Mondadori
Galaphile. I primi druidi di Shannara. Volume Vol. 1
Terry Brooks
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 324
Leggenda vuole che Paranor, fortezza sede dell'Ordine dei Druidi e uno degli edifici più iconici delle Quattro Terre, sia stata eretta da un Elfo di nome Galaphile Joss. Adolescente orfano e solitario, Galaphile vive alla giornata, in un mondo ancora profondamente segnato dalle Grandi Guerre. In seguito a quella devastazione, nuove Razze - Elfi, Nani, Gnomi e Troll - si erano evolute dai resti dei loro predecessori, rimanendo tuttavia divise da rancori e rivalità. Ma Galaphile è determinato a cambiare le cose e riportare l'armonia tra gli abitanti delle Quattro Terre, riunendoli sotto l'obiettivo comune della conoscenza e del progresso. Galaphile sa che per riuscire in questa missione dovrà imparare a padroneggiare l'arte della magia, e si mette quindi alla ricerca di Cogline, un eremita considerato il mago più potente della regione, sperando di convincerlo a diventare il suo maestro. Con l'aiuto del Re del Fiume Argento, poi, inizierà a costruire la cittadella che un giorno sarà conosciuta come Paranor, destinata a divenire un faro del sapere, dove creature di ogni razza vengono riunite con l'incarico di raccogliere e custodire le conoscenze rimaste dell'antico mondo. Ma c'è un nemico che si muove nell'ombra, un essere corrotto da una forza oscura e primordiale, che riecheggerà nei secoli, annunciando il sorgere dei tempi più bui che le Quattro Terre dovranno mai affrontare. Con questo primo volume di una nuova dilogia, Terry Brooks ritorna nel mondo di Shannara, la sua saga più amata, per raccontare come tutto è iniziato, addentrandosi in un'epoca cruciale e finora inesplorata, che cambierà per sempre il volto delle Quattro Terre.
Zenobia. Il romanzo della regina guerriera
Valerio Massimo Manfredi
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 344
III secolo d.C. Odenato, sovrano della fiorente colonia orientale di Palmira, in Siria, viene assassinato vilmente insieme al figlio Erode. Il regno spetta di diritto a Vaballato, ma l’ultimogenito del re è ancora troppo piccolo e così a sedersi sul trono è Zenobia, la giovane vedova. I notabili di Palmira sperano che la sovrana segua le orme del marito, e confermi la politica filoromana che tanti commerci e denari ha portato nelle loro tasche, ma scoprono presto che in Oriente si è alzato un vento ben diverso: colta, ambiziosa e bellissima, abile a cavallo e nella lotta, Zenobia non vuole vivere all’ombra di nessuno, tantomeno di Roma. Perché secondo lei l’Impero è fragile, e i tempi sono maturi per l’impresa più grande mai vagheggiata prima: sconfiggere i Romani e proclamarsi imperatrice. Dal regno di Palmira inizia così una partita complessa, fatta di trame segrete, alleanze inedite e strategie astute, ma anche battaglie fulminee, attentati e sangue innocente versato: Zenobia è presto costretta a guardarsi le spalle, perché le insidie si nascondono dietro ogni volto, nemico e soprattutto amico... Valerio Massimo Manfredi torna a esplorare la storia dell’Impero Romano in terre lontane dalla capitale, ma non per questo meno intimamente legate al suo destino. Zenobia è il ritratto appassionante e appassionato di una figura straordinaria e modernissima.
