Libri di Valeria Bizzari
Desiderio
Valeria Bizzari
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2023
pagine: 136
Il desiderio umano è una realtà complessa, difficile da cogliere e comprendere nelle sue varie sfumature, eppure determina il nostro sentire, le nostre azioni e la nostra identità. Nei secoli, gli studi filosofici, sociologici e psicoanalitici lo hanno esplorato provando a definirlo, ponendo l’accento su questo o quell’aspetto. Il desiderio nasce da un senso di mancanza, ma è anche la naturale tensione creatrice che consente di progredire ed espandersi, può divenire, nondimeno, se non governato o addomesticato, bramosia, cupidigia, passione distruttiva. Il suo carattere naturale e spontaneo fornisce l’immediata percezione di ciò che riempie la coscienza di ciascuno di noi e rappresenta la nostra vocazione esistenziale. La società consumistica, tuttavia, sta forgiando i nostri desideri, rendendoli effimeri, privandoli di autenticità e originalità, imponendo un conformismo di massa, che ostacola l’affermazione dell’identità personale e la scoperta dell’altro. È essenziale, quindi, riappropriarsi del “desiderio” e ancorarlo alla dimensione del sentire umano, sia sul piano individuale che sul piano sociale. Introduzione di Antonio Coratti, Ivana Zuccarello; Con i contributi di Norma Bartolini, Giulio Caselli, Valeria de Siero, Paolo Ercolani, Susi Ferrarello, Sara Taglialagamba; Postfazione di Ilaria Gaspari
Alle origini dell'autismo. Il ruolo dimenticato di George Frankl
Filippo Muratori, Valeria Bizzari
Libro
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2019
pagine: 96
Perché, dunque, un altro testo sull'autismo? Innanzitutto, per dare voce a uno psichiatra che, per motivi storici e probabilmente anche politici, è rimasto finora nell'ombra, e che invece sembra abbia offerto, molti anni fa, un'analisi della condizione autistica che appare ancora oggi innovativa e illuminante. Georg Frankl: ebreo, costretto a fuggire negli Stati Uniti, lasciò Vienna e la clinica dove aveva lavorato per anni nelle mani di un giovane medi- co, Hans Asperger, che sarebbe diventato uno dei cardini della storia della diagnosi di autismo. Negli Stati Uniti, George Frankle fu il primo a segnalare a Kanner la perdita del contatto affettivo nell'autismo; e se il suo lavoro non fosse rimasto nascosto, forse tutt'oggi avremmo una visione di- versa di questa condizione. Il secondo motivo per cui abbiamo ritenuto importante scrivere questo volume è la peculiarità della prospettiva congiunta con cui si è approccia- to il tema dell'autismo. Sebbene i due autori appartengano, infatti, a due "scuole" molto diverse - la clinica e la filosofia - lo scambio di prospettive è avvenuto con grande naturalezza: il rigore della scienza e l'utilità della filosofia si sono illuminate a vicenda in un costante dialogo. D'altra parte, se si vuole ancora parlare di autismo come "perdita o disturbo del contatto affettivo", è necessaria un'analisi complessa e attenta alle sfaccettature della vita emotiva, per la quale una prospettiva uni-voca sembra limitante e insufficiente.
Sento quindi sono. Fenomenologia e Leib nel dibattito contemporaneo
Valeria Bizzari
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 320
Che cosa significa essere corporei? E in che senso è possibile oggi parlare di embodiment? Attraverso un’indagine che si dipana su più livelli (storico, teorico e pratico), l’autrice affronta questi interrogativi, prefiggendosi l’obiettivo di offrire una riabilitazione ontologica e gnoseologica al ruolo che il corpo vivo – Leib – assume all’interno della vita di coscienza. Da un punto di vista storico, l’analisi prende in considerazione sia i fenomenologi “classici” (in particolare, Husserl e Merleau-Ponty) sia il dibattito contemporaneo e le forme che la fenomenologia ha assunto negli Stati Uniti. Nell’ultima parte del lavoro, invece, il metodo fenomenologico e la prospettiva embodied vengono messi in pratica nella disamina del concreto rapporto tra sé, altro e mondo. Il risultato è la rivalutazione di quegli aspetti taciti dell’esistenza che, tuttavia, sembrano connotarla tanto profondamente, al punto da poter definire il soggetto non tanto come “io penso” ma piuttosto come “io sento”.