Libri di Nicola Walter Palmieri
Dal Tribulaum a Nisida. Racconti di guerre e pace
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2013
pagine: 222
Helmuth Marini era figlio di madre austriaca e di padre italiano. Visse in due mondi inconciliabilmente divisi nel Sudtirolo degli anni '40 e '50. Gli abitanti di questa Provincia - tedeschi e italiani - avrebbero potuto integrarsi, e convivere pacificamente, cosa che sarebbe probabilmente avvenuta se si fosse affermata la posizione moderata del carismatico Sindaco di Bolzano Julius Perathoner, sostenuta dal Re d'Italia.
Le crisi. Natura e gestione
Nicola Walter Palmieri
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2001
pagine: VIII-560
Finanza strutturata e fiducia tradita. I gatti e le volpi
Nicola Walter Palmieri
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2008
pagine: 216
Crisi finanziaria globale. Bancarottieri troppo grandi per fallire
Nicola Walter Palmieri
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2009
pagine: VI-212
Il volume continua lo studio delle vicende societarie e finanziarie internazionali che hanno coinvolto i mercati europeo, americano e quello asiatico. In particolare la disamina è condotta sull'assioma di base dell'economia di mercato: il mercato della finanza si aggiusta da sé, come si sosteneva negli anni Ottanta, o si autodistrugge se non è regolato (anche da leggi che attingono ai prinici costituzionali ed in genere etici) come si potrebbe dire in pendenza di questa grave crisi dell'inizio del 21° secolo? Il linguaggio è specifico ma immediato e per questo l'Opera si qualifica per una doppia lettura a due livelli, tecnico e culturale dunque anche per coloro che stanno al di fuori del mondo giuridico professionale.
La follia della finanza. Accadde alla luce del sole
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2011
pagine: XXII-246
La grande finanza di Wall Street e quella che la segue a vista, in tutto il mondo, non potrà mai essere fermata con norme di comportamento, c'è un solo mezzo per tenerla in ragionevoli confini, ed è l'impiego di misure tecnologiche che rendano fisicamente impossibile l'intervento manuale di chi intende trasgredire. La tecnologia è capace di farlo, non ha limiti. La domanda, proposta in questo scritto, è se si troveranno legislatori fermi e illuminati che siano disposti a intervenire con determinazione e abbiano il supporto necessario per introdurre quelle misure di struttura che lo stato acuto della crisi richiede.
Guerre dalla finanza
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2013
pagine: 260
Con l'allagamento di denaro "inesistente", la repressione finanziaria e l'inflazione che necessariamente seguirà, il denaro perderà sempre più valore, i risparmi saranno falcidiati (o anche cancellati), gli immobili "espropriati" con tassazione punitiva, i beni di consumo continueranno a rincarare, i posti di lavoro diminuiranno, gli stipendi rimarranno stazionari (o si assottiglieranno), l'età pensionabile continuerà a essere estesa, il potere di acquisto delle pensioni diminuirà (se le pensioni non verranno ridotte, o tagliate del tutto), l'oro e gli altri metalli preziosi acquistati dalla gente come beni-rifugio verranno requisiti dallo Stato. Sarà guerra. Svalutazioni e rivalutazioni competitive, ripetitiva e artificiale deflazione dei prezzi di beni duraturi, altrettanto artificiale inflazione dei prezzi di beni di consumo, sconvolgimento dei mercati saranno lo shock and awe. Le interferenze di banche centrali, forze politiche, megabanche renderanno inefficaci gli apprestamenti difensivi. Non ci sarà risparmio. Nel mondo aumenterà la povertà. È un processo, già in corso, silenzioso e strisciante, ma inarrestabile. Il quadro, che si presenta senza via d'uscita, potrebbe cambiare con un radicale sovvertimento del sistema monetario. Non ci sono segnali che ciò avverrà nel prossimo futuro.
