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Libri di Jean Dubuffet

A ruota libera

A ruota libera

Jean Dubuffet

Libro: Libro in brossura

editore: Joker

anno edizione: 2024

pagine: 92

"A ruota libera", scritto in forma di auto-intervista e pubblicato postumo nel 1986, rappresenta un testo di fondamentale importanza per cogliere la specificità e l’essenza del percorso umano e artistico di Jean Dubuffet. La costante ricerca di nuovi modi di produrre arte (attraverso l’utilizzo di materiali inediti e tecniche innovative), il rifiuto tassativo delle tradizionali categorie culturali, l’insofferenza mai celata verso l’arte da museo (con conseguente adesione verso l’Art Brut), rappresentano le tappe decisive dell’eclettico itinerario del pittore e scultore francese, ricostruite nel presente volume, con estrema chiarezza e concisione. In queste pagine, caratterizzate da un linguaggio colloquiale e informale, ma al contempo dense di acute riflessioni e di preziosi spunti teorici sulla concezione e il ruolo dell’arte, ritroviamo la stessa verve pungente e dissacrante di Asfissiante cultura. Ci imbattiamo così in un autoritratto insolito e memorabile di una delle personalità più originali e controverse nel panorama artistico del secondo dopoguerra, indiscusso esponente di spicco tra le avanguardie del Novecento.
12,00

Asfissiante cultura

Jean Dubuffet

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2024

pagine: 144

«Quando la cultura pronuncia la parola arte, non è l’arte a esser chiamata in causa, ma la sua nozione. La mente dovrà esercitarsi a prendere coscienza – e a conservarla in modo permanente – dell’enorme differenza di natura esistente, nell’arte come in ogni altra cosa, tra la cosa stessa e la nozione della cosa. Il pensiero culturale assume in tutti i campi la posizione di spettatore, non d’attore; prende in considerazione forme, non forze; oggetti, non movimenti; elementi statici, non spostamenti e traiettorie. Nella sua ossessione di confrontare ogni cosa e di misurarla, nella sua ossessione di attribuire valori e di classificarli, il pensiero culturale può operare soltanto su oggetti concreti e tangibili, di misure stabili. Col vento è impotente: non ha le bilance per pesarlo, può pesare soltanto la sabbia che trascina. Dell’arte, la cultura non sa nulla, conosce soltanto le opere d’arte, che sono tutt’altra cosa, che spostano il problema su un terreno che non è più quello dell’arte, proprio come la sabbia in rapporto al vento. In tal modo la cultura falsa la creazione artistica, che così si snatura, tradisce la sua funzione naturale di vento per assumer quella di portatrice di sabbia. Gli artisti, per schierarsi con la cultura, si sono trasformati da soffiatori di vento in ammucchiatori di sabbia. Alcuni affermano che se venisse abolita la cultura non esisterebbe più l’arte. Si tratta di un’idea profondamente errata. L’arte, è vero, non avrà più nome; sarà la nozione di arte ad aver fine, non l’arte, che al contrario ritroverà una salute nuova dal fatto di non aver più nome». Con uno scritto di Federico Ferrari.
20,00 19,00

Piccolo manifesto per gli amatori d'ogni genere

Piccolo manifesto per gli amatori d'ogni genere

Jean Dubuffet

Libro: Copertina morbida

editore: Allemandi

anno edizione: 2021

pagine: 191

Una nuova edizione integrale della prima raccolta di scritti di Jean Dubuffet (Le Havre 1901 - Parigi 1985), uscita per la prima volta nel 1946 col titolo Prospectus aux amateurs de tout genre nella mitica collana «Metamorphoses» di Gallimard. Si tratta di una serie di scritti programmatici (tra cui il fondamentale Note per i fini letterati), composti intorno alla metà degli '40 con una prosa briosa e provocatoria. In essi, così come in Anticultural positions (1951), gli orientamenti sovversivi e anticulturali di Dubuffet trovano una prima e compiuta formulazione. L'edizione, che include alcuni inediti mai tradotti prima in italiano, presenta anche due brevi prove letterarie audacemente sperimentali (in un gusto alla Céline, per intendersi) ed è munita di un ricco apparato di note di confronto che permettono di addentrarsi, in compagnia dell'artista, «in un mondo dove i meccanismi delle abitudini smettono di funzionare».
22,00

Asfissiante cultura

Asfissiante cultura

Jean Dubuffet

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 120

«Quando la cultura pronuncia la parola arte, non è l’arte a esser chiamata in causa, ma la sua nozione. La mente dovrà esercitarsi a prendere coscienza – e a conservarla in modo permanente – dell’enorme differenza di natura esistente, nell’arte come in ogni altra cosa, tra la cosa stessa e la nozione della cosa. Il pensiero culturale assume in tutti i campi la posizione di spettatore, non d’attore; prende in considerazione forme, non forze; oggetti, non movimenti; elementi statici, non spostamenti e traiettorie. Nella sua ossessione di confrontare ogni cosa e di misurarla, nella sua ossessione di attribuire valori e di classificarli, il pensiero culturale può operare soltanto su oggetti concreti e tangibili, di misure stabili. Col vento è impotente: non ha le bilance per pesarlo, può pesare soltanto la sabbia che trascina. Dell’arte, la cultura non sa nulla, conosce soltanto le opere d’arte, che sono tutt’altra cosa, che spostano il problema su un terreno che non è più quello dell’arte, proprio come la sabbia in rapporto al vento. In tal modo la cultura falsa la creazione artistica, che così si snatura, tradisce la sua funzione naturale di vento per assumer quella di portatrice di sabbia. Gli artisti, per schierarsi con la cultura, si sono trasformati da soffiatori di vento in ammucchiatori di sabbia. Alcuni affermano che se venisse abolita la cultura non esisterebbe più l’arte. Si tratta di un’idea profondamente errata. L’arte, è vero, non avrà più nome; sarà la nozione di arte ad aver fine, non l’arte, che al contrario ritroverà una salute nuova dal fatto di non aver più nome». Con uno scritto di Federico Ferrari.
19,00

Asfissiante cultura

Asfissiante cultura

Jean Dubuffet

Libro: Libro in brossura

editore: Abscondita

anno edizione: 2006

pagine: 136

"Quando la cultura pronuncia la parola arte, non è l'arte a esser chiamata in causa, ma la sua nozione. La mente dovrà esercitarsi a prendere coscienza - e a conservarla in modo permanente - dell'enorme differenza di natura esistente, nell'arte come in ogni altra cosa, tra la cosa stessa e la nozione della cosa. Il pensiero culturale assume in tutti i campi la posizione di spettatore, non d'attore; prende in considerazione forme, non forze; oggetti, non movimenti; elementi statici, non spostamenti e traiettorie. Nella sua ossessione di confrontare ogni cosa e di misurarla, nella sua ossessione di attribuire valori e di classificarli, il pensiero culturale può operare soltanto su oggetti concreti e tangibili, di misure stabili."
18,50

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