Finimondo. Come Hitler e Mussolini cambiarono la Storia. E come Trump la sta riscrivendo
Bruno Vespa
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 468
Questo libro racconta il passaggio da un «finimondo» all’altro. Dall’orrenda conclusione della seconda guerra mondiale, con la morte violenta e quasi simultanea di Hitler e Mussolini, all’inatteso sconvolgimento dell’ordine mondiale per opera di Donald Trump. Mai dal 1945 l’Europa si è sentita così intrappolata dalla fine dell’atlantismo, decisa per decreto dal presidente americano, e dalla crescente aggressività russa in Ucraina e nell’Europa dell’Est, nella sostanziale indifferenza degli Stati Uniti. Esercitando con brutalità la supremazia economica, diplomatica e militare, Trump è riuscito a imporre una tregua a Gaza dopo due anni di massacri compiuti da Israele in risposta all’orribile strage del 7 ottobre 2023 per mano dei terroristi di Hamas. Tutto ciò ha avuto inevitabili ricadute sulla politica italiana. Giorgia Meloni ha festeggiato il terzo anno di governo (il terzo più longevo della nostra Repubblica) mantenendosi ancorata alla tradizione europeista, pur facendo da interlocutrice privilegiata nei rapporti con Trump. I suoi crescenti consensi garantiscono all’esecutivo una stabilità curiosamente unica in Europa, visto che i suoi due partner principali, Antonio Tajani e Matteo Salvini, che qui raccontano le loro diverse strategie, nonostante le forti differenze di vedute in campo internazionale non sfiorano mai il punto di rottura. Meloni confida a Bruno Vespa retroscena familiari legati alla lunga permanenza a palazzo Chigi, i frequentissimi incontri con Trump, i contrasti con Elly Schlein, la battaglia per il referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati, vero punto di partenza della campagna elettorale per le elezioni del 2027. E Guido Crosetto gli spiega perché la sconfitta dell’Ucraina porterebbe l’Europa virtualmente in guerra con la Russia. Con Schlein, molto critica sull’attuale governo, Vespa riflette sulla progressiva radicalizzazione del Pd, contestata dalla minoranza riformista interna, e con Giuseppe Conte su un Campo che sarà «largo» soltanto dopo un’intesa all’immediata vigilia delle elezioni politiche. Nell’ampia parte storica del libro, si racconta la drammatica inversione dei rapporti tra Hitler e Mussolini a partire dal 1938, quando con il «patto d’acciaio» il Duce si mise totalmente nelle mani del Führer, seguendolo nella rovinosa campagna di Russia. Fino ai suoi ultimi giorni di vita, tradito dai tedeschi che lo consegnarono ai partigiani di Dongo. Pagine intense sono dedicate ai rapporti dei due dittatori con le loro amanti, Eva Braun e Claretta Petacci, fatti di insospettabili tenerezze e acute gelosie, in un tragico crescendo culminato nella decisione comune di morire accanto ai loro uomini.
Cartelli di sangue. Le rotte del narcotraffico e le crisi che lo alimentano
Nicola Gratteri, Antonio Nicaso
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 228
Una rete invisibile avvolge il pianeta. Lungo i suoi fili scorrono tonnellate di cocaina e inimmaginabili quantità di denaro. Dalle coltivazioni sterminate del Sudamerica, la droga raggiunge ormai ogni angolo del mondo - Stati Uniti, Olanda, Australia, Italia - alimentando un'economia criminale globale. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso hanno seguito queste rotte sul campo, partendo dai luoghi in cui tutto comincia: Colombia, Perú e Bolivia, i tre principali produttori mondiali. Lì hanno incontrato i cocaleros che raccolgono le foglie, visto le cocinas dove le foglie diventano pasta di coca e poi, nelle sedi delle unità antidroga, raccolto le voci di chi il narcotraffico lo combatte ogni giorno. Il quadro che emerge è impietoso: mentre i cartelli sudamericani accumulano guadagni colossali, interi territori sprofondano nella miseria, soffocati dalla corruzione e dalla violenza, privati della forza delle istituzioni. Eppure la droga non si ferma, attraversa confini porosi, viaggia nascosta nei container, arriva nei maggiori porti europei persino a bordo di sommergibili artigianali. L'Italia è parte integrante di questo sistema: la 'ndrangheta, con la sua straordinaria capacità di penetrazione, è oggi uno dei partner più affidabili dei cartelli sudamericani. Dalle banchine di Gioia Tauro milioni di dosi invadono le piazze dello spaccio, trasformandosi in denaro che viene ripulito con metodi sempre più sofisticati, fino a intrecciarsi con l'economia legale. Il nuovo saggio di Gratteri e Nicaso è un viaggio lucido e sconvolgente nelle pieghe del narcotraffico internazionale. Un libro che dimostra come, per debellare davvero questa piaga, la cooperazione tra paesi e strutture antimafia sia condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre liberare i territori dai bisogni e dalla paura, restituendo dignità e fiducia alle comunità; solo così si potrà togliere terreno fertile alle mafie e permettere ai giovani di crescere in un ambiente fondato sulla legalità, sulla responsabilità e sul rispetto reciproco.
