiche nel dibattito parlamentare inglese, ed allo scandalo da esse suscitato il libro dedica attenzione. Il lavoro rivela anche il singolare gioco di specchi che le sperimentazioni indiane, dirette a realizzare la codificazione penale, suscitarono negli ambienti giuridici della madrepatria e nello stesso parlamento inglese.