Libri di Alberto Morsiani
John Ford. Sentieri selvaggi
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2007
pagine: 141
Attraverso il personaggio di Ethan Edwards - un soldato sudista che rientra a casa dopo la dolorosa esperienza della Guerra Civile - John Ford narra la storia dell'"eroe americano", coraggioso, solitario e intransigente. Ford realizza un western complesso, a suo modo misterioso, in un ambiente che ricorda la tragedia antica e in cui risuonano i mille significati del mito del West e insieme gli archetipi culturali americani: il rapporto tra le legge e l'etica, la necessità della violenza, la libertà dell'individuo sacrificata alle esigenze della collettività, il confronto tra l'adolescenza e l'età adulta, il viaggio e la scoperta dell'altro, il rapporto con una natura aperta e selvaggia.
L'uomo che uccise Liberty Valance di John Ford
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2023
pagine: 136
Nella cittadina di frontiera di Shinbone si fronteggiano i buoni e i cattivi, i piccoli agricoltori e i grandi allevatori, l’onesto e duro cowboy Tom Doniphon e il feroce fuorilegge Liberty Valance. A fare da detonatore arriva dall’Est l’avvocato Ransom Stoddard, formando due triangoli: uno di morte tra lui, Tom e Valance; uno d’amore tra lui, Tom e Hallie. Ma chi ha davvero ucciso Liberty Valance? Considerato al tempo un’opera minore, il terzultimo western di John Ford si impone in prospettiva come un grande classico americano, summa artistica ed estetica del regista, che qui realizza un riesame scettico della storia e della mitologia americana, portando al massimo grado la disillusione nel progresso e nella “civiltà” e la nostalgia per un passato non adulterato. Girato in un bianco e nero astratto e quasi privo di esterni, L’uomo che uccise Liberty Valance contiene, insieme, un breve trattato di politica, una dissertazione shakespeariana sulla libertà di espressione e un dilemma etico esplicito. Profetico nell’anticipare la perdita di fiducia pubblica nel governo e nel riconoscere la crescente brutalità della società americana (l’anno seguente il presidente Kennedy verrà assassinato), offre quell’impasto affascinante di legge e anarchia, solidarietà e prepotenza, valori comunitari e individualismo cinico, condito con l’esaltazione dello spirito indomito dei veri uomini, che è al centro di ogni grande western.
Declinazione del vero. Il cinema di Davide Ferrario, Daniele Lucchetti e Daniele Vicari
Luisa Ceretto, Alberto Morsiani
Libro: Copertina morbida
editore: Federazione Italiana Cineforum
anno edizione: 2007
pagine: 79
Ferrario è il più "anziano" dei tre ed è l'unico "nordico", Luchetti e Vicari sono leggermente più giovani e "romani", ma le indubitabili differenze sono compensate da un comune "occhio" registico che li rende solerti e partecipi osservatori della realtà che li circonda nei suoi molteplici aspetti: non solo la realtà contemporanea, sociologica e politica, ma anche quella di un'Italia del passato (l'Ottocento visto dalla prospettiva di due butteri maremmani; la Resistenza; il Sessantotto) che riflette e fa capire meglio quella del presente. L'attenzione di questi autori si concentra sui microcosmi sempre interessanti e talvolta sorprendenti: le nuove generazioni e i loro problemi e speranza; i sentimenti; il bizzarro mondo del lavoro, che sia quello di un meccanico di Ostia, di una pornostar o di un portaborse politico... Il soggetto può provenire da un romanzo o essere attinto dalla cronaca oppure del tutto originale: non cambia però l'ispirazione attenta al dato sociologico. Ad accomunare i tre registi è anche il tentativo lodevole di rivitalizzare il famigerato "cinema medio" nazionale, transitando per vari generi e fertilizzandoli con originalità e personalità: la commedia giallorosa, il road movie, la commedia romantica e sentimentale, il mélo, il film "politico", il film generazionale, il film a sottofondo sportivo.
Quentin Tarantino. Pulp fiction
Alberto Morsiani
Libro: Copertina morbida
editore: Lindau
anno edizione: 2008
pagine: 239
Quattro storie di violenza si intersecano in una struttura circolare che si chiude con un ritorno all'inizio. Come scrive Paolo Mereghetti, "Pulp Fiction è un perfetto gioco a incastri", ha dialoghi paradossali e si giova di una buona direzione d'attori. Ma soprattutto "Tarantino, da buon cinefilo che ama le citazioni, non prende nulla sul serio e sdrammatizza le situazioni più truci con un umorismo ghignante a volte irresistibile."