Custodire la luce. Un breviario quotidiano
Gianfranco Ravasi
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 420
«Il senso ultimo della vita e la scelta di una via per la propria vocazione hanno bisogno di tempo, di preparazione e di riflessione. Dobbiamo, quindi, essere capaci di sostare, di attendere, di purificare il nostro pensare e agire.» Eppure, oggi tutto sembra condurci nella direzione opposta. Travolti dal flusso frenetico degli eventi e dal frastuono del mondo, raramente troviamo il tempo per fermarci a contemplare la grandezza dell'universo - capace di smitizzare ogni tentazione di superbia - o per ascoltare la voce della nostra coscienza, che, come insegna l'autentica sapienza, laica o religiosa, si rivela soltanto nel silenzio, nella sosta e nel distacco dalla superficie delle cose. Senza questo ascolto, infatti, «si corre il rischio di non vivere umanamente, ma solo di sopravvivere fisicamente.» È con questo spirito che il cardinale Ravasi propone una riflessione per ciascuno dei 366 giorni dell'anno solare, a partire da citazioni di autori antichi o contemporanei (scrittori, poeti, filosofi, ma anche umoristi, cantanti, fumettisti), illustrandone e ampliandone il significato. Sono testi caratterizzati dalla brevità e dalla semplicità, ma ricchi di intuizioni e di spunti sui temi più disparati: dall'amore all'amicizia, dalla solitudine alla famiglia, dall'infanzia alla malattia, dalla bontà all'odio. Proprio come le pagine di un «breviario», a cui si ispirano, richiedono di essere assaporati e meditati riga per riga, parola per parola, in una quotidiana pausa di isolamento e tranquillità perché possano davvero stimolare il pensiero e sollecitare l'agire. Sul finire di un anno giubilare improntato alla speranza, Custodire la luce è un sincero invito ad ascoltare e preservare la voce che risuona nel profondo della nostra interiorità, la sola che può indicarci come diventare pienamente e autenticamente «persone umane».
Nostra solitudine
Daria Bignardi
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 168
Come si fa oggi a stare nel mondo? In questo mondo. A trovare un modo, un posto adatto a noi che siamo consapevoli di essere privilegiati ma dobbiamo fare i conti anche coi nostri, di traumi, piccoli o grandi, oltre che con quelli giganteschi di chi è sotto le bombe, di chi è oppresso, povero, svantaggiato. Ci si vergogna a dire che ci si sente soli, ma lo siamo sempre di più. Daria Bignardi lo dice con sincerità, ironia, coraggio. Sente che la solitudine può essere una prigione ma anche un posto da cui ascoltare il battito del cuore del mondo. Il mondo la chiama e lei parte. Va in Cisgiordania, a Hebron, a parlare coi prigionieri palestinesi rilasciati nell'ultimo scambio. A At-Tuwani, il villaggio di No Other Land, conosce i volontari internazionali che ogni giorno accompagnano a scuola i bambini perché i coloni non gli sparino addosso. È a Gerusalemme, nella Chiesa del Santo Sepolcro, il giorno in cui muore Papa Francesco. Va in Vietnam, l'unico paese che ha sconfitto gli Stati Uniti, dove scopre quanto è inquinato il Mekong. Assiste all'operazione al cuore di un neonato in Uganda. Vuole lasciare i social media perché intuisce che lì dentro c'è qualcosa che sfrutta malignamente la nostra solitudine, ma non riesce a rinunciare alla partita quotidiana a Wordle con le nipoti, al cazzeggio con le amiche, a flirtare con gli amanti. Morde la solitudine con passione. Capirà cosa cerca nello sguardo di un gorilla che incontra in Uganda e di tutti gli animali che incrocia sulla sua strada: i cani Giulio, Fix, Brillo, i gatti, le galline, un pappagallo. Nonostante racconti le oppressioni del nostro presente - globalizzazione, occupazione, guerra, patriarcato - questo è un libro intimo e personalissimo, pieno di felice tormento, che riesce a fare quel che si auspica faccia la letteratura: dare parole a qualcosa che non riusciamo a vedere ma sentiamo incombere. Senza appesantire il fantasma che evoca, senza togliergli magia.
