Libri di Didier Fassin
Umanità in esilio. Cronache dalla frontiera alpina
Didier Fassin, Anne-Claire Defossez
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 400
Fuggendo dalle violenze politiche, dalle persecuzioni religiose o dalla povertà, uomini, donne e bambini provenienti da Afghanistan, Iran, Siria, Maghreb e Africa subsahariana intraprendono viaggi di diversi anni durante i quali affrontano i racket delle bande armate, le brutalità delle forze di polizia, i campi di internamento, le barriere di filo spinato, le asperità del deserto e i pericoli del mare. Molti, in questo tentativo, perdono la vita. Per cinque anni, d’estate come d’inverno, Didier Fassin e Anne-Claire Defossez hanno condotto una ricerca al confine tra Italia e Francia, sulle Alpi, con molti di questi esuli, per ricostruire il loro percorso inserendolo nel contesto geopolitico dei cambiamenti mondiali. Hanno partecipato alle attività svolte per portare loro assistenza. Hanno incontrato i vari attori di questo territorio di migrazioni millenarie. La loro indagine permette di comprendere l’esperienza degli esuli, l’impegno dei volontari, la solidarietà dei cittadini della frontiera e, persino, lo smarrimento delle forze dell’ordine, consapevoli di trovarsi di fronte a migrazioni epocali. Umanità in esilio è un grande resoconto, ricco di dati e di analisi, biografie di donne e uomini, che spiega al meglio le complesse dinamiche locali e globali della migrazione contemporanea. “Cosa significa per il mondo contemporaneo questa scena quotidiana alla frontiera tra Italia e Francia? Che cosa dice tutto questo dei cambiamenti morali e politici in atto? Qual è il prezzo da pagare per un simile restringimento dei valori? Che tipo di umanità annuncia?” Le frontiere raccontano la storia, la storia delle nazioni e la storia della gente, e raccontano la storia del nostro tempo.
Ripoliticizzare il mondo. Studi antropologici sulla vita, il corpo e la moralefre
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 177
In un tempo in cui, ovunque nel mondo, i cittadini esprimono in maniera crescente il loro disincanto nei confronti della politica, è necessario reinterrogarne il senso non dal punto di vista delle istituzioni, dei partiti e dei programmi che le danno forma, ma di ciò che ne costituisce la sostanza stessa, ciò a cui essa rimanda e mette in gioco. Poiché studia il vicino e il lontano, si occupa del locale e del globale, e riunisce in uno stesso progetto etnografico l'attenzione per il quotidiano e l'ambizione di comprendere il contemporaneo, l'antropologia offre una risposta originale alla questione politica. Nutriti da ricerche condotte nei tre continenti, i saggi presentati in questo volume affrontano tale questione attraverso tre dimensioni fondamentali: la vita degli esseri umani che insieme costituiscono la società, una vita sulla quale si imprimono le disuguaglianze sociali; il corpo, che subisce le violenze e le sofferenze, ma attraverso il quale si rivendicano dei diritti; e la morale, che serve a distinguere l'intollerabile dall'accettabile e a fondare delle comunità di valori e di affetti. Queste politiche della vita, del corpo e della morale, analizzate alla luce di ricerche sulla povertà e l'immigrazione, l'asilo e la malattia, la giustizia sociale e la ragione umanitaria, disegnano così il progetto di ripoliticizzare il mondo.
L'impero del trauma. Nascita della condizione di vittima
Didier Fassin, Richard Rechtman
Libro
editore: Meltemi
anno edizione: 2020
pagine: 470
Dagli attentati ai terremoti, dagli incidenti aerei ai sequestri, dai massacri ai suicidi, ogni avvenimento violento invoca la presenza di psichiatri e psicologi che intervengano in nome della traccia psichica del dramma: il trauma. A lungo questa nozione è servita a squalificare soldati e operai della cui sofferenza si metteva in dubbio l'autenticità. Oggi, grazie al trauma, le vittime trovano un riconoscimento sociale. E proprio sulla condizione delle vittime si concentrano le analisi di Fassin e Rechtman, tra i principali antropologi contemporanei. L'impero del trauma delinea l'appassionante percorso che dai lavori di Charcot, Janet e Freud giunge all'invenzione del disturbo post-traumatico da stress negli Stati Uniti, fino all'attuale era di riabilitazione, che produce l'apparizione di una nuova soggettività politica: quella della vittima.
