fbevnts
Vai al contenuto della pagina
Iscriviti alla newsletter

Libri di Mauro Perani

Voler bene. Poesie con disegni

Mauro Perani

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2025

pagine: 484

"Voler bene" è una raccolta di poesie in rima e metrica che attraversano le passioni, le esperienze, gli studi e le amicizie coltivate in una vita intera. Mauro Perani, con una voce lirica colta e appassionata, canta l’amore, la perdita, l’amicizia e il mistero dell’universo, lasciandosi guidare dai testi biblici, dalla luna e le stelle e dai legami umani. In un tempo in cui il “voler bene” sembra smarrito, la poesia si fa atto di resistenza e di speranza, ritrovando nella forma classica il ritmo profondo della vita. A impreziosire il volume, ventisette disegni in stile picassiano firmati dall’autore, che dialogano con i versi e ne amplificano l’intensità emotiva.
18,00 17,10

Il primo registro degli ebrei di Mantova ritornati dopo l’espulsione (1631-1633)

Agnese Faccini, Mauro Perani, Andrea Yaakov Lattes

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2024

pagine: 154

Il presente volume offre al lettore la trascrizione del testo ebraico e la relativa versione italiana di un pinqas o registro manoscritto della Comunità ebraica di Mantova, che contiene i verbali delle sedute dei consigli della confraternita del Talmud Torah, compilati negli anni 1631-1633. Oggi il registro fa parte della collezione di codici ebraici manoscritti di David Kaufmann, ed è conservato nella Biblioteca dell’Accademia Ungherese delle Scienze di Budapest, con la sigla MS. Kaufmann 336. Il manoscritto, in buono stato di conservazione, è costituito da 48 fogli cartacei recto e verso, dei quali 75 pagine sono scritte in ebraico, 7 in italiano e 2 in entrambe le lingue. Lo scriba che compilò i verbali, sia in ebraico sia in italiano, è Salomone da Formigine che sigla firmando con il suo nome tutte le pagine al termine di ogni delibera dei Consigli. L’importanza di questo registro sta nel fatto di essere l’unico testimone diretto che ci illustra la faticosa ripresa della vita degli ebrei mantovani negli anni dal 1631 al 1633, quando erano appena ritornati dall’espulsione da Mantova, ingiunta loro dall’esercito austriaco nel luglio del 1630. Si consideri che, dei 1600 ebrei espulsi, ne ritornarono a Mantova solo 500, ossia meno di un terzo. Dalla lettura di questo registro emergono dettagliate descrizioni relative alla riorganizzazione della vita nella comunità ebraica mantovana, tutta concentrata nell’unica Confraternita del Talmud Torah, la prima ad essere ricostituita. Grazie ai verbali relativi alle nomine dei due Consigli, il maggiore e il minore, i cui membri erano eletti con cadenza annuale, sappiamo che il gran Consiglio era composto da 21 membri: il rabbino capo, 4 massari e 16 rappresentanti di ceto elevato, mentre i componenti del Consiglio ristretto erano 12, di cui 3 massari e 9 rappresentanti.
30,00 28,50