Napoleone. L'ombra della rivoluzione
Bart Van Loo
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 504
«Chi potrà mai spiegare, descrivere o comprendere Napoleone?» si chiedeva Honoré de Balzac. Chi riuscirà a decifrare, al di là dell'iconografia sontuosa, il mistero del giovane generale còrso capace di persuadere milioni di francesi che fosse proprio lui l'uomo che stavano aspettando? L'uomo che nell'arco di vent'anni ha dominato l'Europa alla testa di un'armata invincibile, ha donato al mondo il primo codice civile moderno, ha conquistato ed esercitato un potere assoluto, ha causato milioni di vittime e ha trascorso i suoi ultimi giorni confinato su un'isola sperduta dell'Atlantico, dove, con le sue memorie, ha saputo reinventare se stesso consegnandosi al mito? Bart Van Loo, saggista e storico fiammingo, trova una possibile risposta a queste domande negli anni affascinanti e turbolenti della Rivoluzione francese. Anni che decretarono la fine del sistema feudale e l'abolizione dei privilegi della nobiltà e del clero, celebrarono i diritti dell'uomo e con il Terrore giacobino finirono per soffocare il Paese nel sangue. In quel caos di odio e anarchia, Napoleone mosse i primi passi come soldato dell'ancien régime, sfruttò abilmente occasioni e incontri con politici potenti, piegò le circostanze alla propria hybris e al proprio sconfinato arrivismo. Fu, letteralmente, l'erede della rivoluzione, all'ombra della quale si svolse ogni sua azione, dalla trionfale campagna d'Italia al drammatico epilogo di Waterloo. La rivoluzione fu lo sfondo in cui l'eroe leggendario di Arcole e l'essere umano in carne e ossa - con i suoi errori, i crimini e i successi, i dubbi, gli amori, le malattie e i periodi di depressione - si sovrapposero, spesso confondendosi tra loro e confondendo i contemporanei, che del provinciale arrivato a guidare un impero seguirono ciecamente ogni impresa o detestarono la smisurata fame di gloria e di potere. Con uno stile vivido e coinvolgente, Van Loo restituisce non solo il ritratto di una figura monumentale, capace ancora oggi di suscitare fascino e interrogativi, ma anche un affresco lucido e potente dei paradossi di un'epoca. Un invito a riflettere sul prezzo del potere e sull'eredità rivoluzionaria.
La signora che rispondeva alle lettere
Catherine Siguret
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 240
All'inizio degli anni Sessanta, a Veules-les-Roses, un piccolo villaggio della Normandia, comincia a circolare una notizia che ha dello straordinario: le lettere indirizzate a Babbo Natale non solo arrivano veramente a destinazione, ma ricevono anche risposta! Dietro questa tenera trovata c'è Magdeleine Morin, responsabile dell'ufficio postale del paese, che, in barba alla regola che le imporrebbe di gettar via le letterine dei bambini, decide invece di aprirle e di fare tutto il possibile per realizzare i sogni che contengono. Ma, all'interno di quelle piccole buste, Magdeleine non trova soltanto richieste di nuovi giocattoli o altri regali: molti bambini scrivono a Babbo Natale per confidargli segreti e ingiustizie, o per chiedergli aiuto per affrontare paure, problemi in famiglia e dubbi che non sanno a chi affidare. Anche se sa di mettere a rischio il suo posto di lavoro, Magdeleine non può fare a meno di seguire il cuore, e così decide di rispondere, nel tentativo di aggiustare le cose e salvare la magia del Natale. Ispirato alla storia vera di Magdeleine Homo e della nascita della Segreteria di Babbo Natale - servizio ufficiale delle Poste francesi, istituito nel 1962 e attivo ancora oggi -, "La signora che rispondeva alle lettere" è molto più di un racconto natalizio: è una storia di emancipazione femminile e solidarietà, che celebra l'importanza dell'ascolto e la possibilità di fare la differenza, anche nei gesti più semplici.
