Giuntina
La notte
Elie Wiesel
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 1995
pagine: 112
"Ciò che affermo è che questa testimonianza, che viene dopo tante altre e che descrive un abominio del quale potremmo credere che nulla ci è ormai sconosciuto, è tuttavia differente, singolare, unica. (...) Il ragazzo che ci racconta qui la sua storia era un eletto di Dio. Non viveva dal risveglio della sua coscienza che per Dio, nutrito di Talmud, desideroso di essere iniziato alla Cabala, consacrato all'Eterno. Abbiamo mai pensato a questa conseguenza di un orrore meno visibile, meno impressionante di altri abomini, ma tuttavia la peggiore di tutte per noi che possediamo la fede: la morte di Dio in quell'anima di bambino che scopre tutto a un tratto il male assoluto?" (dalla Prefazione di F. Mauriac)
Zòhar. Un'antologia commentata del massimo testo cabbalistico
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
Lo Zòhar è un commento alla Torà, il Pentateuco, scritto sotto forma di romanzo mistico. L'eroe è Rabbi Shim'on figlio di Yochai, un saggio che visse nel secondo secolo in terra d'Israele. Nello Zòhar Rabbi Shim'on e i suoi compagni vagano attraverso le colline della Galilea scoprendo e condividendo i segreti della Torà. A un certo livello di lettura, figure bibliche come Abramo e Sara sono i personaggi principali, e i mistici compagni interpretano le loro parole, le loro azioni e le loro personalità. A un livello più profondo, il testo della Bibbia è semplicemente un punto di partenza, un trampolino per l'immaginazione. Per esempio, quando Dio intima ad Abramo Lekh Lekhà ("Vattene ... verso la terra che Io ti indicherò"), lo Zòhar insiste nel leggere le parole ebraiche in senso iperletterale: "Va' verso di te", cerca profondamente al tuo interno e scopri là il divino.
L'inferno e il paradiso
Romano Immanuello
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
Salvatore Ottolenghi
Roberto Riccardi
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 200
Roma, 4 giugno 1902. Senza appuntamento, un giovane medico varca la soglia del direttore generale della Pubblica Sicurezza. In pochi minuti convince il ministro Giolitti a creare qualcosa che non esiste: una Scuola di polizia scientifica. Tre mesi dopo, a Regina Coeli, nasce il primo corso al mondo che trasforma l’indagine da pratica empirica a disciplina fondata sulla scienza. Al centro di questa rivoluzione c’è Salvatore Ottolenghi, ebreo astigiano, allievo di Cesare Lombroso, animato dal desiderio di rendere la giustizia davvero giusta. Da lui nascono il cartellino segnaletico, la rete internazionale di cooperazione tra forze di polizia, la carta d’identità italiana. Sotto la sua guida vengono formati i detective che affronteranno casi destinati a entrare nella storia: dal delitto Matteotti allo Smemorato di Collegno, dal mostro Girolimoni ai misteri di corte della regina Elena. Questa biografia restituisce il ritratto di un uomo capace di cambiare per sempre il volto delle indagini, spingendo l’Italia all’avanguardia nella scienza forense. Un’epopea che attraversa mezzo secolo di storia, dal Risorgimento al fascismo, e che ha lasciato un’eredità destinata a resistere al tempo.
