Libri di Gianluca Solla
La vita sghemba. Aki Kaurismaki alla fine del mondo
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2025
pagine: 148
Più strampalati di una gag di Chaplin, più teneri di un sorriso, più caldi di un abbraccio: i film anarchici di Kaurismaki hanno attirato l’attenzione del cinema europeo e mondiale dipingendo le atmosfere di una Finlandia inventata e magica. Il loro tratto comico è in grado di farci sprofondare dentro vicende tristi senza mai rattristarci, ma invitandoci a guardare alla vita di oggi: una vita libera nel bene e nel male dal dover essere, però attraversata da movenze che arrivano da lontano. Una vita semplice ma non priva di enigmi. Da dove proviene la sua poesia? È come una voce flebile, ma forte al punto tale da essere capace di farsi largo nella lunghissima notte del mondo che ci avvolge. Qui le cose non sono mai come appaiono: la fine è all’inizio e l’inizio è ciò che ci attende quando le cose finiscono. La filosofia implicita di Kaurismaki è una riflessione sull’incongruenza e sull’inverosimiglianza, sulla precarietà e sull’imprevedibilità come tratti preziosi del nostro tempo apocalittico, attraverso il quale gli strani personaggi dei suoi film si muovono con eleganza.
Il corpo delle immagini. Per una filosofia del visibile e del sensibile
Riccardo Panattoni, Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2008
pagine: 144
Le immagini, diversamente da quanto di solito si pensa, hanno un proprio corpo. Questo fa sì che esse non rappresentino semplicemente lo schermo su cui proiettiamo desideri, sogni, ambizioni. Anche se ci appaiono spesso come una presenza immateriale che, più o meno discretamente, accompagna le nostre vite, le immagini hanno tuttavia una presenza dotata di un suo peso specifico. È così che esse incidono non solo sulla nostra percezione della realtà, ma anche sulle nostre singole esistenze. Portare l’attenzione sul corpo delle immagini significa ascoltare quanto di loro entra in noi, non semplicemente perché si offre allo sguardo, ma perché ci tocca.
L'ombra della libertà. Schelling e la teologia politica del nome propria
Gianluca Solla
Libro
editore: Liguori
anno edizione: 2003
pagine: 248
Sopravvivere. Il potere della vita
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2003
pagine: 220
La storia recente ci pone dinanzi a scenari inauditi. Ancora oggi fatichiamo a trovare modi e parole per pensare Auschwitz, Hiroshima e tutte quelle realtà in cui irrimediabilmente si sono infranti i buoni propositi di un’umanità che bandisce la violenza mediante la ragione e il dialogo. Che ne siamo consapevoli o no, viviamo inevitabilmente all’ombra della politica del ventesimo secolo. Per tale epoca anche la definizione di “secolo degli assassini” sembra essere insufficiente. Se l’omicidio o lo sterminio risultano categorie fondamentali per pensarne l’orrore, occorre tuttavia riflettere sulle trasformazioni intercorse allo stesso concetto di “vita” a partire dall’avvento dei totalitarismi novecenteschi e delle armi di distruzione di massa. Proprio questo è l’intento di Sopravvivere. Elias Canetti e il potere della vita, intento realizzato particolarmente attraverso una lettura articolata del pensiero di Elias Canetti, il premio Nobel per la letteratura, autore del classico Massa e potere. È per questo motivo che nel volume l’attenzione è sistematicamente portata sulle variazioni di quel concetto di “sopravvivenza”, che è il luogo in cui la politica moderna realizza il proprio potere sovrano, in forma di produzione di “nuda vita”. Nel luogo in cui ogni politica si dimostra essere nient’altro che “biopolitica”, quella della “vita” non può più essere intesa come una questione strettamente filosofica, ma assume una centralità determinante e irrinunciabile per ripensare, insieme alle determinazioni politiche della sovranità e del potere, delle loro forme e dei loro mezzi, l’immagine del nostro presente.
I misteri dello Stato
Ernst H. Kantorowicz
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2005
pagine: 232
La forza speculativa dei saggi qui riuniti, che riguardano alcune figure del potere e della sovranità occidentale, consiste nella meticolosa ricostruzione del processo di contaminazione tra politica e teologia che attraversa la storia dell'Occidente. In Kantorowicz le analisi di diritto medievale non potevano restare separate dalla percezione della rovina politica e morale dell'Europa rappresentata dai totalitarismi del Novecento. L'interrogativo, ora esplicito ora inespresso, di ciascun saggio riguarda proprio il legame impensato che tiene insieme un'epoca dai risvolti drammatici e quella tradizione politico-teologica di cui non ci riconosciamo eredi.
