Libri di Enzo Gradassi
Una lira per tre vite. Il massacro di Sante e don Giuseppe Tani e di Aroldo Rossi tra paure, inganni e tradimenti
Santino Gallorini, Enzo Gradassi
Libro: Copertina morbida
editore: C&P Adver Effigi
anno edizione: 2020
Forse solo chi - come i due autori - ha frequentato a lungo le storie della liberazione dal nazifascismo del nostro territorio e possiede solidi riferimenti ai valori che la ispirarono, poteva avventurarsi in una ricerca intorno a un evento già raccontato in molte pubblicazioni e su cui sembrava fosse stato già scritto tutto. Certo, è stato necessario che diventassero finalmente accessibili tutti gli atti e i documenti, ma sono stati necessari soprattutto la passione, il coraggio di un lavoro paziente e rigoroso, l'onestà intellettuale per ricostruire così minuziosamente fatti e testimonianze, anche quando le tessere del mosaico rischiavano di non restare più al loro posto e il disegno conosciuto scomporsi. Lunghi mesi di letture e trascrizioni, di analisi e comparazioni, finché le ultime ore, addirittura gli ultimi minuti di alcune delle figure più simboliche della Resistenza aretina non sono stati restituiti all'interezza di una realtà sicuramente sfaccettata e complessa ma proprio per questo fonte inesauribile di riflessione.
Uomodoro. Ruggero, Bradamante e l'ippogrifo
Enzo Gradassi
Libro
editore: Fuorionda
anno edizione: 2018
Ci giurammo eterno amore
Enzo Gradassi
Libro: Copertina morbida
editore: C&P Adver Effigi
anno edizione: 2017
pagine: 123
Lui uccide lei, che considera sua, per non perderla. "L'anima tua appartiene a me", le aveva scritto poco tempo prima. E la logica primordiale del femminicidio, un delitto nel quale la donna è sempre vittima di un marito, di un fidanzato, di uno spasimante e a causa di qualcosa che l'assassino (e troppo spesso lei stessa) si ostina a chiamare amore. Siamo nel 1919 e si parla di Ida, la vittima, ma soprattutto di Eugenio, l'assassino, ostinatamente incredulo di dover finire in carcere ed al manicomio giudiziario senza aver commesso alcun crimine se non, secondo lui, aver tentato di uccidersi.
Il Capitano Magro. L'avventura di un giovane aretino da Fiume alle Fosse Ardeatine
Enzo Gradassi
Libro
editore: Fuorionda
anno edizione: 2014
pagine: 200
Il cerchio chiuso. Arnaldo Pieraccini, fare un manicomio da disfare
Enzo Gradassi
Libro: Copertina morbida
editore: Fuorionda
anno edizione: 2012
pagine: 141
Tra l'ultimo scorcio dell'Ottocento e i primissimi del Novecento, l'anomala situazione di Arezzo, fino a quel momento privo di una struttura manicomiale autonoma, approdò a una soluzione. È a questo punto che in quella complessa e travagliata storia si innesta la straordinaria figura del nuovo direttore, Arnaldo Pieraccini. Giunto ad Arezzo nel 1904, Pieraccini azzerò il precedente progetto di costruzione del nuovo Manicomio per procedere alla realizzazione di un Istituto sotto molti aspetti all'avanguardia e gestito con trasparenza ed efficienza. Il racconto, che coinvolge e mette in primo piano alcuni fra gli esponenti politici, amministrativi e sanitari del tempo, si snoda attraverso la sua biografia umana, intellettuale e politica: dalla sua partecipazione al governo dei Comune di Arezzo nel 1911 al tentativo fascista di indicarlo come responsabile morale dei fatti di sangue del paese di Renzino del 1921, dal suo licenziamento nel 1934 perché non iscritto ai Fascio alia sua immediata riassunzione, dal trasferimento di un pezzo di Manicomio a Galbino nei mesi dei bombardamenti angloamericani alla sua appassionata opera per la ricostruzione dell'Istituto dopo la guerra, dai grandi dolori familiari fino al pensionamento. In mezzo, la statura di un personaggio che seppe conquistare popolarità in città e le sue idee, innovative per il tempo, per la cura dei malati di mente, insieme all'invenzione del Padiglione neurologico e alla trasformazione del Manicomio in Ospedale Neuropsichiatrico.
