Libri di Davide Ferrante
L'età invisibile. Rivelare l'identità attraverso il recupero della vergogna
Davide Ferrante
Libro: Libro in brossura
editore: EGEA
anno edizione: 2024
pagine: 162
La dimensione digitale, attraverso un uso sempre più massiccio dei dispositivi, tende a rendere più opachi alcuni tratti fondamentali dell'umano quali l'identità e la relazionalità, oppure specifiche facoltà umane come la memoria e l'intelligenza. Il recupero dell'umano è stato pertanto oggetto di studio e di analisi, partendo dall'assunto che il Sé può rendere visibile il proprio progetto identitario attraverso il legame sociale con l'Altro. Tale legame può essere tutelato se viene rimessa in circolo un'emozione sociale che, intesa come "senso del limite", viene spesso accantonata: la vergogna. Per uscire dunque da questa condizione di invisibilità, il lavoro propone nell'ultima parte una serie di "ipotesi di rivolta": il recupero della vergogna, l'"ambientalismo digitale", il senso di responsabilità, il contrasto all'automazione acritica, la salvaguardia dell'immaginario, la riscoperta dell'importanza dell'atto della lettura e del potere dell'arte. Prefazione di Clelia Castellano. Postfazione di Fabio Pasqualetti.
Amigdala
Davide Ferrante, Stefano Chiuchiarelli
Libro: Libro in brossura
editore: Douglas Edizioni
anno edizione: 2016
pagine: 70
Paura. Aver paura. Aver paura della paura. Questo graphic novel racconta proprio questa angosciante, ma allo stesso tempo eccitante, stato emotivo che riguarda tutti noi; nessuno escluso.
Il controllo sottile. In trappola tra tv, social network e smartphone
Davide Ferrante
Libro
editore: CSA Editrice
anno edizione: 2016
pagine: 188
Saggio sul controllo certosino istruito e perpetrato dai gestori del potere. La necessità di controllare scaturisce dall'esigenza di pilotare i comportamenti e direzionare le scelte. Ma esiste in tantissimi anche un sottile piacere nell'esporsi, o nell'essere controllati. Sembra che il futuro dell’umano sia incentrato esclusivamente sul “vedere e l’esser visti”, e sul superficiale a discapito di quei necessari slanci evolutivi figli del pensiero critico che ricerca e ha la necessità dell’approfondimento. Si è nella pericolosa rete, ma ci si sente così liberi da poter mettere in mostra spesso solo il peggio di sé, non tenendo conto che clienti, titolari, pubblicitari e gestori del potere prendono decisioni (su di noi) sulla base di quel che vedono (di noi) tra foto, video, condivisioni, sfoghi, like, post e mex. La trappola è letale proprio perché fa leva sull'esigenza di voler apparire liberi, disinvolti e presenti per un “mondo” di eterei amici che in realtà ci ignora, mentre i soli a non ignorarci sono i cinici e manipolatori gestori del controllo sottile.