La vedova
John Grisham
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 432
Simon Latch è un piccolo avvocato di provincia alle prese con un lavoro che non lo soddisfa – perlopiù fallimenti, multe e pignoramenti –, un matrimonio finito male, un imminente divorzio e un’attrazione fatale per il gioco d’azzardo. Non se la passa bene neanche economicamente e ha accumulato debiti che fatica a saldare. Le sue giornate scorrono tutte noiosamente uguali finché alla porta bussa Eleanor Barnett, un’anziana vedova di ottantacinque anni che vuole fare testamento. A quanto pare, il marito della signora le ha lasciato una fortuna considerevole di cui nessuno è al corrente. A Simon non sembra vero di trovarsi finalmente di fronte alla cliente più ricca della sua ventennale carriera: già pregusta lauti guadagni e decide di occuparsi del testamento in segreto, senza parlarne neanche alla sua fidata collaboratrice. Riempie la propria assistita di attenzioni e consigli, ma presto inizia a sospettare che la sua storia non corrisponda al vero. Quando Eleanor viene ricoverata per un incidente d’auto, all’improvviso la situazione precipita. Simon si ritrova sotto processo per un crimine che sa di non aver commesso: omicidio. Tutti gli indizi portano a lui e l’unico modo per salvarsi è trovare il vero assassino. Ambientato nella provincia rurale della Virginia, teatro di tante storie indimenticabili raccontate da John Grisham, La vedova non è solo un appassionante legal thriller ma anche un mystery inaspettato.
La prima guerra civile. Rivolte e repressione nel Mezzogiorno dopo l'unità d'Italia
Gianni Oliva
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 228
Dopo l'Unità d'Italia, il Mezzogiorno precipita in una sanguinosa guerra civile. Da un lato, i ribelli si oppongono alle nuove istituzioni con violenza: teste mozzate esposte come trofei, stupri, soldati evirati. Dall'altro, lo Stato risponde con rastrellamenti, incendi di villaggi e fucilazioni sommarie. Ma etichettare tutti i ribelli come «briganti» e definire questa contrapposizione una «lotta al brigantaggio» è un errore, che produce una grave lacuna nella storiografia ufficiale. Per comprendere questo delicato momento della storia del nostro paese bisogna andare oltre le interpretazioni tradizionali e coglierne il carattere multiforme. Alla base c'è la questione della terra, che muove plebi impoverite, le quali vedono nel nuovo Stato non un'opportunità ma un ulteriore peso - a partire dalla coscrizione obbligatoria - e mettono in piedi rivolte che non hanno programma né direzione. Su questa instabilità sociale si innestano bande criminali, che talvolta si ammantano di valenze politiche ma che in realtà agiscono per il proprio tornaconto. Infine, agenti borbonici, papalini e reazionari locali non esitano a fomentare il caos per destabilizzare il neonato Stato italiano. La classe dirigente liberale, formatasi al Nord, ignora i problemi sociali del Mezzogiorno e, nell'ansia di legittimarsi agli occhi dell'Europa, risponde alle rivolte con la potenza del Regio esercito. Ne consegue un conflitto sproporzionato, in cui vengono mobilitati due terzi delle forze armate e si contano più vittime che nelle tre guerre di indipendenza messe insieme. In questa ricostruzione storica, rigorosa e appassionante, Gianni Oliva ripercorre quella che fu la prima, drammatica guerra civile italiana. E lo fa senza indulgere nella retorica neoborbonica né dar credito ai silenzi autoassolutori della storiografia ufficiale. Il risultato è un ritratto essenziale della nascita del nostro paese, fondamentale per comprendere le radici delle divisioni che lo attraversano ancora oggi.