Talmud babilonese. Trattato Makkòt. (Pene corporali). Testo ebraico a fronte
Libro: Libro rilegato
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 448
Il trattato Makkòt appartiene all’Ordine Nezikin del Talmud, dedicato al diritto civile e penale. È strettamente collegato a Sanhedrin, tanto che alcuni lo considerano una sua continuazione, mentre Maimonide lo interpreta come un trattato autonomo. Il nome deriva da makkòt, “colpi”, “percosse”, “pene corporali”, termine che nella Torà ricorre sia in senso letterale sia figurato, fino a indicare le piaghe d’Egitto. Il tema centrale è la punizione corporale della fustigazione, prevista per determinati trasgressori. La Mishnà stabilisce un massimo di 39 colpi, inflitti sotto controllo medico per non superare i limiti consentiti dalla Torà. In realtà, la pena era raramente applicata, data la complessità delle procedure richieste: testimoni affidabili, avvertimento preventivo del reo, e verifiche mediche rigorose. Quando la colpa comportava anche una pena pecuniaria, questa sostituiva la fustigazione. Il trattato chiarisce anche che la pena capitale, pur prevista teoricamente, non veniva quasi mai eseguita. La Mishnà insegna: «Un Sinedrio che condanna a morte una persona ogni sette anni viene chiamato “distruttore”. Rabbì Elazàr ben Azaryà dice: una persona ogni settant’anni. Rabbì Tarfon e rabbì Aqivà dicevano: se noi fossimo stati membri del Sinedrio, non sarebbe mai stato condannato a morte nessuno» (Makkot 7a). Il trattato si articola in tre capitoli. Il primo riguarda gli edim zomemim, falsi testimoni che ricevevano la pena che avrebbero voluto infliggere all’imputato. Il secondo è dedicato alle città-rifugio, dove trovavano protezione e al tempo stesso espiazione gli autori di omicidi colposi. Lì il condannato conduceva una vita dignitosa e, se studioso o maestro, era accompagnato da un maestro o da discepoli, poiché lo studio della Torà è considerato essenziale alla vita. La permanenza in esilio durava fino alla morte del Sommo Sacerdote, ritenuto responsabile di non aver invocato la misericordia divina per evitare simili tragedie. Il terzo capitolo tratta in dettaglio la fustigazione e le sue regole. Non mancano pagine di Aggadà, con insegnamenti morali e spirituali: come l’idea che l’uomo sia guidato lungo la strada che sceglie di percorrere, responsabilizzandolo nelle sue scelte. Il trattato si chiude con celebri episodi legati a rabbì Aqivà. Di fronte alla distruzione del Tempio e alle rovine di Gerusalemme, mentre i suoi colleghi piangono, egli sorride, certo che la realizzazione delle profezie di sventura confermi la futura ricostruzione e la redenzione. Le sue parole diventano un messaggio di consolazione e speranza, tanto che i Maestri esclamarono: «Aqivà, ci hai consolato!».
Talmud babilonese. Trattato Horayòt. (Istruzioni). Testo ebraico a fronte
Libro: Libro rilegato
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 288
Il trattato Horayòt è il decimo e ultimo dell’Ordine Nezikin della Mishnà. Breve ma complesso, affronta uno dei temi più delicati: gli errori involontari commessi dalle autorità religiose e giudiziarie – il tribunale, il Sommo Sacerdote e il Nasì (il capo, inteso come re d’Israele). Il titolo significa “istruzioni”, “insegnamenti” o “prescrizioni”: qui si tratta di insegnamenti sbagliati che, pur provenendo da guide autorevoli, inducono l’intero popolo a trasgredire. Il riferimento biblico principale è il quarto capitolo del Levitico, che prescrive sacrifici di espiazione per errori commessi dal Kohen Mashiach (il “sacerdote unto”), dal popolo intero, dal Nasì o da un singolo individuo. A questi si aggiunge Numeri 15, che disciplina i sacrifici collettivi per peccati legati all’idolatria. La Mishnà e la Ghemarà discutono dettagliatamente le diverse situazioni: chi è responsabile del sacrificio? Solo il tribunale, l’assemblea o entrambi? Cosa si intende per “popolo”: l’intera comunità, la maggioranza o persino una sola tribù? E se un giudice aveva dissentito dalla decisione, ricadeva anch’egli nell’obbligo di espiazione? Il trattato dedica ampio spazio alle figure del Kohen Mashiach e del Nasì, analizzando i casi di colpe anteriori o posteriori alla loro nomina, e le differenze tra i vari sacrifici richiesti. Ma dal terzo capitolo il discorso si allarga: partendo dalla distinzione dei ruoli si passa a questioni più generali di priorità nei riti e nelle persone, all’unzione di re e Sommi Sacerdoti, fino ad ampie parentesi aggadiche. Vi si trovano episodi sorprendenti, come una delle più antiche citazioni della cometa di Halley, il racconto dell’istituzione del seder di Rosh haShanà e la vicenda di un tentativo di deporre il Presidente del Sinedrio. I Maestri discutevano queste norme in un’epoca in cui il Santuario era già distrutto e molti precetti risultavano inapplicabili. Già allora, gran parte delle disposizioni aveva valore soprattutto teorico e speculativo. Tuttavia il trattato resta attuale in almeno due sensi: da un lato, quando si riflette sul tema delle priorità e delle risorse limitate – questioni che attraversano ogni società, antica o moderna; dall’altro, nella sua grande lezione sulla fallibilità umana. Anche i più alti responsabili del popolo possono sbagliare, talvolta con conseguenze gravi. Horayòt diventa così una meditazione profonda sull’errore, sul peso delle guide spirituali e sul dovere collettivo di riconoscere e riparare.