Il cinema indiano
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 142
II cinema indiano è unico per le sue sconvolgenti dimensioni di divertimento di massa e per la varietà delle sue produzioni, diverse da regione a regione. Una macchina ben oliata che sforna continuamente nuove star e produce un migliaio di film all'anno, a loro modo avvincenti "polpettoni" che mescolano avventura, romanzo sentimentale, comicità, canzoni, balli. Ma tanti sono stati, e sono, anche gli autori di prestigio, dal più grande di tutti, il Satyajit Ray della celebre "Trilogia di Apu", a Mrinal Sen, Goutam Ghose, per arrivare a Mira Nair e M. Night Shyamalan. Attraverso la storia del cinema indiano, dalle origini ai giorni nostri, il libro traccia il profilo di un paese di straordinario fascino e interesse.
Ribelli on the road. Moto e bikers del cinema
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2013
pagine: 127
"Ribelli on the Road" racconta il mito delle due ruote visto attraverso l'obiettivo cinematografico. Immagini, informazioni, aneddoti, curiosità, dettagli critici su centinaia di film accompagnano i lettori in un trascinante viaggio che soddisferà sia i fanatici di cinema che gli appassionati di motociclette. Con l'aiuto di moltissime foto di scena, viene ripercorsa la grande storia dei "biker movies" e dei carismatici "riders2 dello schermo, dal Marion Brando de "Il selvaggio" al Peter Fonda di "Easy Rider", dal Willem Dafoe di "The Loveless" all'Anthony Hopkins di "Indian - La grande sfida", da Steve McQueen a Mei Gibson, da Mickey Rourke a Gerard Depardieu... Il tutto con grande attenzione non solo all'evoluzione di un genere di culto dagli anni '50 ai giorni nostri, ma anche al dettaglio tecnico dei modelli di moto impiegati nei vari film.
Ai confini del buio. Piacere e violenza in Kathryn Bigelow
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2016
pagine: 160
Premiata con l'Oscar per "The Hurt Locker", definita da un critico "la figlia femminista di Howard Hawks", Kathryn Bigelow ha saputo giocare al gioco del cinema d'azione virile meglio di tanti registi maschili. I suoi film, da Point Break a Blue Steel, da Near Dark a Zero Dark Thirty, sollecitano un'immersione dei sensi: un'esperienza estetica in cui si miscelano rapimento e complicità, feticismo e voyeurismo, luce e ombra. Un'avventura sensuale quanto mai attuale nell'era contemporanea della permissività estrema in cui gli artisti sono quasi "costretti" a esibire in modo diretto le loro fantasie più private, e che è ben riassunta dalle parole del protagonista di "Strange Days": «Tutti abbiamo bisogno di avventurarci nel tratto buio in fondo alla strada, è la nostra natura». Studiare il cinema della Bigelow significa capire qualcosa in più dei meccanismi di fascinazione dell'arte e di un inconscio personale che diventa collettivo, nella misura in cui questa regista americana rappresenta bene il nostro tempo, i totem e i tabù di un'epoca ben precisa. Il libro diventa così un attraversamento critico dell'immaginario americano come momento "forte", importante per capire chi siamo e come agiamo.
Piovre, vichinghi e ladroni. Le 20.000 fantasie hollywoodiane di Richard Fleischer
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2017
pagine: 176
Scrivere di Richard Fleischer a cent'anni esatti dalla sua nascita nel 1916 (e a dieci dalla sua scomparsa), significa gettare finalmente un po' di luce su uno dei tanti bravi professionisti che hanno lavorato a Hollywood negli anni del suo massimo splendore, talenti oscurati dai Grandi Nomi e abbastanza trascurati dagli studiosi e dagli storici del cinema. Richard Fleischer potrebbe infatti apparire la vera epitome del regista sottostimato. Baciato dal successo di pubblico e dunque liquidato dalla critica come regista commerciale. Anche se non vogliamo resuscitare a tutti i costi la figura dell'autore, tanto cara alla critica di alcuni decenni fa, è comunque interessante capire il ruolo del regista nel dare forma a un film. Bisogna dunque porre l'accento sull'abilità tecnica e sulla competenza mostrata da registi come Fleischer, che hanno diretto dozzine di film in ogni tipo e genere nell'arco di quasi mezzo secolo. Alla fine della loro carriera, sono rientrati in quel cono d'ombra critico da cui erano emersi solo in sporadiche occasioni. Eppure, i loro film sono un patrimonio della visione di milioni di appassionati, prima nella sala cinematografica e poi in televisione e sull'home video. Spettatori che possono godere ancora oggi di film fantasiosi ed eccitanti come "20.000 leghe sotto i mari", "Barabba", "L'altalena di velluto rosso", "Frenesia del delitto", "I Vichinghi", "Le jene di Chicago", "Viaggio allucinante" e tanti altri, vere, immortali delizie per cinefili di ogni tempo. Interventi di Roberto Chiesi, Michel Ciment, Lorenzo Codelli, Leonardo Gandini, Mario Gerosa, Roberto Lasagna, Massimo Lastrucci, Emanuela Martini, Bernard Tavernier, Paolo Vecchi, Fabio Zanello.