Germania segreta
Ernst H. Kantorowicz
Libro
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2012
pagine: 160
I saggi qui riuniti raccontano un aspetto essenziale, ma fondamentalmente sconosciuto, del grande storico di I due corpi del re e di I Misteri dello Stato. Essi contribuiscono a disegnare il tragitto esistenziale di un intellettuale europeo di rango. Mentre gli anni ’20 lo vedono prendere parte al circolo di Stefan George, l’avvento fatale del Terzo Reich lo costringe – lui ebreo – ad accettare l’esilio negli Stati Uniti. Da questo esilio non farà più ritorno in Europa. Sono questi anni che segnano una svolta decisiva, soprattutto nel suo modo di concepire, leggere e raccontare la storia. Qui scopriamo un altro volto inedito di Kantorowicz, ne sveliamo per la prima volta l’atteggiamento impegnato, vissuto a partire dall’aula universitaria e dal senso del suo magistero. Questo impegno si volge prima contro la barbarie del nazismo, poi contro la politica del maccartismo e le sue distorsioni della libertà accademica. Sullo sfondo di quegli anni e delle prove di fuoco che ha dovuto affrontare, sia professionalmente che umanamente, si staglia una riflessione potentissima sul ruolo della Germania e sul senso della cultura europea.
Walter Benjamin. Pensare per immagini, inventare gesti
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2023
pagine: 256
Benjamin il fuggitivo, l’esiliato, l’outsider. È da fuggitivo che l’intellettuale tedesco scrive come nessuno ha ancora scritto. È da outsider, incapace di trovare un posto nella cultura della sua epoca, che è costretto a creare il proprio percorso. Un percorso frammentario, indisciplinato, anarchico, che dà vita a forme nuove di pensiero, che si offre come rifugio intellettuale a tutti coloro che coltivano una visione inattuale del mondo. Frammentata è anche l’anomala collezione di oggetti, temi, domande che coabitano dentro il grande cantiere dei Passages di Parigi, a cui Benjamin lavora fin dal 1927 ma che lascerà incompiuto alla sua morte. In quest’opera, all’apparenza sulla Parigi simbolo del capitalismo ottocentesco, tornano le grandi figure, i motivi teorici, gli intrecci speculativi di tutto il cosmo concettuale del filosofo. Perché il passage – il corridoio di vetri e specchi che attraversa palazzi e in cui si susseguono in sequenza negozi eleganti – “è una città, anzi un mondo in miniatura”, in cui si raccolgono le tracce che con il tempo si sono depositate nelle cose, nei luoghi, nelle immagini. Frutto di un pensiero rigoroso ma intensamente poetico, i Passages sono un’opera mai definitiva, sempre capace di nuova vita. Per questo rileggerla permette di trovare nel pensiero di Walter Benjamin combinazioni inedite. Nuove strade si aprono ed è possibile ripercorrere quanto già scritto come qualcosa che non è stato ancora letto e, forse, neppure scritto fino alla fine, una volta per tutte. Percorrendo gli spazi letterali e simbolici della metropoli, Benjamin rintraccia i motivi segreti della grande costruzione culturale europea. Perché il pensiero nasce dall’incontro con le cose: dai volti, dai nomi, dalle figure attraverso cui la modernità disegna i suoi percorsi enigmatici.
memoria dei senzanome. Breve storia dell'infimo e dell'infame
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 172
Ci sono storie che appaiono all'improvviso, per riconsegnarsi subito dopo alla latenza da cui sono emerse. Sono storie di vite sommerse, di naufragi, e di tutti quegli squarci che si aprono sul volto di un'epoca. Eventi come il sollevamento popolare contro il muro di Berlino o le rivolte nelle periferie di tutto il mondo mantengono, da qualsiasi parte li si guardi, un carattere sfuggente, inafferrabile. Per quanto possano apparire inesistenti e marginali, per quanto la loro istanza possa sembrare residuale o risolversi in una sconfitta, sono proprio eventi di questo tipo a costituire la condizione fondamentale del nostro stare in comune. In loro parla quanto una società cancella abitualmente dal proprio orizzonte, sottraendo così alle vite lo spazio a loro disposizione: parlano la disfatta e il contrattempo, le rivolte minori e le resistenze anonime, e parlano come una risorsa, forse l'unica che sia rimasta. Una memoria dei senzanome s'incarica di riscoprire questo spazio che ci è stato sottratto e i modi della sua invenzione. La sua è una lingua intessuta dell'urgenza del tempo. Per oscura che sia la sua forza di contestazione, di rifiuto o di dissidenza, essa testimonia di un'emergenza in atto. Che siano popoli o singoli a incaricarsene, è la loro esperienza di libertà a segnare il tempo. Ciò che in ogni singola vita resta senzanome, costella il presente e preannuncia un avvenire incerto e insieme prossimo.