Il cimitero ebraico di Conegliano. Luce eterna sul Col Cabalàn

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2020

pagine: 294

Questo libro, dedicato al cimitero ebraico di Conegliano, rappresenta l'ottavo volume della collana del Corpus Epitaphiorum Hebraicorum Italiae (CERI) dopo i sette apparsi per Giuntina. Il libro, dopo alcune presentazioni, si apre con una prefazione di Giuliano Tamani, in cui traccia il contesto storico nel quale visse la comunità ebraica di Conegliano, il suo importante ruolo nel panorama italiano e menziona alcuni noti personaggi ebrei che ne hanno fatto parte nel corso del tempo; segue una nota di Mauro Perani, nella quale presenta anche un bifoglio del Talmud Babilonese trovato in una legatura dell'Archivio Municipale Vecchio di Conegliano. Lidia Busetti, nel suo contributo storico, descrive le vicissitudini dei terreni di inumazione degli ebrei di Conegliano nel cimitero ebraico posto sul panoramico colle Cabalàn. Nella parte centrale del volume è pubblicato per la prima volta il testo ebraico e la relativa traduzione italiana, con note e citazioni, di tutte le lapidi ad oggi conservate nell'area cimiteriale, in ordine cronologico secondo l'anno di morte del defunto. Antonio Spagnuolo, Mauro Perani e Lidia Busetti curano l'edizione dei 118 epitaffi, la maggioranza completi e alcuni frammentari, compresi tra il 1571 e il 1882. Molti epitaffi, oltre alla parte in prosa che descrive le vicende della morte del defunto, contengono veri e propri poemi che, con complessi schemi metrici in rima e ritmo, tessono le lodi e descrivono i meriti del trapassato. Ogni epigrafe è corredata da una breve descrizione della struttura architettonica, proposta in una fotografia in bianco e nero, per poterne vedere le raffinate decorazioni, i vari stemmi gentilizi e l'attuale stato di conservazione. Imprescindibile ausilio per uno studio incrociato o di natura prosopografica sono gli indici dei nomi dei defunti e di loro eventuali parenti menzionati, in italiano e in ebraico, in quella che è stata felicemente definita da Luisella Mortara una Anagrafe incisa nella pietra. A conclusione del volume, Lidia Busetti offre un interessante approfondimento di natura biografica, rintracciando, attraverso numerose fonti documentarie edite, una grande quantità di informazioni circa la vita e i mestieri degli ebrei coneglianesi defunti e ivi ricordati nelle loro pietre sepolcrali. Il testo è alternato a varie sezioni fotografiche che arricchiscono una piacevole lettura. Dopo le parti introduttive, seguono alcune splendide fotografie di Conegliano e del suo cimitero, opera di fotografi professionali, mentre dopo i testi degli epitaffi, il lettore può vedere l'apparato fotografico di tutte le stele funerarie. Con testi ebraici
50,00 47,50

Storia dell'Associazione italiana per lo studio del giudaismo e di Italia judaica. Con un indice generale di tutte le annate di «Materia giudaica» 1996-2018

Mauro Perani

Libro: Copertina morbida

editore: Giuntina

anno edizione: 2019

pagine: 351

Questo volume è dedicato alla memoria di Luisella Mortara Ottolenghi (1930-2017), una grande studiosa dei manoscritti ebraici e delle loro miniature che ha onorato, col suo elevato sapere, l'ebraismo italiano e l'Italia. Questo volume contiene la prima storia dell'AISG, ricostruita sulla base delle sue vicende e di tutti i suoi 33 congressi, dal primo svoltosi nel 1980 all'ultimo del settembre 2018. Data la stretta collaborazione e l'organizzazione insieme di convegni su temi ebraici, si è ritenuto opportuno, per una visione più completa, offrire al lettore anche alcuni cenni relativi alla storia del Progetto Italia Judaica attraverso le sue vicende e i suoi 10 convegni, che si svolsero dal 1981 al 2008. Alla fine il volume contiene un prezioso Indice generale di Materia giudaica, rivista di fascia A, relativo a tutti i numeri apparsi nei primi 22 anni, ossia dal 1996 al 2018, strumento che sarà certamente utile per reperire agevolmente gli autori e gli studi pubblicati nella rivista. Le vicende storiche sono illustrate su tre registri: la Storia scritta, la Storia documentale, con 117 figure di foto di documenti e, infine, la Storia fotografica, documentata da ben 222 fotografie in bianco e nero di momenti dei congressi che si estendono nell'arco cronologico che va dal 1992 al 2019. È parso importante preservare la memoria dei congressi dell'AISG, partendo dai primi svoltisi a Bologna negli anni 1980-1982, in seguito a San Miniato nel 1983-1991, per tornare a Bologna presso il Collegio Erasmus negli anni 1995-2000, dopo quello del 1992 svoltosi a Potenza e Venosa. Per il triennio 2001-2003 la sede fu Gabicce Mare mentre, con singole puntate a Cividale del Friuli e Siracusa, i successivi congressi ebbero luogo a Ravenna, divenuta la sede stabile negli ultimi undici anni, dal 2007 al 2018, con la sola eccezione del 2008, con il convegno di Cagliari, che fu al tempo stesso anche l'ultimo di Italia Judaica. Si parte dalla fondazione dell'AISG, il cui primo segretario fu Mauro Pesce, al quale successe Angelo Vivian, segretario molto attivo, a cui si deve, nel 1991, la stampa del primo AISG Bollettino. Alla morte improvvisa di Vivian, nel settembre del 1991, seguì un momento di crisi, superato dal terzo segretario Giulio Busi che nel 1996 fondò la rivista Materia giudaica, allora un bollettino di qualche decina di pagine e senza un'editrice. Busi la diresse fino al 1999, quando passò a Mauro Perani la direzione, ruolo che detiene dal 2000 a oggi. È importante aver ricostruito questa storia, non solo perché nessuno l'aveva mai raccontata, ma anche perché altrimenti essa sarebbe stata destinata a scomparire per sempre nell'oblio. Nel ricostruirla sono emerse diverse lacune documentarie, specialmente relative alla prima fase della segreteria Vivian. Inoltre, la morte di alcuni dei pionieri e/o soci fondatori, fra cui Angelo Vivian, Fausto Maria Parente, Michele Luzzati, Bruno Chiesa e Shlomo Simonsohn e il progressivo offuscarsi della memoria dei membri anziani ancora in vita, fra cui Paolo Sacchi, Giuliano Tamani e Lucio Troiani, metteva in guardia dal rischio di una irrimediabile perdita della memoria storica. L'AISG ha svolto un ruolo importante nella rinascita degli studi ebraici in Italia, in Europa e nel mondo ed è bene che il suo ruolo e la sua storia siano preservati e resi noti. Questa storia interesserà certamente i veterani, che leggendola proveranno piacevoli ricordi e nostalgiche sensazioni, ma certamente, ancor di più le nuove generazioni di giovani ebraisti e storici dell'ebraismo, a cui essa è indirizzata in maniera particolare e che non hanno vissuto le vicende narrate in questo libro.
50,00 47,50

