Libri di Nicolò Barbieri

Sono stata alla scuola della vergogna. È stata la mia compagna fissa sin dai miei più teneri ricordi d'infanzia. La vedo ovunque mi giri. Si nasconde dietro le donne più sicure, intraprendenti e di successo, le stesse che faticano a trovare un equilibrio tra carriera e figli; così come nei cuori di quelle donne ferite, abusate e oppresse a cui è stato detto che non combineranno mai nulla di buono. La vergogna si nasconde in piena luce e può ostacolarci in modi di cui nemmeno ci rendiamo conto. Ma voglio che sappiate che: Potete diventare più liberi e più forti: potete essere liberi! Dio non solo è più potente di qualsiasi cosa voi abbiate fatto, ma anche di qualsiasi cosa vi sia stato fatto. Senza Vergogna vi farà addentrare nella Parola di Dio, dove vedrete con i vostri occhi che il Signore è più grande dei vostri errori, delle vostre lacune, del vostro passato e dei vostri limiti. Voi non siete difettosi. Meritate l'accettazione degli altri. Siete stati liberati. Armati delle verità che troverete in questo libro, potrete diventare persone che sollevano anche gli altri dal peso della vergogna.

La supplica che Nicolò Barbieri, nato a Vercelli nel 1576, rivolge "a quelli che scrivendo o parlando trattano de' comici" è forse l'opera fondamentale per comprendere dall'interno quel complesso fenomeno che è la commedia dell'arte. Scritta dopo le difese dell'arte comica di attori famosi, quali Pier Maria Cecchini e Giovan Battista Andreini, La supplica - che nelle sue diverse edizioni ebbe lettori di tutta Europa - da un lato riassume le argomentazioni fondamentali in difesa della commedia dell'arte, dall'altro imposta già il problema del valore dell'arte dell'attore e del significato della sua professione nel contesto culturale dell'età barocca. Non è un caso che anche il Corneille de "L'illusion comique" riecheggi l'argomentare del Barbieri. L'edizione qui presentata offre, oltre al testo dell'editio princeps de La supplica, le varianti d'autore attraverso cui Barbieri, passando da un'edizione all'altra, bilancia e talvolta attenua la polemica del suo "discorso famigliare". Il lavoro critico di Ferdinando Taviani permette di osservare da vicino la vita e l'arte dei comici.