Buster Keaton. L'invenzione del gesto
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2016
pagine: 202
Ci sono cose la cui evidenza si ottiene solo mediante le immagini. Buster Keaton non è solo il grande protagonista della stagione dei film muti che tutti conosciamo, è il pensatore di un'impresa colossale che definiamo così: pensare per immagini. Nell'invenzione travolgente del suo cinema l'immagine si emancipa dal contenuto realistico che avrebbe potuto tenerla in ostaggio e arriva a produrre sequenze di pura creazione. Là a dispiegarsi non è né una rappresentazione della realtà, ma neanche la distrazione offerta da uno spettacolo. A prodursi è un concatenamento inaudito che in segreto lega tra loro le cose più diverse: uomini, animali, macchine, oggetti, tempo... Questo movimento ricorda una scrittura che sia fatta unicamente in forza di variazioni del corpo ossia in virtù dell'invenzione di gesti e di altre connessioni con i corpi.
Cosa può un taglio? Filosofia, psicoanalisi e altre circoncisioni
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2016
pagine: 144
Quella del taglio è un'esperienza indimenticabile, da cui discende la singolarità di un corpo che non sarà più lo stesso dopo il taglio o che non sarà mai stato corpo se non in seguito a quel taglio. Cosa vuol dire che una vita emerge non da ciò che aggiunge, somma, accresce - secondo una precisa logica codificata e consolidata all'interno della cultura occidentale - ma da un gesto che leva, che produce una mancanza e che al tempo stesso la segna, la rimarca? Al di là di ogni declinazione identitaria, la circoncisione rimanda all'inscrizione dell'altro in me: l'intimità con se stessi è chiamata a passare attraverso un taglio che fa del proprio corpo il luogo dell'incontro con qualcosa di estraneo. La sua non è forse altro che l'esperienza di un'intimità che resta incancellabile, anche quando non se ne sappia niente: l'intimità con ciò che s'inscrive nel nostro corpo e nel nostro sguardo, pur restando incomprensibile.
I filosofi e gli zingari
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2018
pagine: 340
L'opera costituisce una disamina critica dedicata alla presenza degli "zingari" nella filosofia. In questo senso è tanto un libro sulla filosofia, quanto uno sulla cultura occidentale e sui suoi cliché. L'intenzione del progetto è stata quella di verificare come i filosofi abbiano pensato, accennato, sussurrato, a volte taciuto, di questo insieme di genti che di volta in volta vengono definite con nomi differenti: zingari, Gypsies, Tsiganes, gitans, gitanos, Zigeuner, cigany, tsinganoi, yiftoi, Rom, sia che vengano nominati con cognizione di causa o sbadatamente, sia che il nome valga come una metafora per qualcos'altro, per esempio di odiato, disprezzato, temuto o anche di desiderato.
Il debito assoluto, l'economia della vita
Gianluca Solla
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 160
In un dialogo tra filosofia e psicanalisi che coinvolge l’iconografia classica, la letteratura e la dottrina giuridica del potere in Occidente, questo libro s’incarica di accertare la possibilità di un inedito percorso verso le questioni della moneta, dello scambio, della ricompensa – così come della misura e dell’eccesso – per far emergere una dimensione del debito che non è deficit o insufficienza, ma affermazione di vita nella sua singolarità. Abitualmente il debito viene percepito solo in senso finanziario, con tutto ciò che della finanza influenza le nostre vite. Eppure questa accezione non è l’unica, né quella prioritaria. All’interno della cultura occidentale esiste un altro accesso al debito, rappresentato dalla possibilità di cogliere il legame che ci unisce in quanto viventi alle nostre singole vite. Da questo punto di vista la dimensione del debito non si confonde mai con una mancanza che si tratterebbe di colmare, ma riguarda piuttosto l’esperienza che ciascuno compie nella sua vita. Chiamiamo “debito assoluto” quanto di ogni singola vita resta inappropriabile al vivente che pure la vive.