I cimiteri ebraici del Friuli. Cividale, Udine, San Daniele, San Vito al Tagliamento

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2018

pagine: 482

Il presente volume è il sesto che compare nella collana del Corpus Epitaphiorum Hebraìcorum Italiae (CEHI) ed è dedicato ai cimiteri ebraici del Friuli ossia a quelli di Cividale, di Calle Agricola a Udine e del settore israelitico del cimitero comunale della città, quello di San Daniele e di San Vito al Tagliamento. Dopo varie prefazioni, una premessa di Pier Cesare Ioly Zorattini e una introduzione di Mauro Perani, lo studio delle stele funerarie è preceduto, per ogni cimitero, da un contributo sulla storia della presenza ebraica in quella località, nel quadro storico degli insediamenti ebraici del Friuli. Giovanni Tomasi si occupa della più antica Comunità ebraica dell'Italia nord orientale, quella di Cividale. Emanuele D'Antonio approfondisce lo studio sugli ebrei udinesi e sui loro cimiteri, mentre Maddalena Del Bianco si focalizza sugli avvicendamenti della famiglia Morpurgo a Udine. Valerio Marchi indaga gli aspetti storici della presenza ebraica a San Daniele, mentre Pier Cesare Ioly Zorattini si occupa delle vicende della presenza ebraica a San Vito al Tagliamento. Nella parte che segue, dedicata agli epitaffi, Antonio Spagnuolo e Mauro Perani pubblicano, con correzioni, revisioni e nuove letture, tutti i 193 epitaffi dei cimiteri menzionati, per la prima volta proposti tutti insieme. Delle epigrafi funerarie friulane si presenta la trascrizione dei testi in italiano e di quelli in ebraico, per i secondi con la relativa traduzione, citazioni e commento. Gli epitaffi costituiscono una importante fonte storica, genealogica e letteraria, oltre a costituire una anagrafe incisa sulla pietra, che spesso è fragile ed erosa al punto da sbriciolarsi. È per questo che questa situazione ci chiede di preservare i testi scolpiti sulle pietre prima che scompaiano per sempre. Dal volume emerge un quadro organico delle lapidi nel contesto dell'ebraismo friulano e degli avvicendamenti storici che hanno portato alla creazione e allo sviluppo delle comunità ebraiche e dei relativi spazi di inumazione. Arricchiscono questo libro un ricco apparato fotografico costituito da un sedicesimo a colori e dalla riproduzione in bianco e nero di tutte le masevot, spesso mostrando la stessa stele sia in fotografie eseguite quarant'anni fa, ben leggibili, sia nella triste situazione attuale, in cui non si legge più nulla. Conclude il volume l'indice dei nomi in italiano e in ebraico, che risulterà certamente utile anche per la ricostruzione delle genealogie famigliari.
40,00 38,00