Uno sguardo famelico. Il cinema di Roberta Torre
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Falsopiano
anno edizione: 2019
pagine: 162
Quando, nel 1997, il suo “Tano da morire”, originalissima fusione di musical e film sulla mafia, venne presentato con clamore alla Settimana della Critica di Venezia, la milanese Roberta Torre, già da qualche anno trasferitasi a Palermo, era nota soltanto in una ristretta cerchia di cinefili per alcuni suoi notevoli cortometraggi. Il grande successo arriso al lungometraggio d’esordio, ha lanciato una carriera artistica di costante qualità e capacità di sperimentazione. Molto attiva anche in campo teatrale, autrice di romanzi e fotografa, la Torre ha messo assieme negli anni una filmografia ricca in cui si mescolano con scioltezza documentario e fiction. Tra i suoi film, sempre sorprendenti e assai apprezzati dalla critica, ricordiamo, il premiatissimo “Angela”, melodramma sulla malavita affrontato con sguardo da entomologa, il noir “Mare nero” che sviscera una morbosa sessualità maschile, “I baci mai dati”, commedia sociale su una “santa” tredicenne in un quartiere povero di Catania. Nel 2017 la Torre è tornata all’antico mescolando mondo criminale e musical, aggiungendovi con sapienza Shakespeare e psicanalisi, colori sgargianti e spettacolari canzoni e coreografie: il risultato è Riccardo va all'inferno, opera di lucente forma e lucida sostanza, che, con la sua complessa stratigrafia, rappresenta un po’ la summa del suo cinema. Legatissima al mondo siciliano, nondimeno la Torre, di cui per la prima volta questo volume analizza in modo organico e analitico i film e la carriera cinematografica, ha saputo estrapolarvi una poetica che va molto al di là del dato concreto del “reale” per creare un universo in cui compaiono spesso aspetti surreali e grotteschi al fine di una rappresentazione e comprensione “famelica” della società che ci circonda.
L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel
Alberto Morsiani
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2020
pagine: 128
Fino a qualche tempo fa Santa Mira era la classica smalltown tranquilla, "normale". Ora, malati che improvvisamente guariscono, bambini che dicono che la madre non è la madre, donne che dicono che lo zio non è lo zio. Qualcosa di strano sta accadendo. Il dottor Bennell vuole capire l'origine vera di questi "disturbi". È l'inizio di uno dei grandi incubi della storia del cinema, un capolavoro sulla paranoia collettiva anni '50. Don Siegel firma questo classico della fantascienza aliena e horror, che ha avuto tre remakes, ha influenzato registi e ha terrorizzato spettatori. Il fascino duraturo del film risiede nel piacere proibito che nasce dalla paura profonda di essere sostituiti da una copia di se stessi, insensibile e priva di emozioni. Il terrore dell'Ignoto si somma alle interpretazioni ideologiche, che hanno fatto del film, di volta in volta, un attacco al conformismo borghese o una denuncia dell'egualitarismo comunista. Al fondo, però, sta l'eterna paura di perdere i nostri tratti personali, ciò che ci rende unici e singolari, in un mondo globalizzato e asservito alla tecnologia.
Quentin Tarantino
Alberto Morsiani
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 236
Quentin Tarantino è diventato un'icona riconoscibile della cultura di massa contemporanea: il nuovo wonder boy dell'industria del divertimento, un personaggio dai tratti inconfondibili, un cineasta in grado di avere presa su un pubblico popolare, ma anche su un pubblico colto, di conciliare arte e consumo. Analizzando tutta la carriera di quest'artista poliedrico - non solo regista ma anche attore, sceneggiatore, produttore, persino distributore - il volume ne offre un ritratto completo ed esaustivo, che parte dai difficili inizi e arriva all'affermazione internazionale con film quali "Le iene" e soprattutto "Pulp Fiction".