Sesto senso. Una famiglia ebrea in Casentino
Enzo Gradassi
Libro: Libro in brossura
editore: Zona
anno edizione: 2011
pagine: 134
Nel 1943, per quasi cento giorni una famiglia ebrea - Aldo e Alda Lusena e la loro piccola Bianca Maria - si nascose a Biforco, un piccolo centro dell'alto Casentino, per sfuggire alla persecuzione razziale. Caduti nelle mani di faccendieri senza scrupoli che volevano impossessarsi delle loro ricchezze, vennero intimoriti al punto di scegliere il suicidio piuttosto che la paventata deportazione. La lettura delle carte processuali ritrovate di recente consente di rievocare una terribile vicenda che nasce con le leggi razziali e diviene via via più aberrante mano a mano che l'innocua e indifesa famiglia diventa vittima dell'altrui cupidigia, che non si ferma nemmeno di fronte alla morte. Dei contorni di questa vicenda si conserva ancora una viva memoria in Casentino, ma la sua narrazione attraverso le testimonianze processuali svela i risvolti inquietanti di un aspetto della Shoah finora rimasto nell'ombra.
L'ingiustizia assoluta
Enzo Gradassi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mio Amico
anno edizione: 2008
pagine: 112
Innocenti. Un eccidio aretino nel 1944
Enzo Gradassi
Libro: Libro in brossura
editore: Le Balze
anno edizione: 2019
pagine: 103
A sessanta anni di distanza viene rievocato un episodio di resistenza passiva e si ricostruisce uno sconosciuto eccidio tedesco a pochi giorni della liberazione di Arezzo. Madre e figlia vennero assassinate nel corso di un tentativo di violenza da parte di elementi del 15. Panzegrenadier in ritirata. A raccontare l'episodio è l'altra figlia, gravemente ferita ma scampata, che era stata aggredita con la madre e la sorella.
Sopracchiamato Gnicche
Enzo Gradassi
Libro
editore: Fuorionda
anno edizione: 2017
I verbali della forza pubblica e gli atti giudiziari, con il contributo di quanto ne scrisse la stampa dell’epoca, consentono di raccontare la vicenda del fuorilegge aretino Federigo Bobini, sopracchiamato Gnicche, depurata dalla ridondante aneddotica popolare, in gran parte fasulla, che ne ha creato il mito di cui si sono occupati il cinema, il teatro, la letteratura e i fumetti. La figura intrigante del bandito, cantato dal poeta popolare Giovanni Fantoni, e la sua notorietà – nella realtà ristretta a poco più di due anni cruciali, fra il 1869 e il 1871 – sono ricostruite in tutti i risvolti meno noti e, in molti casi, inediti. Compreso il «mistero» del suo soprannome. Spesso è lo stesso protagonista che si racconta durante i molti interrogatori ai quali venne sottoposto dai magistrati, in altri casi lo fanno i suoi complici quando vennero portati a giudizio, in altri ancora la stampa, locale e nazionale, del suo tempo. Amici, complici e nemici dai cognomi ancor oggi diffusi nell’aretino; i furti, gli omicidi, le rapine di strada, le vendette che commise e quelli che gli furono attribuiti; la cattura, la rocambolesca evasione e, in fine, le troppe versioni riguardo alla sua morte. I lati violenti del suo carattere, e di quelli che gli furono accanto, sono seguiti passo a passo per le strade di Arezzo e dei borghi vicini fino all’epilogo della sua e della loro carriera criminale. Insieme al racconto di vizi, amori e di tutto ciò che contribuì alla creazione della sua leggenda che, per quanto deformata, sopravvive ancora oggi.