Libri di Maurizio Cucchi
Idolo dello schermo
Cesare Imbriani
Libro
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2018
pagine: 28
Una evidente coerenza tematica governa questi versi, nella limpida geometria del loro procedere, nella chiarezza di un pensiero rivolto al nostro presente, con incisive sentenze epigrammatiche, comprese, ma non celate, nell'impeccabile articolarsi della composizione. Imbriani osserva e critica con occhio acuto il mutare dell'umana fisionomia in un tempo in cui "il presente è il solo idolo che resta" e il soggetto sembra poter riconoscere se stesso solo in un illusorio e banale autorispecchiarsi, indifferente alla poca verità della sua esperienza, tanto che ormai: "l'io la fa in modo imbarazzante / da padrone, analogia / con il solito narciso che si immerge nella fonte". Potremmo dire che questi nuovi versi di Imbriani, già autore per questo editore di un'opera significativa come "La sintassi sapiente", siano versi di una poesia "civile" in cui la sottigliezza della mente e della scrittura, secondo un alto esempio come è stato quello di Nelo Risi, ci porta alla riflessione su noi stessi attraverso il raffinato gioco di un'ironia discreta e con eleganza, mai sovraesposta.
Poesie criminali
Gaia Formenti
Libro
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2016
pagine: 28
Un’idea già dichiarata nel titolo, un’idea quanto mai precisa sorregge quest’opera prima di una giovane poetessa: l’idea di indagare la presenza misteriosa del male e dell'orrore nell'essere umano attraverso alcuni notissimi esempi di delitti, di eventi criminali del nostro tempo, divenuti oggetto di attenzione e amplificazione mediatica. L’autrice si muove per ognuno, in estrema sintesi, su tre registri: annotazione misurata di reperti scientifici, commento lirico, didascalia che richiami il fatto di cronaca. E la cronaca stessa, dunque, la “nera”, diviene oggetto di poesia senza la minima enfasi, ma restituita con forza nella capacità di scavo e verità della poesia.
Voci di tenebra azzurra
Mariangela Gualtieri
Libro
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2016
pagine: 28
Mariangela Gualtieri ha il pregio di saper portare sulla scena testi in grado di arrivare subito al pubblico essendo insieme impeccabili sul piano formale, perfettamente compiuti nell’energia di una parola autenticamente poetica. E infatti “Voci di tenebra azzurra” è un’opera di pura poesia, nata in forma di intensi monologhi per il teatro, ma perfettamente fruibile sulla pagina. Un’opera carica di vitalità espressiva eppure trasparente e comunicativa. Gualtieri si rifà in questo testo anche a figure e voci di grandi autori, a partire dal suo conterraneo Giovanni Pascoli, ma osserva, non di meno, sensibilmente il destino dell’essere umano anche in rapporto alla realtà e alle innumerevoli contraddizioni del nostro tempo. Su tutto agisce e domina l’importanza impareggiabile della parola. Una parola che ci si offre nelle sue molteplici aperture, parola dunque scritta, ma non di meno da pronunciare, da recitare. E da leggere e ascoltare, in un mondo «sempre pieno di ombre e di attese».
Azzurro possessivo (2015-2016)
Massimo Dagnino
Libro: Libro in brossura
editore: Algra
anno edizione: 2016
pagine: 96
Un continuo, acuto trapassare dalla concretezza fisica di situazioni quotidiane anche minime a un territorio imprecisato, un territorio altrove, forse astratto, forse come una sorta di proiezione ortogonale del nostro comune esserci nelle cose. Come in un cammino di Mondrian, dove però la sintesi astratta dell’esito finale fosse lasciata aperta, e totalmente virtuale, a beneficio dell’interlocutore e delle sue possibili opzioni. Ecco ciò che si avverte subito in questo "Azzurro possessivo", già a una primissima lettura. Ma il bello è poi che la scrittura di Dagnino, così fitta nella sua musica, così densa e impeccabile nello stile elegante, offre continui appigli quasi materiali di ulteriore attenzione. O meglio ancora, coinvolge nel suo dettaglio polisemico chi abbia la fortuna e il merito di sapervisi accostare. (Dalla Prefazione di Maurizio Cucchi)
Poesie. Testo francese a fronte
Jacques Prévert
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2017
pagine: 256
"Je suis comme je suis" ci avverte Jacques Prévert prima di offrirci i suoi versi disparati e sorprendenti tanto da sembrare una variegata collezione di dischi a cui ognuno è libero di attingere secondo il proprio capriccio o umore. Non si presenta né come un poeta-vate, né come un poeta-eroe, né tanto meno come un poeta-professore esteta e umanista, ma come un uomo che si rivolge alla gente nel suo stesso linguaggio, con una sorta di "poesia parlata", piena di composizioni a scatole cinesi, giochi di parole, doppi sensi ricavati dal cuore di etimologie arbitrarie, falsi proverbi e soprattutto lo fa in argot. È per questo che l'"anti-poesia" con cui celebra i piccoli e grandi piaceri della vita - il bacio in un mattino d'inverno al Parc Montsouris, a Parigi, i suoi ponti e i suoi vagabondi, le sue belle ragazze, i suoi fiori, i suoi bambini, le vrai soleil - risulta così familiare e il lettore, ancora oggi, riesce a trovare in queste pagine sollievo e piacere. Con uno scritto di Vittorio Sereni.