Elena. Storia di Elena Colombo, una bambina sola nella Shoah
Fabrizio Rondolino
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 242
Il 25 marzo 1944 Elena Colombo, dieci anni appena, è arrestata a Torino dalle SS. È sola: i genitori erano stati già deportati a dicembre. Nessuno di loro è tornato da Auschwitz. Molti anni dopo, Fabrizio Rondolino riceve un’e-mail dal Museo Diffuso della Resistenza di Torino: stanno preparando la posa di alcune pietre d’inciampo e hanno ritrovato, tra le carte della Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei, una lettera scritta nel maggio 1946 da sua nonna, Marcella Colombo. È una richiesta di aiuto per avere informazioni sulla sorte di suo fratello Sandro, di sua moglie Wanda e della loro figlia Elena. «Della bambina nessuna notizia mai» scrive Marcella. Rondolino parte da qui per ricostruire la breve vita di Elena, cugina prima di suo padre, l’unica bambina ebrea italiana che – come ha appreso durante le indagini – ha affrontato da sola l’arresto, la detenzione e la deportazione. È un percorso che attraversa archivi, testimonianze, fotografie sbiadite, nomi dimenticati. Un viaggio dentro la propria storia familiare alla ricerca di ciò che del passato continua a vivere, fosse anche solo un nome da ricordare.
Alleanza & conversazione. Genesi: il libro dei fondamenti
Jonathan Sacks
Libro: Libro rilegato
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 464
"Bereshit", il libro della Genesi, ci parla delle origini: del mondo, dell’umanità, della famiglia. Ma è anche il fondamento dell’esperienza ebraica, e insieme un racconto universale, capace di parlare a ogni essere umano, oltre ogni confine religioso o culturale. La Genesi affronta i grandi temi della condizione umana – la libertà, la responsabilità, la giustizia, la fede, il rapporto con l’altro – attraverso narrazioni vive, profondamente umane, capaci di interrogare il presente. In questo primo volume della serie "Alleanza e conversazione", Jonathan Sacks accompagna il lettore intrecciando con maestria la saggezza ebraica con la filosofia, la letteratura e il pensiero contemporaneo. Con chiarezza e profondità, Sacks ci invita a scoprire come i racconti della Genesi – dalla Creazione al Diluvio, da Babele alla chiamata di Abramo, fino alle vicende dense di significato dei patriarchi e delle matriarche – continuino a parlarci oggi. Il suo è un invito prezioso a partecipare alla conversazione millenaria tra cielo e terra, tra Dio e l’umanità, per vivere il nostro tempo con consapevolezza e speranza.
