Libri di Dario Ippolito
Bisogna aver visto. Il carcere nella riflessione degli antifascisti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Asino
anno edizione: 2019
pagine: 219
Testi di Calamandrei, Foa, Spinetti, Lussu, Ginzburg, Levi, Salvemini, Baldazzi, Bauer, Bei, Bolis, Fancello, Giva, Lombardo Radice, Marconi, Monti, Pajetta, Parri, Rossi, Vinciguerra.
Diritti e potere. Indagini sull'Illuminismo penale
Dario Ippolito
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2012
pagine: 154
Assumendo i diritti umani come orizzonte assiologico della rifondazione razionale della convivenza sociale, la riflessione illuministica sugli scopi e i limiti del potere scoprì la sfera penale come primario momento qualificante dell'ordine civile. Perché punire? Quando proibire? Come giudicare? Dalle risposte politiche a questi cruciali interrogativi passava, secondo i philosophes, la linea di demarcazione tra la libertà e l'oppressione. I saggi raccolti in questo volume analizzano le teorie del diritto e del processo penale di alcuni tra i maggiori rappresentanti della cultura giuspolitica dell'Illuminismo.
Lo spirito del garantismo. Montesquieu e il potere di punire
Dario Ippolito
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 123
È un potere tragico, il potere di punire. Protegge, minacciando. Contiene la violenza attraverso l'uso della forza. È uno scudo potente; ma può ferire quanto le armi da cui difende. La sua fonte di legittimazione risiede nella tutela della vita, dell'integrità e della libertà delle persone; che, in assenza di proibizioni legali munite di sanzioni, resterebbero in balìa della legge del più forte. Eppure, esso invade la sfera di immunità che presidia: inquisendo, imputando, costringendo e condannando. È un potere necessario e terribile, il cui esercizio può sempre degenerare in forme oppressive. Per questo, occorre limitarlo e modellarlo attraverso il diritto, al fine di renderlo aderente agli scopi garantistici che ne costituiscono la ragion d'essere. "È dalla bontà delle leggi penali - scrisse Montesquieu, oltre due secoli e mezzo fa - che dipende principalmente la libertà del cittadino": dalla configurazione della sfera dei reati, dalla composizione dell'arsenale delle pene, dall'organizzazione giurisdizionale e dalle regole del processo. Questa lezione politica ha lasciato una traccia profonda nella civiltà del diritto. Ha ispirato Beccaria, ha fecondato il dibattito illuministico, ha inciso sul processo di laicizzazione, umanizzazione e razionalizzazione del sistema penale.
Lo spirito del garantismo. Montesquieu e il potere di punire
Dario Ippolito
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2016
pagine: 111
È un potere tragico, il potere di punire. Protegge, minacciando. Contiene la violenza attraverso l'uso della forza. È uno scudo potente; ma può ferire quanto le armi da cui difende. La sua fonte di legittimazione risiede nella tutela della vita, dell'integrità e della libertà delle persone; che, in assenza di proibizioni legali munite di sanzioni, resterebbero in balìa della legge del più forte. Eppure, esso invade la sfera di immunità che presidia: inquisendo, imputando, costringendo e condannando. È un potere necessario e terribile, il cui esercizio può sempre degenerare in forme oppressive. Per questo, occorre limitarlo e modellarlo attraverso il diritto, al fine di renderlo aderente agli scopi garantistici che ne costituiscono la ragion d'essere. "È dalla bontà delle leggi penali - scrisse Montesquieu, oltre due secoli e mezzo fa - che dipende principalmente la libertà del cittadino": dalla configurazione della sfera dei reati, dalla composizione dell'arsenale delle pene, dall'organizzazione giurisdizionale e dalle regole del processo. Questa lezione politica ha lasciato una traccia profonda nella civiltà del diritto. Ha ispirato Beccaria, ha fecondato il dibattito illuministico, ha inciso sul processo di laicizzazione, umanizzazione e razionalizzazione del sistema penale.
Mario Pagano. Il pensiero giuspolitico di un'illuminista
Dario Ippolito
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2008
pagine: XXII-320
Lontano dalle ambiguità ideologiche del dispotismo illuminato, il pensiero giuspolitico di Francesco Mario Pagano (1748-1799) supera le frontiere dell'illuminismo riformatore, proiettandosi nell'orizzonte della rivoluzione. Sulla base di una dottrina giusnaturalistica dei diritti umani, la sua riflessione sul potere si articola in una concezione dello Stato come strumento di protezione degli individui, in una teoria del diritto penale come tecnica di garanzia della vita e della libertà personale, in una visione repubblicana della convivenza civile e della giustizia sociale. Nei suoi aspetti più originali, l'opera paganiana anticipa e prefigura le odierne dottrine del costituzionalismo e del garantismo.