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Libri di Gaspare De Caro

Argentina. Viaggio al «fin del mundo» (forse)
14,00

Storia senza memoria. Rossellini, Chabod, Il portico d'Ottavia e altri saggi

Storia senza memoria. Rossellini, Chabod, Il portico d'Ottavia e altri saggi

Gaspare De Caro, Roberto De Caro

Libro: Libro rilegato

editore: Colibrì Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 302

Vari gli argomenti trattati in questo saggio, quello del passaggio del regime in Italia dopo la seconda guerra mondiale, vengono citati due personaggi eminenti della cultura italiana, Roberto Rossellini, che si distinse per un incredibile silenzio sul tema del razzismo italiano e Federico Chabod, che sullo stesso tema brillò per la sua ostinata negazione dell'evidenza. Un altro esempio di latitanza storiografica per omissione, riduzione o capziosità giustificativa è l'episodio dello Judenrat del ghetto di Varsavia, (novembre 1940 - maggio 1943) l'aberrante organo di autogoverno istituito dalle autorità tedesche di occupazione, con eminenti compiti di ordine pubblico e di cooperazione al docile trasferimento della popolazione ebraica nei luoghi della Endlösung. Ne fa degnamente eco il film (Il pianista) che Roman Polanski ha dedicato al ghetto di Varsavia. Non altrettanto la storiografia, che per varie ragioni di opportunità, preferisce insistere su un altro momento significativo di quella disperata vicenda, l'eroica insurrezione finale dei sopravvissuti contro l'esercito di occupazione. Altro argomento quello della dittatura dei militari in Argentina nel 1976.
18,00

La Sinistra in guerra

La Sinistra in guerra

Gaspare De Caro, Roberto De Caro

Libro: Libro rilegato

editore: Colibrì Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 288

12,00

Residuati bellici

Gaspare De Caro

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2007

pagine: 71

Roma e la guerra, la fine del fascismo, Roma "città aperta", i liberatori, la restaurazione; e le ripercussioni nel microcosmo della scuola, dei giochi, dell'iniziazione alla vita. Tempi turpi e tragici, di sofferenze e lutti collettivi e individuali, ma anche, a scoraggiare ogni fede nella moltitudine, anni di futilità, acquiescenza, indifferenza alla sorte altrui e brutalità all'occasione. Tempi del resto non dissimili dai nostri, per belliche analogie di cause ed effetti. Senza la minima nostalgia il racconto interroga infanzia, adolescenza e cattivi maestri sui dati d'origine di una personale riluttanza alla socialità, di un'ottuagenaria renitenza ad apprezzare la ragione sufficiente dell'esistente e i conforti anestetizzanti dell'unanimismo.
11,00 10,45

Euridice. Momenti dell'umanesimo civile fiorentino

Gaspare De Caro

Libro: Copertina rigida

editore: Ut Orpheus

anno edizione: 2006

pagine: 256

34,95 33,20

L'ascensore al Pincio

Gaspare De Caro

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2006

pagine: 72

In queste pagine l'autore, storico della politica e dell'economia, al suo primo confronto con la narrativa, propone una resa dei conti con l'immagine paterna in cui è implicata tutta un'epoca storica (l'Italia fascista fino alla guerra mondiale, il Meridione ma soprattutto Roma), e attraverso cui la memorialistica nazionale si emancipa dalle tare piccolo borghesi che troppo spesso ne hanno viziato gli esiti.
11,00 10,45

Rifondare gli italiani? Il cinema del neorealismo

Rifondare gli italiani? Il cinema del neorealismo

Gaspare De Caro

Libro: Libro in brossura

editore: Jaca Book

anno edizione: 2014

pagine: 123

Il cinema italiano del dopoguerra, poi denominato "neorealismo" dalla critica militante, per intenzioni e risultati non fu affatto un episodio unitario. In gran parte esso si accreditò di una sostanziale conformità con gli schemi e i miti ideologici della Ricostruzione: fu "un cinema al servizio dello Stato". Tuttavia il cosiddetto cinema del "neorealismo" non si esaurì in tale significato. In contraddizione con lo "Zeitgeist", molte alte pagine di Rossellini e i film di De Sica sui drammi sociali della Ricostruzione cercarono di guardare davvero a fondo nella tragedia in atto, per cambiare qualcosa nell'identità collettiva. Al pessimismo radicale di questo cinema anomalo e trasgressivo, per esorcizzare gli inferni che esso evocava, fu riservato lo stesso destino correttivo di ogni altra anomalia e discontinuità della rifondazione civica: fu santificato e rimosso, accostato alla banalità di imitazioni pretestuose e varianti in sintonia con i sentimenti delle istituzioni. Mortificato dal marchio inflazionistico di "neorealismo".
10,00

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