Libri di Laura Cervini
La spia di cristallo
Pere Cervantes
Libro: Libro in brossura
editore: Elliot
anno edizione: 2025
pagine: 408
Barcellona. Il giornalista spagnolo Manu Pancorbo, detto Panco, riceve una lettera disperata da parte di una giovane sconosciuta che lo implora di aiutarla a ritrovare la madre scomparsa: si tratta di Taibe Shala, antico amore di Panco mai dimenticato. Basta questa richiesta di aiuto perché lui parta immediatamente per la città natale di Taibe – Pristina, in Kosovo – accompagnato dall’amica Olga Balcells, con la quale ha condiviso molte missioni come reporter di guerra. Vent’anni prima, Panco, inviato nei Balcani durante il conflitto, aveva conosciuto Taibe, interprete albanese per conto dell’Onu, con cui aveva iniziato una relazione amorosa, complicata dai molti silenzi di lei. Non solo Taibe custodiva il trauma della violenza subita in guerra ma era poi divenuta una spia, coinvolta suo malgrado in un doppio gioco tra albanesi e intelligence tedesca. La ricerca della donna scomparsa condurrà Panco e Olga in un mondo fosco fatto di vendette personali, trame segrete, sospetti e tradimenti, un mondo in cui ancora perdurano gli effetti delle violenze contro le donne perpetrate durante il conflitto. A partire dall’eredità di Graham Greene e John le Carré, e dalla propria esperienza personale come inviato Onu, Pere Cervantes intesse un’appassionante storia d’amore e spionaggio in cui vittime e testimoni della guerra combattono la stessa battaglia per restare umani nonostante l’orrore.
L'altro amore di Federico. García Lorca a Buenos Aires
Reina Roffé
Libro: Libro in brossura
editore: Poiesis (Alberobello)
anno edizione: 2016
pagine: 355
In una Buenos Aires colta e festosa, tanghera e scettica, ma allo stesso tempo densa di speranze e progetti avanguardisti e innovatori, Francesca Vallmajor Francis, la mia amica Cesca, la scrittrice minore, occulta, disinteressata alla fama, lettrice severa e sottile saggista, conobbe Federico. La sua “Prefederica Loca”, come lo chiamava a partire dalle tre del mattino, quando, alticci, ridevano l’uno dell’altra, dopo aver riso di se stessi; dopo aver fatto a pezzi tutti gli altri ed erano già nel letto, soffocando le risate sotto le lenzuola, prima di amarsi come fratelli promiscui, quelle notti in cui dormivano insieme perché erano troppo tormentati dai dilemmi interiori per riuscire a separarsi, e avvinti da quel prematuro panico di essere aggrediti dalla solitudine che, chissà, forse non era né più né meno che il tremendo presagio della morte.