Il processo. Nolite judicare
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2024
pagine: 475
Questo libro descrive comportamenti in guerra inumani, vietati ma impuniti: bombardamenti intesi a distruggere popolazioni civili (terror bombing degli inglesi), tortura fisica o mentale, mutilazioni, genocidio, cancellazione etnica, trattamenti degradanti, presa di ostaggi, punizioni collettive, assassinio di nemici, rappresaglie, maltrattamento di prigionieri, impedimento di fornitura di medicinali e cibo, distruzione di mezzi di sopravvivenza della popolazione civile, attacco agli impianti di depurazione, sottrazione e distruzione della proprietà privata. Tocca anche altri temi fra cui il tentativo di unificare l’Europa, trasformatosi in ginepraio fallimentare con i superstiti del club sbandati, senza guida e meta. Il mondo ha sviluppato usi e costumi sul comportamento in guerra, e concluso inutili accordi internazionali. Lowes Dickinson osservò che “nessuna regola o freno nella condotta delle guerre viene mai osservato se la vittoria dipende dalla sua violazione”. Nel periodo del primo entusiastico fervore per le Convenzioni umanitarie, agli inizi del secolo scorso, l’Ammiraglio della flotta USA Jacky Fisher disse: “Umanizzare la guerra? Meglio parlare di umanizzare l’inferno. L’essenza della guerra è violenza. Moderazione in guerra equivale a imbecillaggine”. È impossibile migliorare con la perfida architettura dell’ONU, creata per non funzionare. I suoi tre rami – Assemblea generale, Corte internazionale di giustizia, Consiglio di sicurezza – sono esautorati dai veti conferiti per l’eternità ai vincitori della Seconda guerra mondiale, Russia e USA (intrufolati nella prestigiosa élite gli inglesi, i francesi sconfitti in due mesi di guerra; e – vergogna scandalosa – gli sconfitti cinesi fuggiaschi di Chiang Kai-shek). L’aggressione è stata depennata dall’elenco dei crimini di guerra con la porosa formula “difesa da attacco armato”.
Campo da gioco ineguale. L'inefficace consiglio di sicurezza e le fallaci convenzioni umanitarie
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2015
pagine: 351
Alla fine della seconda guerra mondiale riprese impeto, in America, l'odio irrazionale e violento verso la Russia, suo ex-alleato. Perdura ancora oggi (luglio 2015). L'America insinua una minaccia russa con armi nucleari, argomento che non dovrebbe portare in campo dato che essa è l'unica nazione al mondo ad avere impiegato l'atomica su popolazioni civili, e non riuscirà mai a liberarsi del pregiudizio di essere pronta a rifarlo. Forse è questo senso di colpa a indurre l'America a credere istericamente che tutti gli altri abbiano un frenetico impulso a coinvolgere il mondo in un devastante conflitto atomico. La vorace industria degli armamenti è responsabile di innumerevoli conflitti. La spiegazione dozzinale è che i conflitti furono necessari "per contrastare l'espansione del comunismo", ma essi furono in realtà il laboratorio per le nuove armi, la palestra per i nuovi eserciti. Il costo in vite umane, specie di popoli lontani dall'Occidente, non ebbe peso per le grandi potenze che vollero queste guerre. L'ONU e il suo inefficace e partigiano Consiglio di sicurezza nulla fecero per impedirle: trascurando il loro dovere, rimasero spettatori dello spargimento di sangue e delle devastazioni. Le Convenzioni umanitarie vietano che popolazioni civili vengano colpite dalle operazioni di guerra: gli effetti si videro a Dresda, Tokyo, Hiroshima, Nagasaki; a My Lai; in Afghanistan e in Iraq.
Tempo e informazione. Grandi crisi dalla fuga a Pescara al divieto del dissenso
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2016
pagine: 479
La gestione delle crisi è questione di veloce riconoscimento dei segnali prodromici (non mancano mai). Se, una volta compresa l'imminenza dell'evento, questo non è più prevenibile, occorre azione immediata, gestione competente, coraggio e veloce reazione. Il raggiungimento di un risultato etico deve essere l'obiettivo fondamentale della gestione. "Tempo e informazione" esamina la dimensione tempo in relazione all'evento in diciassette episodi, storici e attuali, nei quali un intervento in prevenzione, o una immediata risposta, avrebbero potuto o evitame l'occorrenza o mitigarne gli effetti. Un buon gestore sa che la risposta non si misura in base al tempo astronomico, il tempo è quello dell'evento, un minuto equivale a un'ora, un'ora all'eternità. I comandanti militari conoscono da sempre questa regola, sul campo non si può attendere e studiare la situazione, pochi istanti di esitazione decidono sulla vittoria o la sconfitta. La decisione è oggi semplificata dalla disponibilità in tempo reale di ampia informazione ma la gestione delle crisi è diventata più difficile dal grande numero di crisi che si verificano come conseguenza dell'innovazione e delle tecnologie avanzate. Occorre non farsi illusioni. Ci sono crisi che richiedono che i gestori mettano il loro impegno per fare sì che le crisi si verifichino: è il caso delle crisi delle guerre, non si vogliono prevenire o evitare, si vuole che si verifichino, con tutto il loro potenziale distruttivo.