Le sette meraviglie del mondo antico. Un viaggio attraverso i più grandi tesori della storia
Bettany Hughes
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 468
Magnifici giardini e misteriose piramidi, statue colossali e templi superbi: a partire dall'Età del bronzo fino al culmine dell'età ellenistica, lungo le rotte del Mediterraneo e seguendo le correnti dei grandi fiumi, il mondo antico si popolò di opere straordinarie. Le sette «meraviglie», così le chiamarono i greci che per primi le catalogarono. Dall'Egitto all'Asia Minore, dalla Grecia a Babilonia, esse collegavano l'Occidente e l'Oriente e disegnavano la mappa del mondo allora conosciuto. Prodigi architettonici, frutto dell'ingegno, della volontà, talvolta dell'immaginazione più sfrenata, le sette meraviglie non erano soltanto una tangibile rappresentazione del potere o della religione; ma davano forma e sostanza alle idee sulla politica, l'aldilà, la conoscenza e la natura, in una tensione perenne tra il desiderio di eternità e la fragilità della materia, tra l'illusione dell'onnipotenza e il limite delle possibilità umane. La piramide di Cheope, i giardini pensili di Babilonia, la statua di Zeus a Olimpia, il tempio di Artemide a Efeso, il mausoleo di Alicarnasso, il colosso di Rodi e il faro di Alessandria: queste meraviglie parlavano ai loro contemporanei, e i loro nomi hanno continuato a riecheggiare nei secoli come emblemi della gloria dell'antichità, anche dopo che il tempo, gli uomini o la natura le avevano ridotte in macerie o cancellate. Ma che senso hanno, per noi, oggi, queste spettacolari costruzioni? Perché ci affascinano ancora? Come scrive la storica britannica Bettany Hughes, ci sentiamo legati alle meraviglie dell'antichità perché ci fanno sognare, ci spingono oltre le possibilità che abbiamo come singoli individui, ci danno speranza. Ponte sospeso tra il passato e il presente, sembrano indicarci le meraviglie che saremo capaci di costruire nel futuro. Un libro affascinante, che non manca di attingere alle più recenti scoperte archeologiche, per una vivace ricostruzione ricolma di storie, di persone e di luoghi.
La lezione del Giappone. Il Paese che anticipa le sfide dell'Occidente
Federico Rampini
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 336
Il mondo sta riscoprendo il Giappone. Un sintomo è il boom di visitatori, che sconvolge un paese poco abituato all'overtourism. È una riscoperta che ha molte facce. La rinascita dell'industria nipponica è quasi invisibile, nascosta in prodotti ad altissima tecnologia di cui nessuno può fare a meno. Più vistoso è invece il «soft power» di Tokyo, che dilaga da decenni nella cultura di massa: dai manga agli anime, dai videogame alla letteratura, dal cinema al J-pop, adolescenti e adulti occidentali assorbono influenze nipponiche talvolta senza neppure saperlo. Il sushi è ormai globale quanto la pizza. Se si elencano tutte le mode nate nel Sol Levante, colpisce un'analogia con quel che fu l'Inghilterra dei Beatles negli anni Sessanta. Persino la sua spiritualità, dallo shintoismo al buddismo zen, ha esercitato una presa potente su noi occidentali, anticipando l'ambientalismo e il culto della natura come «divinità diffusa». Il Giappone è soprattutto un laboratorio d'avanguardia per le massime sfide del nostro tempo: fu il primo a conoscere denatalità, decrescita demografica, aumento della longevità. Dentro le soluzioni che sperimenta per invecchiare bene c'è una lezione per tutti noi. Federico Rampini, che lo frequenta da oltre quarant'anni, ci guida in questo viaggio fra i misteri di una civiltà antichissima e affascinante, un paese che condensa modernità e rispetto della tradizione come nessun altro, e ciononostante deve far fronte a numerosi paradossi: il paradiso delle buone maniere può essere vissuto come una prigione di conformismo, tanto che alcuni decidono di scomparire, evaporando nel nulla. E come conciliare i tassi di criminalità più bassi del mondo con l'esistenza della temuta mafia Yakuza? Anche la sua centralità geopolitica è fondamentale. Ottant'anni di dibattito sull'atomica acquistano una prospettiva nuova, quando li si ricostruisce da Hiroshima. Per non parlare del futuro della Cina e della sfida che essa lancia all'Occidente: nessuno è in grado di decifrarlo meglio dei giapponesi, che hanno millecinquecento anni di esperienza. Il Sol Levante, inoltre, è stato il primo a sperimentare i fulmini del protezionismo americano, fin dagli anni Settanta, ispirando Donald Trump. In un mondo in cui sempre più paesi riscoprono il capitalismo di Stato, le politiche industriali, la geoeconomia, la lezione del Giappone, preziosa quanto silenziosa, è la mappa di un futuro che riguarda tutti noi.

