Libri di Javier P. Grossutti
Dall'Italia al Sud America. L'idea di «fraternité» e il mutuo soccorso fra gli emigranti in Argentina e Brasile
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2025
pagine: 408
Le società di mutuo soccorso nacquero in Italia nella seconda metà dell'Ottocento per rispondere alle necessità dei lavoratori che non erano in grado di fronteggiare gli eventi catastrofici. Il mutualismo si diffuse così in tutto il Paese con casse previdenziali, magazzini cooperativi, scuole e biblioteche. Forti di questa esperienza, gli emigranti italiani che raggiunsero in massa il continente americano, fondarono nei luoghi di arrivo società di mutuo soccorso sul modello di quelle della madrepatria. Al 31 dicembre 1896 esistevano nel mondo 1.159 società di mutuo soccorso fra italiani all'estero. Il maggior numero di soci si registrava in Sud America, in particolare in Argentina. Un fenomeno di vasta portata, su cui tuttavia la letteratura si è soffermata soltanto sporadicamente. Come si organizzarono gli emigranti italiani in Sud America? In quali modi si consociarono? Cosa è rimasto oggi di questo importante fenomeno aggregativo? Queste alcune domande cui il libro cerca di dare una risposta, a partire dalla storiografia esistente, ma provando a estendere le tematiche comparative e a fare il punto sull'heritage del mutuo soccorso.
Egidio Feruglio. Patagonia e Terra del fuoco
Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2011
pagine: 188
Non fu la miseria, ma la paura della miseria. La colonia della Nuova Fagagna nel Chaco argentino (1877-1881)
Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 144
"Ciò che indusse buon numero di famiglie ad emigrare per l'Argentina non fu la miseria, ma la paura della miseria". Gabriele Luigi Pecile, personalità politica del Friuli post-risorgimentale, così commentò nel 1878 la partenza degli agricoltori della sua Fagagna. Secondo i registri anagrafici tre furono i contingenti partiti dal territorio comunale tra ottobre e dicembre 1877. Raggiunsero l'Argentina e in maggioranza si insediarono nell'allora territorio del Chaco, a Resistencia. La prima motivazione della scelta migratoria fu la speranza di terra da lavorare. Gli ostacoli che clima e suolo opposero e la (non usuale) collaborazione con gli indios resero epica l'esperienza dei pionieri fagagnesi. L'identità contadina prevalse infatti nel contatto con i primi abitatori di quelle terre: nessuna boria nazionalistica, nessuna prevaricazione ma un rapporto di pacifica convivenza e di condivisione di comuni problemi.
Pantianicco a Buenos Aires. Da contadini a infermieri. Un caso di emigrazione specializzata
Javier P. Grossutti, Francesco Micelli
Libro: Libro in brossura
editore: Olmis
anno edizione: 2007
pagine: 238
Colloredo di monte Albano. I paesaggi, ieri, oggi e domani
Francesco Micelli, Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Olmis
anno edizione: 2006
pagine: 120
Conti e contadini a Colloredo di Monte Albano
Francesco Micelli, Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Olmis
anno edizione: 2005
pagine: 160
L'emigrazione nel Friuli occidentale. Guida alla sezione museale "Lavoro ed emigrazione" di Cavasso Nuovo
Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Olmis
anno edizione: 2018
pagine: 168
Chi d'una parte chi dall'altra. Emigranti di Bonzicco, Carpacco, Dignano e Vidulis
Javier P. Grossutti
Libro: Libro in brossura
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 344
Il volume descrive le caratteristiche del fenomeno migratorio nel comune di Dignano, un caso unico nel contesto del Friuli. La particolarità dell'esperienza all'estero degli abitanti di questa piccola comunità collocata a ridosso del fiume Tagliamento è data dalla temporaneità della permanenza, perfino nelle partenze oltreoceano otto-novecentesche: l'esempio di Dignano è ulteriore dimostrazione di quanto la versione generalistica dell'emigrazione come destino irreversibile sia ormai superata dallo studio puntuale di comunità paesane. La forte mobilità dei dignanesi nel primo dopoguerra, che prevede di regola il rientro in patria dopo un periodo più o meno lungo nei cantieri vicini e lontani, rappresenta, in realtà, una strategia di vita. Fino alla metà del Novecento l'emigrazione è un flusso sostanzialmente maschile, perchè le donne lavorano nelle due filande presenti nel capoluogo e a Carpacco. La chiusura dei due opifici tra gli anni Quaranta e Cinquanta modifica completamente i comportamenti migratori: l'impossibilità di trovare lavoro vicino casa spinge molte donne all'emigrazione, ma soprattutto fissa all'estero, almeno temporaneamente, una parte consistente della comunità.