Libri di Vincenzo Cherubini
Tradizioni, dialetto e curiosità popolari ortane. Con un itinerario dentro Orte
Vincenzo Cherubini
Libro: Libro in brossura
editore: Morphema Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 384
Questo volume racchiude una grossa parte del folklore popolare ortano presente fin dai primi del 1900. I canti popolari, i canti di questua (Pasquarella, Passione e Cantamaggio), i canti religiosi, tutti con spartiti musicali; gli stornelli, il dialetto ortano rilevato in un manoscritto del XIV sec., le frangiòttole (favole), curiosità popolari dove i protagonisti sono la gente semplice. Poesie di vari poeti ortani inerenti agli argomenti trattati. Uno scritto inedito di Guido Lupi del 1992 sulla Pasquarella con aneddoti curiosi. Le preghiere popolari fatte in varie occasioni (per i morti: le diasille), per proteggere dai temporali e fulmini, per guarire gli occhi, per cuocere il pane, per trovare marito ecc.). Trascrizione totale di una causa per avvenuta “Ellerata” (ingiuria con le erbe) avvenuta a Orte nel 1833; antroponimi e zoonimi, nomi di erbe, piante e frutta in dialetto; la presenza della “Transumanza” rilevata dalle interviste; i principali proverbi rivolti ai figli. L'origine del carciofo ortano come dolce con interviste dirette. Inoltre è presente un tracciato itinerante nel centro storico con tematiche popolari durante il percorso [...]
Li fijji sò de chi l'allatta e dde chi li fa magnà. Proverbi e motti sui figli e la loro educazione tra il Tevere e il Nera
Vincenzo Cherubini, Mario Menghini
Libro: Libro in brossura
editore: Morphema Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 174
Gli autori con questo volume, dal titolo “Li fijji sò de chi l'allatta e dde chi li fa magnà”, presentano una ricerca effettuata nel territorio tra il Tevere e il Nera di proverbi espressi nel linguaggio popolare del dialetto, ternano e ortano, relativa ai figli e agli aspetti educativi che venivano formulati dai primi del '900 fino agli anni '50 - '60 del Novecento, alcuni dei quali ancora presenti. Fanno da tratto d'unione due significativi proverbi tra i fiumi: «Ttévere nun zarébbe Tévere se Nnéra nu' je désse da bbévere» «Ttévere nun crésce se Nnéra nun mèsce». È un libro molto profondo che riguarda la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Un lavoro accuratissimo, relativo ai figli e alla loro educazione entrambi visti attraverso il vaglio dei proverbi e dei motti, espressi in quel linguaggio autentico, identitario e di prossimità che è il dialetto. Se quella che emerge è una visione pedagogica, essa non sarà senz'altro univoca ma sfaccettata, poliedrica, caleidoscopica; uno spaccato educativo figlio anch'esso del suo tempo: a volte mutevole, contraddittorio e non sempre condivisibile. Il testo ha il pregio di scavare nel profondo, [...]