Donna Giovanna
Menotti Lerro
Libro: Libro in brossura
editore: Zona
anno edizione: 2017
pagine: 120
Un Don Giovanni al femminile, nella nuova trascrizione per libretto d'opera. Una storia esemplare, grottesa e ironica,dove il mito intramontabile della seduzione viene portato ai nostri giorni. "Lerro riesce a mescolare toni e registri diversi, a introdurre la contemporaneità in uno schema di riferimenti d'altra epoca. Ad "anticare" la superficie del testo con una certa grazia, appunto ironica, che gli consente di giostrare tra verticalità delle arie e orizzontalità del racconto con lodevole destrezza" (dalla Prefazione di Maurizio Cucchi).
Paradossalmente e con affanno
Maurizio Cucchi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 68
Il libro è bifronte: da un lato la prima raccolta poetica di Cucchi (1963-1969), finora mai pubblicata interamente; dall'altro un recentissimo prosimetro intitolato La sciostra (in milanese «magazzino»): un vagabondaggio per luoghi milanesi poco noti che trova il suo punto focale in una vecchia casa sul naviglio della Martesana, diventata col tempo un magazzino abbandonato. La prima parte è uno sguardo in avanti, un atteggiamento di attesa («Aspetto che un soffio gelido / si trasformi in spiffero», «Date tempo al tempo», «Ansiosamente attendo») tra ironia e sfoghi di violenza immaginata che richiamano i coevi Pugni in tasca di Bellocchio. La seconda è, per cosi dire, un'attesa del passato, una ricerca di percorsi umani perduti nei mutamenti di una città e di una società attraverso tracce fisiche, luoghi, oggetti, che si fanno intensamente simbolici. L'incrocio dei due sguardi produce uno strabismo che fa intravedere il senso del tempo, oltre che sintetizzare il percorso poetico di tutta una vita.
Conservazione della specie
Baldo Meo
Libro: Libro rilegato
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2017
pagine: 72
Baldo Meo è un poeta colto e sensibile, che ha già avuto esiti interessanti, forse non ancora valutati come avrebbero meritato. Questo si deve anche alla sua nobile discrezione, alla sua volontà di esserci senza autopromuoversi per apparire. Questa discrezione dell'uomo è anche nei suoi testi, nel suo stile di scrittura, così lontano dalla ricerca di effetti speciali e così saggiamente ancorato a un'idea di poesia che possa essere forza onesta del pensiero nel cuore di una parola pacata e il più possibile corrispondente alla verità personale e poetica dell'autore. Questo libro mira all'essenziale delle cose e a un possibile senso dello stare al mondo. Una serie di componimenti brevissimi, quasi di frammenti, dove emerge la meditazione disincantata su una vita che, nelle sue pretese, risulta in fondo più incongruamente complicata che complessa. Meo ha il dono di entrare nel vivo profondo delle umane cose quasi senza darlo a intendere, quasi senza parere. "Quasi" perché il lettore più accorto non potrà non cogliere la sottigliezze acuta del suo pensiero poetico, insieme all'eleganza della scrittura.
