Libri di Danilo Reschigna
I racconti del virus
Danilo Reschigna
Libro: Libro in brossura
editore: Gruppo Albatros Il Filo
anno edizione: 2021
pagine: 96
L'ironia di Danilo Reschigna ne “I racconti del virus” è contagiosa. Mordace e sagace in molte sue considerazioni racconta momenti di lockdown e le varie criticità che ne son derivate. A volte ironico e a volte sarcastico, si pone nei confronti del virus in modo piuttosto singolare e divertente: giocando sui paradossi svela il mistero della cattiva informazione, dei luoghi comuni e delle false ideologie. Non tralascia la tenerezza per gli ultimi istanti di chi ha perso i contatti con il mondo, l'incredulità e la sofferenza sono state ottimamente dipinte. L'Autore ha saputo ben delineare e sviluppare i vari punti di vista nei confronti del Coronavirus: interessante e sorprendente quello di Dio, un Dio troppo spesso nominato invano e considerato responsabile di ogni sorta di maleficio che affligge l'uomo. Ma siamo così sicuri che sia per sua colpa l’origine di tutto questo? Molto probabilmente la pandemia ha infettato anche le nostre menti: l'isolamento forzato del lockdown ha sviluppato una serie di situazioni e relative conseguenze a cui nessuno era preparato e quindi ha originato teorie e punti di vista alquanto opinabili.
Aliseo che cammina controvento
Claudio Bianchi, Danilo Reschigna
Libro: Copertina morbida
editore: ExCogita
anno edizione: 2008
pagine: 136
Ogni società ha sviluppato la propria cultura del bello affiancata ad un pari criterio per il brutto, e spesso la bruttezza è collegata alla malattia o all'infermità. Aristotele ricorda che un uomo non può essere coraggioso. Ciò nonostante nella mitologia greca e mesoamericana gli dei raccapriccianti e deformi rappresentavano per i nativi consistenti valori positivi. Aliseo Gambalunga, affetto da tetraparesi spastica, lavora senza eccessivo entusiasmo in un ufficio commerciale. Il suo compito principale è stampare fotocopie, ma il ragazzo ha un sogno proibito: vorrebbe essere ballerino alla Scala di Milano. Dice di sé "... sono umano, troppo umano...". Il suo collega, Adone Celeste, non vive volentieri la mansione di tutor che gli è stata affdata dalla direzione. Adone è fisicamente normodotato, ma la vita professionale e sentimentale gli riservano amarezza e depressione. Chi tra loro è il vero handicappato?