Le vite ineguali. Quanto vale un essere umano
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2019
pagine: 208
Come può la vita essere concepita nella sua duplice dimensione del vivente e del vissuto, della materia e dell'esperienza? A questa domanda la filosofia e, più recentemente, le scienze sociali hanno offerto ogni tipo di risposta, ora favorendo la dimensione biologica ora quella biografica. Ma è possibile conciliare e pensare insieme la lettura naturalista e quella umanista? Attraverso i risultati di una ricerca condotta in tre continenti, Didier Fassin analizza e articola tra di loro tre concetti: forme di vita, etiche della vita e politiche della vita. La scommessa è uscire dall'astrazione per tentare una verifica empirica e rivelare qualcosa di concreto, capace di interrogare le società contemporanee. Dalla condizione dei nomadi forzati — che li si chiami rifugiati, migranti, richiedenti asilo o stranieri irregolari — al calcolo delle indennità per gli incidenti, che convertono la vita nel suo valore monetario, Fassin getta luce sulle modalità allarmanti che oggi regolano il trattamento degli esseri umani e dimostra così che non tutte le vite hanno lo stesso valore. Una volta assemblati i tasselli di questa composizione antropologica, come in un puzzle, appare un'immagine: quella inquietante delle vite ineguali. "Considerare la vita nella prospettiva della disuguaglianza offre allora una nuova intelligibilità del mondo sociale, ma anche nuove possibilità d'intervento. Permette infatti di passare dall'espressione di compassione al riconoscimento dell'ingiustizia."
Punire. Una passione contemporanea
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2018
pagine: 192
Negli ultimi decenni le nostre società sono diventate più repressive, le leggi più severe, i giudici più rigidi, e questo senza che ci sia alcun legame diretto con la criminalità. Didier Fassin si sforza di cogliere, con un’analisi genealogica ed etnografica, la posta in gioco di questo momento punitivo. Per farlo, è necessario aggiornare quello che sappiamo sulla stessa “strana pratica, e la singolare pretesa, di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni” di cui parlava Foucault. Quella nuova tecnologia chiamata punizione. Che cosa c’è da punire? Perché abbiamo bisogno di imporre punizioni? E contro chi? Queste tre domande disegnano il campo di un dialogo critico tra la filosofia morale e le teorie del diritto. Con un’indagine sulle diverse configurazioni della punizione nella storia e nelle nazioni, Fassin mostra che non sempre il crimine è stato disciplinato da sofferenze inflitte per legge e che non necessariamente la punizione appartiene a logiche razionali, usate per legittimarla. Per di più, l’inasprimento delle pene e la disuguaglianza nella loro distribuzione rendono la società meno sicura e meno giusta. Quello di Fassin è un saggio attualissimo in tempi di trionfo del populismo, perché offre gli strumenti per una revisione delle premesse che alimentano la passione punitiva e invita a ripensare la sua collocazione nel mondo contemporaneo.
Ragione umanitaria. Una storia morale del presente
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2018
pagine: 308
I sentimenti morali sono diventati uno strumento politico fondamentale per rispondere ai disordini del mondo. Che si tratti di gestire poveri e rifugiati, di soccorrere vittime di catastrofi o di giustificare interventi militari, a dispiegarsi è sempre quel governo umanitario del quale Didier Fassin analizza le premesse, le tensioni e le contraddizioni. Dalla Francia al Sudafrica, dal Venezuela alla Palestina, l'autore esplora alcune scene globali in cui la ragione umanitaria è messa alla prova dalla disuguaglianza, dalla violenza, dal dolore. Emerge una nuova economia morale del mondo contemporaneo, della quale Didier Fassin propone una critica allo stesso tempo rispettosa dell'impegno delle figure coinvolte e capace di leggere con lucidità le questioni che le sovrastano.
Quando i corpi ricordano. Esperienze e politiche dell'Aids in Sudafrica
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: Argo
anno edizione: 2016
pagine: 366
All'inizio degli anni Duemila, mentre si scatenava un'aspra polemica sulle cause e le cure di questa malattia, il Sudafrica è diventato la nazione con il più alto numero di malati di Aids al mondo. Frutto di cinque anni di ricerca nelle township e nelle ex homeland, ma anche negli ambienti scientifici e politici, in "Quando i corpi ricordano" Didier Fassin ricostruisce lo sviluppo di una crisi epidemiologica e politica senza precedenti che, nel contesto del post-apartheid, ha scosso il rapporto fra sapere e potere. Mentre la storia della segregazione razziale si perpetua nelle violenze e nelle disuguaglianze di oggi, questo libro mostra come il lavoro della memoria delle sofferenze collettive faccia rivivere negli eventi del presente le tragedie del passato. Con una riflessione che va al di là del caso sudafricano, l'autore indaga i modi in cui, nelle società contemporanee, i corpi ricordano.
La forza dell'ordine. Antropologia della polizia nelle periferie urbane
Didier Fassin
Libro: Libro in brossura
editore: La Linea (Bologna)
anno edizione: 2013
pagine: 335
Spesso, negli ultimi anni, le periferie delle metropoli occidentali sono state il teatro di scontri tra le forze di polizia e gli abitanti, per lo più giovani di origini straniere. Nel 2005 è stato il turno delle maggiori città francesi. Didier Fassin, con un'etnografia incentrata su un corpo "speciale" di polizia dell'area urbana di Parigi, ci dà un resoconto illuminante del fenomeno. Ne descrive la quotidianità fatta d'inattività e di noia, ma mostra anche la costante ricorrenza di umiliazioni, violenze e discriminazioni nei confronti delle minoranze etniche e degli immigrati. L'analisi ci svela come, in un contesto di crescenti disparità e tensioni razziali, lo Stato tenda ad agire per rafforzare l'ordine sociale vigente piuttosto che per difendere l'ordine pubblico.