Antelucana
Lorenzo Caschetta
Libro: Libro rilegato
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2017
pagine: 72
Lorenzo Caschetta, una delle poche figure di punta tra i nostri poeti quarantenni, frequenta con assidua emozione i dettagli della sua realtà quotidiana, del quotidiano andare tra le cose, nell'umiltà e nell'insofferenza, nell'attrito costante in cui vive il suo difficile, complesso rapporto con il mondo. Ma la sua specificità, e diciamo pure la sua umana e poetica bravura, sta nel cogliere, ogni volta, la fenditura sinistra, l'anello che non tiene, il brivido che nella quotidianità anche più normale sempre si insinua. A volte sogna di retrocedere a una condizione naturale minima, eppure più in pace e armonia. Importante è poi la sua fedeltà alle radici, la terra dei suoi, la Basilicata che è anche quella di uno dei suoi maggiori punti di riferimento, Rocco Scotellaro. Incontriamo quella sua terra, mai del tutto perduta, nel ritorno a Melfi, nella sequenza dovuta a questo suo viaggio, ma anche altrove, nella costante e felice ricerca di una musica ruvida della parola, una musica verbale che lo riporti alla salute di un dire semplice e originario, che l'epoca e l'esperienza personale hanno quasi ormai del tutto cancellato.
Voci prima della scena
Roberto Mussapi
Libro: Libro rilegato
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2017
pagine: 96
In questi nuovi testi di Mussapi vediamo la forza di un progetto felicemente realizzato: quello di portare sulla scena la parola poetica, senza diminuirne l'energia espressiva. Compito difficile, che ha affrontato con successo e in modo coerente con la sua idea di poesia. Qui lo vediamo portare in scena figure appartenenti a culture, letterature, mitologie diverse, in un fluire narrativo che investe il lettore come potrebbe coinvolgere un pubblico teatrale. Personaggi che appartengono al mondo greco e alla tragedia shakespeariana, come al tardo medioevo francese del grande François Villon, cantore maledetto. Componimenti di ampio respiro e liriche più concentrate, epoche e luoghi svariati, protagonisti a tutto tondo, storie archetipiche dell'umana avventura. Un capitolo nuovo e interessante nell'opera di uno dei nostri maggiori poeti, un libro che tende a uscire dalla pagina per farsi teatro, ma che sulla pagina trova la sua validissima collocazione naturale.
La vita scalza
Maurizio Brusa
Libro: Libro rilegato
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2017
pagine: 72
Una poesia di eleganza sottile, l'opera di un animo sensibilissimo e, per questo, vittima inerme dei colpi della sofferenza, come è detto in un passaggio non indifferente, dove emerge "la voglia incantata di abitare la morte", accanto, peraltro, a uno strenuo aggrapparsi alla vita, pur entro un personale senso di precarietà. Risale alla fine degli anni '70 il primo apparire alla poesia di Maurizio Brusa, con la sua totale fiducia in quest'arte e il suo difficile rapporto con la quotidianità... Immutata la sua fiducia nel verso, che ritroviamo qui nella sua freschezza, amara spesso, ma senza appannamenti. Ci regala impressioni e osservazioni veloci, eppure mai immediate, frutto di una abitudine forte, irrinunciabile, allo scavo e alla traduzione in secche immagini, scolpite come registrazioni dell'osservazione e della sensazione stesse.
Io sono gli altri
Maria Grazia Calandrone
Libro
editore: Stampa 2009
anno edizione: 2018
pagine: 28
Un pensiero umile e potente, in queste nuove poesie di Maria Grazia Calandrone, attraversa le cose, l'esperienza, e dà loro corpo che nella parola poetica trova conferma e durata. Ecco che la pagina diviene un campo aperto, dove voci diverse si incrociano, si alternano in una sorta di dialogo incompiuto, per raccontarci della vita, animale, vegetale, materiale, vissuta tra reale e nostalgia del reale stesso e con la volontà o il sano desiderio di tornare "bassi, vicini al senso delle cose", prima che il definirle ne diminuisse le virtualità e il valore, poiché "tutto, prima di essere nome, era pura bellezza". Troviamo persone, tra le quali c'è ancora chi porta "l'enzima dello stupore". Il percorso vuole addentrarsi nei grovigli di un'esperienza cresciuta su se stessa intensamente, "fino a conoscere che niente, / nessuno, in nessun luogo mai / è perduto per sempre". Calandrone lavora su varietà di strutture e registri, passando da un muoversi più corposo e magmatico a un'asciuttezza più verticale e lirica, molto icastica e dunque carica di una non comune energia espressiva.