Il giudaismo nella testimonianza della Mishnah

Jacob Neusner

Libro: Libro in brossura

editore: EDB

anno edizione: 2017

pagine: 744

Il mondo giudaico antico viene descritto attraverso una testimonianza eccezionale: l’apparato di norme elaborato attorno al 200 d.C. e attribuito a Giuda il Patriarca. Pur vecchia di quasi duemila anni, la Mishnah porta con sé il futuro di un popolo che si costituì attorno ad essa come attorno a una seconda Torah: sulla base della Scrittura, la Mishnah istituisce, infatti, un modo di vivere mondano santificato in ogni suo momento e in ogni suo aspetto, dalla vita religiosa ai più minuti problemi. I capitoli del volume descrivono e interpretano le tracce lasciate dalla storia e dall'ordinamento sociale nelle sei grandi divisioni della Mishnah: agricoltura, tempi stabiliti-feste, donne, danni-interessi, cose sacre, purificazioni. Preliminare alla trattazione è l'identificazione dei gruppi sociali che secondo l'autore potevano riconoscersi in questa compilazione. Ai loro interessi, opportunamente contestualizzati nelle drammatiche fasi storiche del I-II secolo, va riportato quel particolare «principio di selezione» che guida il rapporto della Legge d'Israele con la Scrittura.
45,50 43,23

Il cimitero ebraico di Cento negli epitaffi e nei registri delle confraternite

Mauro Perani

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2017

pagine: 304

Continuando la collana del Corpus Epitaphiorun Ebraicorum Italiae, fondata nel 2008 allo scopo di preservare i testi degli epitaffi ebraici d’Italia, questo volume, il quinto, è dedicato al Cimitero ebraico di Cento. Il primo riferimento ad una presenza ebraica a Cento è del 21 novembre 1390, quando il prestatore ebreo Manuele di Gaudio da Roma, compare per un debito da assolvere e, nel 1393 come possessore di un terreno fuori Porta Pieve. Tuttavia, le prime notizie riguardanti il cimitero di Cento risalgono al 29 novembre 1689 quando l’Università degli Ebrei di Cento acquista un terreno, fuori Porta Pieve, da destinare a luogo di sepoltura, che effettivamente iniziò a funzionare dal 15 novembre 1690, per la sepoltura di Flaminia moglie di Mosè Modona, ad oggi. Ciò si rese necessario perché il precedente cimitero di Pieve di Cento, primo e più antico insediamento degli Israeliti nelle due città attaccate in cui si seppellivano sia gli ebrei di Pieve sia quelli di Cento, era ormai del tutto saturo. A causa di una grave esondazione del fiume Reno, occorsa il 19 novembre 1812, e al conseguente allagamento del cimitero, i massari della comunità si videro costretti a costituire accanto a quello devastato un nuovo cimitero, che entra in funzione a partire dal 1818 e che nel corso dell’Ottocento subì alcuni allargamenti. Grazie al reperimento del manoscritto contenente gli Atti di morte e di sepoltura degli ebrei di Cento dal 1698 al 1817, oltre agli Statuti e ai verbali delle tre confraternite del Talmud Torah, Gemilut ḥasadim e dei Meqabberim o Seppellitori – confluite in una sola per poter adempiere in maniera adeguata ai sacri doveri delle sepolture e dei riti funerari – per il periodo che va dal 1690 al 1792, finito a Gerusalemme presso i Central Archives for the History of the Jewish People, siamo in grado di gettare nuova luce su questo aspetto della vita ebraica a Cento fra Tardo Sei e Ottocento. Nel volume, oltre a pubblicare tutte le iscrizioni funerarie delle oltre 100 lapidi sopravvissute e di alcuni frammenti, si mette a disposizione del lettore e del ricercatore la trascrizione integrale di tutti i documenti prodotti dalle Confraternite menzionate, trascritti nel faticoso italiano del tardo XVII e XVIII secolo. Si tratta di una delle preziose fonti ad intra del mondo ebraico che, finalmente, si è iniziato a studiare, essendo state nei decenni passati ampiamente prevalenti quelle ad extra prodotte dal mondo della maggioranza cristiana sugli ebrei. Dopo una ricca appendice iconografica a colori e in bianco e nero, nell’ultima parte un’appendice è dedicata a tre illustri personaggi che hanno reso nota nel mondo la comunità ebraica di Cento, o per esserci vissuti, o per essere stati tumulati nel suo cimitero. Si tratta del Rabbino cabbalista ferrarese Refael Immanuel Ḥay ben Avraham Ricchi, assassinato nel 1743 vicino a Cento e sepolto nel locale cimitero, dopo una vita errabonda che lo portò in Terra d’Israele e in molti altri paesi; Graziadio Ḥananel Neppi, pure ferrarese, che fu Rabbino di Cento nell’ultima parte della sua vita, famoso per la sua opera biobibliografica sui Rabbini e studiosi ebrei d’Italia Zeker Ṣaddiqim li-vrakah ossia “Il ricordo dei giusti sia in benedizione”, ripresa e stampata da Mordekai Girondi a Trieste nel 1853 assieme a suoi studi col titolo Toledot gedole Yiśra’el u-ge’one Yitalyah o “Storia dei grandi di Israele e dei saggi d’Italia”; infine, di Benjamin Disraeli, la cui famiglia aveva le sue radici a Cento.
40,00 38,00

