Libri di Paolo Pepe
’Tis Pity she’s a whore. Il teatro di John Ford e la fortuna di una tragedia crudele
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2017
pagine: 168
Pubblicata per la prima volta a Londra nel 1633, ’Tis Pity She’s a Whore [Peccato che fosse puttana] di John Ford è opera eccessiva e sanguinosa, per molti aspetti emblematica di un’epoca, il primo Seicento inglese, instabile e attraversata da forze destinate a lacerare il tessuto socio-politico della nazione, fino all’atto estremo, la decapitazione del Re. A lungo dimenticata, ’Tis Pity con le sue ombre e i suoi bagliori è tornata ad avere voce in epoca contemporanea, attirando l’attenzione di importanti drammaturghi, registi e scrittori: da Maeterlinck, con la sua lettura simbolista, al teatro della crudeltà di Artaud, alle messe in scena di Visconti e Ronconi, fino a Sarah Kane e allo In-Yer-Face Theatre, passando per l’originale riscrittura proposta da Angela Carter in forma di short story. Il presente volume propone un’analisi sfaccettata della drammaturgia di Ford e del suo capolavoro, osservati in primo luogo all’interno del contesto culturale e sociale che li vide fiorire, con l’obiettivo di cogliere i segni e far emergere le ragioni di quella rinnovata fortuna che, a partire dalla fine dell’Ottocento, ha attraversato l’intera Europa, mescolando ancora una volta il linguaggio dell’eros e quello dell’ansia, l’elogio della bellezza e quello della follia.
Il finto dottore ovvero la muta risanata. Ediz. italiana e inglese
Paolo Pepe
Libro: Libro in brossura
editore: libreriauniversitaria.it
anno edizione: 2013
pagine: 154
Lettere veneziane. Ediz. italiana e inglese
William Beckford
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2012
pagine: 128
Agli inizi di aprile del 1783, Dreams Waking Thoughts and Incidents, il volume che raccoglie le memorie di viaggio di William Beckford, è pronto per la pubblicazione. Il giorno 15 dello stesso mese di aprile, però, cedendo alle pressioni familiari, Beckford ritira l'intera tiratura e la brucia. Delle cinquecento copie stampate ne salva appena sei, che custodisce nella biblioteca di famiglia, a Fonthill, a disposizione di pochi selezionati amici. Dreams vedrà la luce solo nel 1834, puntigliosamente revisionato da Beckford nella forma, nello stile e nel contenuto, come primo volume di Italy; with Sketches of Spain and Portugal, incontrando favore di pubblico e di critica. Qui si presentano in traduzione, tratte dall'edizione del 1834, le lettere relative al soggiorno a Venezia, la tappa iniziale del viaggio in Italia.
La linea spezzata. Corpo e mente nel «Tristram Shandy» di Sterne
Paolo Pepe
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2012
pagine: 146
Pubblicato in nove volumi tra il 1759 e il 1767, "La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo", di Laurence Sterne, si annuncia sin dal titolo come una storia singolare. La storia, narrata in prima persona dal personaggio-protagonista, non di avventure ma di opinioni: la storia di ciò che Tristram pensa. Sul filo di quei pensieri, il testo sterniano sistematicamente infrange la linearità cronologica delle vicende presentate e scardina il primato dell'azione e la funzionalità del personaggio come agente della trama, affidando il suo effetto di autenticità non tanto al mondo raccontato, ma al processo di creazione di cui la pagina è testimone e prodotto, alla soggettività di colui che scrive colto nel momento in cui scrive. Un "antiromanzo", un "metaromanzo", soprattutto un capolavoro riconosciuto della letteratura umoristica, di cui questo saggio rilegge le strategie compositive, nello specchio di due categorie - il corpo e la mente e delle loro molteplici relazioni. Il "Tristram Shandy" è qui interpretato come un'opera programmaticamente in bilico tra stabilità e instabilità, riflesso di un'ansia che comincia ad attraversare anche il secolo dei Lumi, mettendone in crisi le originarie ottimistiche certezze. A una realtà contemporanea sentita come minacciosa, Sterne risponde creando un universo di gesti e di parole in cui quella realtà, ridotta in frammenti, diviene nominabile, e controllabile, solo a patto di agire sui cardini dell'ambiguità.