La scelta di Paride. Gradi crisi che affliggono l'umanità
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2017
pagine: 402
Il 22 marzo 2017, il ministro degli esteri americano disse che gli Stati Uniti avrebbero punito coloro che commettono crimini contro innocenti ovunque nel mondo (those "who commit crimes against the inno- cents anywhere in the world"). Situazione chiara. Gli USA dovrebbero prendersi a cuore le parole del loro ministro e incominciare a punire i propri criminali e correi della strage di My Lai, i torturatori di Abu Ghraib e Bagram, i responsabili dell'impiego di armi chimiche in Vietnam e quelli dei bombardamenti su civili in Vietnam, Laos, Cambogia, Afghanistan e Iraq, tutti colpevoli di comportamenti vietati dal diritto internazionale e punibili come crimini di guerra. Veramente, l'erogare punizione a livello mondiale sarebbe compito dell'ONU, ma nella prospettiva dell’autore questa organizzazione è resa incapace di agire dai capricci dei cinque vincitori della seconda guerra mondiale. La irrazionale rivalità tra USA e Russia si limita per ora al Niagara di parole dei governi. Potrà condurre, ancora una volta, a un conflitto che la follia degli uomini sarà capace di trasformare in nucleare, e che si concluderà nella sconfitta dell'umanità? "Siamo diventati bestie?" si chiese Winston Churchill dopo la distruzione di Dresda. La risposta è che lo siamo sempre stati, e sempre lo saremo: le atomiche sul Giappone lo hanno definitivamente dimostrato. F.J.P. Veale lo comprese bene quando scrisse: "Stiamo avanzando verso la barbarie".
Chi ha scatenato la tempesta
Nicola Walter Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Pendragon
anno edizione: 2017
pagine: 222
"Questo libro racconta la storia di sei Paesi - Siria, Libia, Iraq, Iugoslavia, Laos, Vietnam - che subirono un atroce destino perché ebbero la sfortuna di disporre di importanti risorse minerarie, perché si trovarono sulla via di eserciti in guerra, perché avevano programmi economici propri e si rifiutavano di allinearsi con la volontà capitalistica occidentale, o perché avevano governi comunisti. Segue un breve accenno agli attacchi nucleari contro il Giappone, e alla viltà esibita quando, nel 1963, il suo tribunale distrettuale di Tokyo giustificò l'impiego delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki (sentenza Ryuichi Shimoda v. The State). Il libro si conclude con un esame del Trattato di non proliferazione, fallito perché le grandi potenze nucleari non hanno, in buona fede, disarmato, come imposto e promesso, con la conseguenza del ritorno alla proliferazione, che le potenze nucleari - nonostante il loro stesso illegittimo continuo riarmo - violentemente avversano. E l'inutilità della Corte internazionale di giustizia la quale, richiesta di esprimere un parere sul quesito se la minaccia o l'uso di armi nucleari fosse illegale in ogni circostanza, si rifiutò di renderlo, quando sarebbe stato semplice rispondere che le armi nucleari non devono esistere, e che devono essere tutte eliminate. Sono passati cinquant'anni da quando i Paesi nucleari promisero di disarmare, senza farlo. L'unica risposta dei Paesi non nucleari è di industriarsi numerosi a costituire propri arsenali. Di questo passo si giungerà al risultato che sarà l'atomica, la peggiore delle armi, ad assurgere a strumento di pace. Questa è la tragedia dell'umanità." (dall'introduzione)