Nuovi studi in onore di Marco Mortara nel secondo centenario della nascita

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2016

pagine: 246

Marco Mortara nacque a Viadana il 7 maggio 1815. Frequentò il liceo a Mantova ed entrò poi nel Collegio Rabbinico di Padova, dove conseguì il Dottorato nel 1836, iniziando subito dopo a Mantova il suo ufficio, prima di Rabbino coadiutore e poi Maggiore, succedendo a Israel Claudio Cases quando questi morì nel 1842, carica che Mortara ricoprì fino alla morte nel 1894. A Mantova egli condusse una vita interamente dedicata allo studio, alla famiglia e alla comunità. Scrisse sermoni, testi per conferenze, elogi funebri, lettere e altre opere di varia natura, in parte edite e in parte inedite, collaborando con i principali periodici dell'epoca, italiani fra cui «Rivista israelitica», «L'Educatore israelitico», «Il Vessillo israelitico», «Il Corriere israelitico», e anche stranieri come «Israelitische Annalen», «Archives israélites», «L'Univers israélite», firmandosi talvolta con lo pseudonimo di Dores tov, Colui che ricerca il bene. Compendiò la concezione che aveva elaborato dell'ebraismo nel suo opus magnum "Il pensiero israelitico" edito a Mantova nel 1892 due anni prima della morte. Introdotto dal suo maestro Samuel David Luzzatto al Collegio Rabbinico di Padova nello spirito scientifico e nell'apprezzamento della Wissenschaft des Judentums tedesca, fu sempre in stretto contatto e collaborò con i suoi principali esponenti d'oltralpe, che spesso gli chiedevano manoscritti rari e testi preziosi. Nato nell'anno della Restaurazione 1815, salutò con entusiasmo l'adesione di Mantova al Regno d'Italia. Elemento centrale del pensiero di Mortara fu l'idea che l'emancipazione riconosciuta agli ebrei nel Regno d'Italia, comportasse una transizione dell'ebraismo dall'originaria connotazione nazionale-religiosa a quella esclusivamente religiosa, con la conseguente capacità d'integrarsi interamente nella vita nazionale italiana. Precursore del dialogo con le altre religioni e culture, si spense a Mantova il 6 febbraio 1894.
30,00 28,50

30,00 28,50

Sigilli di eternità. Il cimitero ebraico di Finale Emilia

Libro: Libro in brossura

editore: Giuntina

anno edizione: 2011

pagine: 232

Il volume contiene nuovi dati sulla comunità e il cimitero ebraico di Finale Emilia, acquisiti grazie alle preziose ricerche storico-archivistiche di Maria Pia Balboni e all'analisi filologica dei testi ebraici condotta da Mauro Perani, Giacomo Corazzol e Alessio Creatura. Esso viene al tempo stesso a colmare una lacuna presente nei pur pregevoli volumi già apparsi sullo stesso argomento, poiché per la prima volta si pubblicano i testi degli epitaffi in ebraico, o ebraico e italiano. Due pregevoli premesse di Rita Levi-Montalcini e di Arrigo Levi, seguite da una haskamah del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, aprono il volume, arricchito da un sedicesimo di fotografie a colori. A fronte delle trascrizioni e delle traduzioni annotate dei testi il lettore troverà la fotografia in bianco e nero della lapide corrispondente. Lo studio delle epigrafi ha potuto avvalersi di una parziale trascrizione di alcuni epitaffi, oggi non più completamente leggibili, eseguita nel Seicento da Bernardino Ramazzini su richiesta dell'ebraista tedesco Johan Christian Wagenseil. Un accurato esame delle corrispondenze onomastiche ebraico-italiane in uso nella nostra Penisola ha inoltre permesso di identificare nel defunto Natan ben Natan il Donato Donati noto da altre fonti per essere stato il benefattore che rese possibile la fondazione del cimitero.
30,00 28,50

Politiche di sopravvivenza alle persecuzioni

Mario Joma, Silvia Castelli, Mauro Perani

Libro: Copertina morbida

editore: Esedra

anno edizione: 2011

pagine: 147

15,00 14,25

Personaggi biblici nell'esegesi ebraica

Mauro Perani

Libro

editore: Giuntina

anno edizione: 2003

pagine: 166

12,00 11,40

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.