Libri di Patrizio Collini
Wanderung. Il viaggio dei romantici
Patrizio Collini
Libro: Libro in brossura
editore: Pacini Editore
anno edizione: 2021
pagine: 176
Ci furono tempi in cui si viaggiava per arrivare o per ritornare. Dagli abissi infernali si perveniva nella regione celeste e a un lungo e pericoloso viaggio in mare seguiva l'approdo alla nova terra, l'isola felice, Itaca. Nella Wanderung romantica iniziano invece a tacere le sirene del ritorno e della meta; quelli che per il viaggiatore classico sono meri interluoghi, luoghi di transito, tappe, stazioni, sono per il Wanderer tutto, mentre un'ombra luttuosa grava per lui su ogni cosa compiuta. Questo interregno costituisce lo spazio della Wanderung: è in questo spazio intermedio, in cui sono crollati templi e oracoli, che il Wanderer trova la sua patria, la vita. Collini va alle radici del nomadismo romantico - indagandone gli aspetti letterari, estetici, sociologici e psicoanalitici - a partire dalla fase aurorale (Tieck e Novalis) fino agli esiti estremi alla fine del “periodo artistico” (Lied romantico e Büchner).
Wanderung. Il viaggio dei romantici
Patrizio Collini
Libro
editore: Feltrinelli
anno edizione: 1996
pagine: 168
Il volume indaga la genesi e la storia del nomadismo romantico, il viaggio senza meta e senza fine che costituisce uno dei temi di fondo del romanzo e dei Lied romantici. Il protagonista della Wanderung è un eore senza tetto e senza legge, un ebreo errante in perenne vagare. Per lui non esistono un punto d'arrivo né un luogo di partenza, il suo è un interluogo assoluto da cui prende vita e che è lo scopo stesso del suo vagabondaggio.
Pinacoteche di parole. Letteratura e arti figurative da Winckelmann a Rilke
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 212
La letteratura tedesca moderna nasce dall'incontro, attestato anzitutto dall'opera di Winckelmann, con le arti figurative: più precisamente dall'incontro del pensiero tedesco con il sentimento della forma che pervade l'arte classica e italiana. Quest'incontro ne sottintende altri: intelletto e corpo, invisibile e visibile, maschile e femminile, l'io e l'altro. È quindi quello dell'ékphrasis essenzialmente un problema di traduzione, appropriazione, integrazione dell'estraneo nel proprio codice. Non è dunque casuale che l'utopia della traduzione dell'opera d'arte in scrittura - che si svolge costantemente all'ombra del mito di Pigmalione e dell'opera d'arte vivente - nasca all'interno della cultura tedesca illuminista che più di ogni altra, nella seconda metà del XVIII secolo, coltiva l'ideale simbolico della traduzione come dialogo, ovvero strumento di riconversione e metabolizzazione dell'universale nell'elemento soggettivo. Ma è anche inevitabile che quel processo di sublimazione dell'estraneo che la traduzione sottintende sia soggetto - proprio negli autori più consapevoli - al rischio di un "ritorno del rimosso": di quel "materiale estraneo" che la traduzione intendeva omologare.