Libri di Piero Violante
L'amore sgrammaticato, la scuola che ti resta dentro
Giancarlo Mirone
Libro: Libro in brossura
editore: Pietro Vittorietti
anno edizione: 2022
pagine: 200
Questa è una storia vera. Questa è una storia vera perché il saliscendi narrativo ratifica accadimenti reali, fotogrammi nitidi di vite scandite da reciprocità benevole e rassicuranti. Ma anche da sintassi a volte irricevibili, quel disordine esistenziale che coniuga la pena dei giorni con frammenti di quiete e palpiti soleggiati. Questa è una storia inventata. Questa è una storia inventata perché quello che è stato e non è più, è come se non fosse mai stato. Trivellando la memoria si possono però ispezionare i magazzini dell'immaginazione, da dove espiantare sedimenti che riconsegnino una partitura altrettanto plausibile.
Lo spettatore musicale
Piero Violante
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2021
pagine: 240
La musica come fattore di crisi e i musicisti come sismografi all'interno del loro contesto socio-culturale sono il tema di questa raccolta di saggi che trova la propria coerenza partendo dalle peculiarità della produzione artistica di Franz Schubert. Nella sua sequenza, va letto come un tentativo di illustrare il rapporto dialettico tra forma e società, nella convinzione che la forma sociale e la forma musicale siano liberamente interattive.
Manuale dell'intellettuale di successo
Armando Plebe, Piero Violante
Libro
editore: Armando Editore
anno edizione: 2005
pagine: 128
Come si può essere siciliani?
Piero Violante
Libro
editore: XL EDIZIONI
anno edizione: 2012
pagine: 172
"Come si può essere siciliani?", si chiedeva Leonardo Sciascia. Da Verga a De Roberto a Pirandello a Tomasi di Lampedusa, Fiore, Bufalino, Consolo, Perriera: la storia mai scritta di una diffidenza alla modernità che non può essere liquidata come arretratezza. Nel dibattito sul grande ritorno delle "piccole patrie" che segna il paesaggio politico, nazionale e internazionale, manca un libro come questo. Il caso in esame è l'autonomia regionale siciliana, regione che si rende speciale ancora prima della nascita della repubblica. La ricostruzione di questa vicenda non solo permette di leggere la grande trasformazione novecentesca della politica e della società isolana e nazionale ma riassume in sé tutte le retoriche argomentative che accompagnano i tanti regionalismi: identità culturale, difesa del territorio, storie millenarie e risarcimenti per danni provocati da "altri", sino alla speculazione edilizia, la mafia e il ruolo dei mezzi dei giornali. Per raccontare questa storia l'autore si serve anche e soprattutto della letteratura siciliana letta con la categoria del "disagio del progresso". Un unicum nel panorama degli specialisti del pensiero politico
Lo spazio della rappresentanza. Francia 1788-1789
Piero Violante
Libro
editore: XL EDIZIONI
anno edizione: 2012
pagine: 336
La rappresentanza è il riflesso della disorganicità sociale e governa lo spazio del consenso conquistato. La mappa di questo luogo corrisponde allora alla descrizione e alla misurazione del consenso che vi si forma. La trasformazione dello spazio gotico dell'Ancien régime nello spazio a griglie dello stato rappresentativo avviene attraverso tre dibattiti assembleari tra il luglio e il settembre del 1789. Il libro è una ricostruzione storico-filosofica di questi dibattiti: il concetto di nazione, il principio maggioritario, il vincolo di mandato, la responsabilità ministeriale, il veto reale, il bicameralismo, la tripartizione dei poteri. Pubblicato la prima volta nel 1981, fu apprezzato da Norberto Bobbio come un ottimo libro e dalla documentazione esemplare.
I papillons di Brahms
Piero Violante
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2009
pagine: 247
"Sono pezzi dettati dall'occasione, che, come Sparafucile, ho colto a volo. I pezzi una volta composti in suite esibiscono una insospettata coerenza" scrive Piero Violante, presentando questa raccolta che risuona di oggetti d'affezione da Mozart a Schoenberg, da Brahms a Kurt Weill, ad Adorno, ai musicisti siciliani: Ziino, Sollima, Mannino, Pennisi, Incardona. Emergono nella suite del libro "le predilezioni del critico, rafforzate da un tema fondamentale per la lettura del Novecento: la centralità di Vienna vista sì in continuità tra la Klassik e la Wiener Schule, così come insegnava Schoenberg, ma non più in opposizione né con la Parigi europeista di Cocteau e dei Sei né con la Berlino socialista di Brecht e Weill. Ho imparato frequentando per venti anni la redazione de "L'Ora" che anche un pezzo di cronaca musicale è un pezzo di critica sociale. Oggi, lo so, questa idea appare sempre più minoritaria e marginale. Il libro insiste sulla centralità dei nessi forma-società, sulla lettura sociologica delle interrelazioni e non sovrapposizioni tra le autonomie delle forme artistiche e di quelle sociali, sulla convinzione della centralità della musica nella formazione dell'identità civile e negli affetti. "I papillons di Brahms" leggono la musica come "sintomo" sociale. Ogni singolo pezzo si propone il difficile compito di raccontare la musica, di inserirla nel canone culturale, in un mix di narrazione, d'invenzione, di memoria dell'occasione musicale: un protocollo del vissuto individuale e sociale".
Riflessioni sulla storia della Sicilia dal dopoguerra ad oggi
Francesco Renda, Piero Violante, Salvatore Butera
Libro: Copertina morbida
editore: Sciascia
anno edizione: 2007
pagine: 260
Eredità della musica. David J. Bach e i concerti sinfonici dei lavoratori viennesi (1905-1934)
Piero Violante
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2007
pagine: 227
Richard Strauss ha osservato che dirigendo il primo tempo della Terza di Mahler finiva con l'immaginare "interminabili schiere di lavoratori in marcia verso il Prater per celebrarvi il Primo Maggio". È un'idea largamente condivisa che la Grande Vienna sia stata uno dei cruciali laboratori del Novecento. Questo studio, che mette assieme la storia, la storia della musica e la musicologia, la storia della cultura e quella sociale, lo riafferma. Ma lo riconsidera, guardandolo dalla prospettiva del tentativo da parte della socialdemocrazia e dei teorici dell'austro-marxismo di fare del proletariato l'erede della tradizione musicale viennese e, attraverso questo, erede della cultura classica tedesca. Un'utopia intellettuale germinante intorno all'organizzazione dei cosiddetti "Concerti sinfonici dei lavoratori viennesi", voluta da David J. Bach - responsabile culturale del partito socialdemocratico, figura ancora poco esplorata della Grande Vienna - il cui obiettivo era quello "di creare con e per il proletariato una tradizione del moderno che avesse "Mahler come perno e Webern come suo interprete". Secondo Piero Violante quest'esperimento ha subito una censura e una cesura. La cesura è consistita nel fatto che la sua violenta interruzione ha creato una frattura nella storia dell'interpretazione e della ricezione del canone musicale a datare dall'avvento dell'austrofascismo. Da quel momento i "concerti sinfonici dei lavoratori viennesi" sono stati rimossi.