La rassegna mensile di Israel. Volume Vol. 89
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 324
«La Rassegna Mensile di Israel», fondata da Alfonso Pacifici e Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell’ebraismo italiano. Gli oltre ottanta volumi, i contributi scientifici pubblicati, le centinaia di libri recensiti, fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell’ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo e dai successivi eventi bellici. Con Un saluto, un augurio e un grazie ˗ auguri e ringraziamenti a cui si uniscono tutti i lettori ˗ rav Gianfranco Di Segni si accomiata dalla sua decennale direzione di questa rivista. Il suo saluto è anche occasione per ricordare alcuni momenti della vita de «La Rassegna». Il ruolo di rav Di Segni verrà ora assunto da Liliana Picciotto e Myriam Silvera, inaugurando per la prima volta (proprio mentre si celebra il Centenario della RMI) una declinazione al femminile della direzione della rivista. Progetti, analisi e auspici delle neodirettrici verranno pubblicati nel prossimo volume. Il numero che vi accingete a leggere è particolarmente ricco. Inizia con il contributo di Samuele Rocca, studioso dei rapporti fra ebrei e mondo romano, sull’analisi dei discorsi di Eleazar ben Yair come riportati da Giuseppe Flavio, per passare a una inconsueta, colorata e drammatica visione del ghetto di Firenze proposta da Piergabriele Mancuso. David Tagliacozzo esamina analiticamente la versione americana di Se questo è un uomo; Gabriele Rigano illustra la storia poco conosciuta dell’Unione Israelitica di Fiume e del suo contrasto con l’idea unitaria dell’ebraismo italiano. Prendono indicativamente le mosse dallo stesso periodo (gli anni Venti del secolo scorso) sia il saggio di Francesco Ferrari sulla fortuna editoriale di Martin Buber in Italia che quello di Sara Valentini, sul concetto di“sacro”nell’opera letteraria di Carlo Levi. Ci spostiamo di qualche decennio con il contributo di Valeria Iato, che presenta, a sua cura, la appassionante Piccola storia del fascismo e del nazismo scritta negli anni Sessanta dall’“antifascista della prima ora”Guido L. Luzzatto. La storia della presenza ebraica nelle varie regioni italiane, che costituisce un costante interesse della RMI, ci porta questa volta nella Sicilia del XIV-XV secolo con un’accurata descrizione della piccola comunità ebraica di Ciminna (Palermo) ricostruita da Francesco Rizzo, con l’ausilio della documentazione prodotta da Shlomo Simonsohn z.l. Sono collegati dal tema della tragedia degli ebrei di Libia i due testi successivi: di Bruno Piperno Beer Gli ebrei in Libia nel giugno-settembre 1967 nelle corrispondenze del Ministero degli Esteri Italiano e di Elèna Mortara di Veroli su Iniziative e interventi per l’ebraismo di Alberto Mortara, padre dell’ autrice. Entrambi i testi presentano, su questo periodo storico, una documentazione finora ignota. Concludono il volume altri ricordi di famiglia, come quelli di Lionella Viterbo che narra dei rapporti della sua famiglia con quella fiorentina dei Nunes Vais e la consueta Rassegna di libri, convegni, mostre e riviste curata da Myriam Silvera.
Commento alle Massime dei Padri. Perush leAvòt
Mosè Maimonide
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 168
Il trattato Avòt della Mishnà - noto anche come Massime dei Padri - è una raccolta di insegnamenti etici, che Maimonide interpreta con l'acume del filosofo e la profondità del sapiente ebreo. Questo commento anticipa molti dei temi che saranno poi sviluppati nella Guida dei perplessi: la tensione tra fede e ragione, il senso dell'agire virtuoso, la responsabilità morale e intellettuale dell'individuo. È dunque un'opera che parla non solo agli studiosi di testi ebraici, ma a tutti coloro che cercano un dialogo autentico tra tradizione e pensiero critico. Attraverso uno stile limpido e penetrante, Maimonide ci offre una via per comprendere come si possa armonizzare la saggezza religiosa con la ricerca razionale della verità. Questa edizione, arricchita da note esplicative e approfondimenti, rappresenta una guida preziosa per chi voglia esplorare il cuore dell'etica ebraica con gli strumenti della filosofia.
Grammatica dei tempi messianici
Donatella Di Cesare
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2025
pagine: 84
I costruttori della torre di Babele volevano assicurarsi fama, garantirsi eternità, farsi un nome. Ma dovevano rivelarsi tanto poco padroni del tempo quanto del linguaggio. Come finirà allora la sfida del loro nome contro il Nome di Dio? Potrà la diaspora delle lingue trovare nei tempi messianici la via della redenzione? Seguendo il filo dell’ermeneutica ebraica questo libro ricostruisce, con il ritmo avvincente di un racconto, le profezie sull’istante messianico che segnerà la fine. Nell’unisono con cui verrà invocato, sarà il Nome di Dio a irrompere nella storia per sovvertirla, a invertire il tempo nell’eternità. Nel doppio futuro di Dio – «Sarò colui che sarò» (Es 3, 14) – affiora il nesso tra linguaggio e redenzione. Vocativo assoluto, Parola dell’incontro, Nome della speranza messianica, il Tetragramma è la possibilità di oltrepassare il tempo nel tempo, di fare della memoria l’inizio della redenzione. Sarà il Nome a porre il sigillo della fine.

