Libri di Jacques Gubler
Caruso Mainardi Architetti. Abitazioni-Housing
Giancarlo Consonni, Jacques Gubler, Luca Ortelli
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2023
pagine: 144
Il libro illustra i progetti di abitazioni realizzate da Caruso Mainardi Architetti, studio milanese attivo fin dagli anni Settanta. Alberto Caruso ed Elisabetta Mainardi si dedicano a molti temi, ma le residenze collettive rappresentano il centro della loro ricerca, rivolta agli aspetti tipologici e morfologici dell'abitazione. La parte iniziale del volume illustra i progetti di residenze di tipo economico costruite nei comuni dell'area metropolitana, progetti diretti a organizzare in modo ordinato un territorio, che fin da quegli anni era compromesso da una disordinata diffusione insediativa. Il modo di progettare di Caruso Mainardi Architetti può essere sinteticamente definito con la formula "fare città", cioè, realizzare edifici che, per la loro forma e la loro dimensione, perseguono l'obiettivo di riprodurre condizioni spaziali cittadine, finalizzate a favorire l'incontro sociale. Un concetto di città pensata come il modo più evoluto di abitare, che deve essere oggetto di manutenzione e di trasformazione attenta alla continuità con la sua storia. Il volume è introdotto dai saggi di Jacques Gubler e di Giancarlo Consonni e presenta una intervista a Alberto Caruso e a Elisabetta Mainardi a cura di Luca Ortelli.
Architettura dell'indelebile. Due Memoriali della shoah. Milano e Drancy
Jacques Gubler
Libro: Copertina morbida
editore: Marinotti
anno edizione: 2018
pagine: 93
Sia per la storia, sia per l'architettura la Memoria della Shoah presenta una difficoltà ontologica. Esiste da un lato l'incapacità di esprimere, di comprendere, di immaginare l'esito finale della deportazione, quando il dire coinvolge l'indicibile. Dall'altro lato, la testimonianza dei sopravvissuti rende necessaria la narrazione letterale, precisa, minuziosa del meccanismo della cosiddetta soluzione finale. Sia in Francia, sia in Italia sono rimasti segni architettonici concreti della Shoah. Fautori di genocidi, i regimi nazifascisti hanno pianificato la logistica della deportazione tramite luoghi di concentramento e di deportazione. Il campo di Drancy in Francia, nella periferia nord-est di Parigi, è stato una stazione di transito per migliaia di persone, così come dalla Stazione Centrale di Milano ne furono deportate centinaia. In Francia, dove il negazionismo ha cercato di sopravvivere al racconto dei sopravvissuti di Drancy, le istituzioni nazionali hanno conferito nel 2001 lo statuto di Monumento Storico alle reliquie del campo. A Drancy come alla Stazione Centrale di Milano si cristallizza così un programma interpretativo dove la narrazione storica coabita con un centro di documentazione e una biblioteca. Scopo di questo bouquin è di confrontare il Memoriale della Shoah di Milano, opera degli architetti Morpurgo de Curtis, vincolato dal MiBACT per il suo "interesse culturale storico particolarmente importante", con il Memoriale di Drancy, progettato dallo studio Diener & Diener. Alla drammaturgia del percorso milanese, che si svolge tra straniamente e distanziamento, risponde l'espressione laconica del Memoriale di Drancy.
Motion, émotions. Architettura, movimento e percezione
Jacques Gubler
Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2014
pagine: 188
Camminare tra le architetture; attraversare in velocità il paesaggio, volare sulla città possono essere non solo esperienze dirette, ma anche, attraverso lo sguardo colto di chi si muove con agilità attraverso il tempo, divenire momenti sostanziali per la comprensione dell'epoca attuale, in cui le molte dimensioni dell'architettura vengono esplorate e messe in crisi. Con una sequenza di visioni tanto inaspettate quanto ricercate, sullo spunto di eventi innestati dal progresso tecnologico, l'autore ci accompagna con sapienza e ironia in una rilettura dei cambiamenti nella percezione del mondo moderno. L'intuizione dei luoghi vissuti con la lentezza della passeggiata a piedi, il movimento e la teatralità della scala, l'irruzione del ferro e della velocità del treno nella tranquilla vita borghese, così come la scoperta del paesaggio aereo e del suo inevitabile impatto sull'immagine della nuova architettura ci sono svelati dall'autore attraverso un suggestivo uso delle immagini, dallo schizzo di dettaglio all'inquadratura fotografica, lasciandoci ad ogni saggio quelle curiosità che stimolano il nostro vivere quotidiano. Gubler, cronista per la "Casabella" di Vittorio Gregotti dal 1982 al 1995 e autore delle famose cartoline, attraversa ora, con la stessa ironia sottile e appassionata, la storia recente della cultura architettonica e dei suoi maestri per offrire, come scrive Mario Botta nella presentazione, "uno spaccato interpretativo dell'architettura attraverso lo sguardo curioso e disincantato del fruitore."
Nazionalismo e internazionalismo nell'architettura moderna in Svizzera
Jacques Gubler
Libro: Copertina morbida
editore: Silvana
anno edizione: 2012
pagine: 390
'Nazionalismo e internazionalismo nell'architettura moderna' in Svizzera narra l'avventura della modernità a partire dalla fondazione napoleonica del Paese. La costruzione del territorio nazionale conferisce alla SIA (Società degli ingegneri e degli architetti) un ruolo da protagonista. Il razionalismo incontra il modello romantico dello chalet, emanazione amorosa della saga alpina. In opposizione al turismo, l'azione deleteria di poeti e romanzieri stigmatizza il cosmopolitismo e fonda la denuncia razzista dell'intrusione straniera. La lotta ideologica si rafforza tra la prima e la seconda guerra mondiale, dall'Esposizione nazionale di Berna (1914) a quella di Zurigo (1939). I protagonisti svizzeri dell'avanguardia internazionale cercano di sconfiggere i campioni locali delle "avanguardie reazionarie". Stampato in quantità omeopatica nel 1975, il libro apparve a Losanna presso la casa editrice L'Âge d'Homme. Pur se molto citato, venne poco letto. Ora, quest'esumazione filologica ne fa un secondo avatar. La traduzione snella dell'architetto e storico Filippo De Pieri, docente al Politecnico di Torino, trasmuta il bianco e nero della versione francese in un racconto policromo. Il giallo della copertina corrisponde al blasone efficiente delle Poste svizzere, servizio fondamentale non ancora thatcheriz-zato, malgrado l'ideologia dominante nel Paese, ereditata da Paperon de' Paperoni.