Libri di M. Esposito La Rossa
La zia Tula-San Manuel Bueno, martire
Miguel de Unamuno
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 208
Gertrudis, detta Tula, dedica la vita ai figli della sorella defunta, rinunciando al matrimonio e a una maternità propria, in nome di una maternità "totale", incontaminata, vergine, che è anche una vittoria sulle regole del mondo maschile. Don Manuel Bueno, parroco di campagna dal profilo esemplare, non crede più nell'immortalità dell'anima e nella resurrezione, eppure continua a "ingannare" il suo gregge che nella speranza della salvezza ultraterrena trova conforto e ragione dello stare al mondo. Testimonianza dell'incessante ricerca espressiva di Miguel de Unamuno, "La zia Tula" (1921) e "San Manuel Bueno, martire" (1931) declinano in forma narrativa la riflessione su cui s'incentra l'opera dello scrittore-filosofo, quella sul sacro nell'esistenza umana e sui paradossi che ne scaturiscono, rappresentati da due figure anticonvenzionali, eccentriche, persino sovversive, che incarnano la «tragedia del vivere umano».
La zia Tula
Miguel de Unamuno
Libro: Libro in brossura
editore: Marchese Editore
anno edizione: 2011
pagine: 144
Erede di don Chisciotte e di santa Teresa d'Avila - come spiega l'autore nel prologo - la zia Tula non è semplicemente il personaggio di un romanzo, ma la personificazione di un paradosso, di un concetto, di un dogma profondamente cristiano: quello della "verginità materna", della "maternità vergine", sul modello della madre di Cristo. Attraverso una prosa incalzante tessuta quasi esclusivamente da dialoghi, nella "Zia Tula" Unamuno si inoltra nelle intime contraddizioni di un personaggio che, rinunciando al matrimonio per sacrificarsi, da vergine madre, ai figli di sua sorella Rosa, si fa carico dell'inquietudine dell'eterna lotta tra corpo e spirito, tra i desideri della carne e il perseguimento di un ideale di castità, che ha la sopravvivenza del focolare domestico come scopo ultimo della vita. Da finissimo psicologo, Unamuno, nella "Zia Tula", scava "in certe catacombe dell'anima, dove alla maggior parte dei mortali non piace discendere".

