Libri di Giovanni Nadiani
Il mondo che credevo. Un poema metà-fisico
Gianni Iasimone
Libro: Libro in brossura
editore: Arcipelago Itaca
anno edizione: 2022
pagine: 104
Prefazione di Manuel Cohen. Nota introduttiva Giovanni Nadiani.
Danke Schon. Nichts zu Danken, grazie tante non c'è di che. Kürzestprosa ironica per un ipertesto traduttivo
Giovanni Nadiani
Libro
editore: CLUEB
anno edizione: 2001
pagine: 195
Insen... Zusammen (Insieme)
Giovanni Nadiani
Libro
editore: Campanotto
anno edizione: 2002
pagine: 64
Prosa breve tedesca. Il movimento della traduzione
Giovanni Nadiani
Libro
editore: Gedit
anno edizione: 2004
pagine: 48
Un deserto tutto per sé. Tradurre il minore. Ediz. italiana, francese e inglese
Giovanni Nadiani
Libro: Libro in brossura
editore: Homeless Book
anno edizione: 2015
pagine: 356
Il "deserto tutto per sé" del titolo del volume, contenente una miscellanea di saggi, articoli e interventi di oltre un decennio, si riferisce alla necessità dell'autore di affrontare particolari e poco studiate questioni traduttologiche, letterarie e socio-linguistiche da una prospettiva minoritaria. In una varietà di approcci, dimensioni e stili, il libro presenta originali riflessioni teoriche sulla realizzazione di nuovi prodotti traduttivi e le implicazioni dovute all'urgenza di tradurre e declinare nel nostro tempo generi testuali, lingue e linguaggi "less used and endangered".
Ridente town. Scritture istantanee
Giovanni Nadiani
Libro: Libro in brossura
editore: Risguardi
anno edizione: 2017
pagine: 198
Il "meticciato" linguistico e dei generi che Nadiani da sempre persegue in poesia e nella scrittura detta (teatro, cabaret) nel suo dialetto bastardo, trova un naturale pendant nei brevi testi in italiano scritti in presa diretta negli ultimi anni per giornali, riviste, antologie e blog vari, oppure depositatisi nel corso di decenni in taccuini di viaggio. Le scritture istantanee qui raccolte, tutte attraversate da diverse forme di ironia, di humour e di registro, si sbizzarriscono in un percorso che va dal pungente e caustico spunto aforistico al racconto sulla spesso comico-amara provincia italica; dall'aneddoto alla nota lirica di viaggio; dal monologo o dialogo "da bar" al commento di costume. Tutte sono, in ogni caso, intenzionate a lasciare una traccia grafica e temporale, per quanto esigua, di un quotidiano fatto di persone oggetti eventi sentimenti minimi, già vecchio e scordato ancora prima di accadere.
E' Crech de' S-ciân. Lo schianto di ognuno
Giovanni Nadiani
Libro
editore: La Mandragora Editrice
anno edizione: 2017
pagine: 20
Una "storia da cabaret" di uno dei massimi poeti dialettali di Romagna, scomparso un anno fa. Recitata dall'autore nell'aprile 2016, esce ora per le cure di Loris Rambelli e non a caso: questa prosa dialettale narra infatti un viaggio immaginario dalla casa del poeta nella frazione faentina di Reda a quella del curatore a Belricetto di Lugo, nei cui dintorni scorre via Olmo, detta e' Crech. Una storia "sorridente e beffarda, eppure così calda di umanità".
Leardo è re
Tinin Mantegazza, Giovanni Nadiani, Giampiero Pizzol
Libro: Copertina morbida
editore: Italic
anno edizione: 2017
pagine: 85
L'idea di un'ospitalità romagnola per le opere shakespeariane è di Tinin Mantegazza, disegnatore e scrittore ligure innamorato dell'Adriatico, che dal suo terrazzo di Cesenatico vedeva l'insegna dell'Hotel Britannia. Per la sua mente fervida è stato facile leggere sui muri dell'Hotel la storia di un Re degli albergatori con tre figlie, cui lasciare l'impero economico turistico costruito dal dopoguerra in poi facendo affari con tutti a partire dagli anglo-americani. Ecco King Lear, ovvero LEARdo e' Re, tragedia anglo-romagnola. Il soggetto era pronto, ma a dar parole al personaggio serviva un funambolo del verbo romagnolo. Ecco dunque Giovanni Nadiani, poeta e traduttore che ha forgiato un linguaggio inedito, fatto di una lega preziosa di inglese e romagnolo, con uno humor a volte malinconico, a volte esilarante, tragico e comico come la vita stessa. Il Re è uno dei tanti barboni che naufragano nei bar delle spiagge adriatiche e raccontano storie, mescolando fatti e fantasie, accompagnato dal fedele amico Cin Cin, un buffone da osteria - una coppia che ricorda due clowns felliniani, scatenati nel circo degli eventi. Ma per dare azione alla parola, ecco Giampiero Pizzol, attore, cabarettista e scrittore che, nei panni di Leardo, ha ripercorso la strada dei versi shakespeariani riportando alla luce i vari personaggi: Rosilda, regina della cucina e del cappelletto in brodo, le figlie Reganda, Gonilde e Cordelia, il Bagnino del Bagno Francia e altri ancora. Assieme a loro, ecco prendere corpo le principali situazioni in cui precipita il Re: il testamento, i viaggi, la tempesta, il processo, la locanda, la brughiera e infine il mare a cui tornare, il mare a cui parlare, il mare in cui è dolce naufragare. Perché il peggio che possa capitare è non aver mai parlato di nulla con nessuno, essere senza lingua e linguaggio, sconosciuti a se stessi e agli altri, "senza arcnòsar piò incion, senza che incion u s'arcurda piò gnit d'incion".
A sgumbiëla. Ultimi versi
Giovanni Nadiani
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2020
pagine: 56
Sono qui riunite, per la prima volta in volume, le poesie in dialetto romagnolo che Giovanni Nadiani ha scritto fra aprile e giugno 2016, anno della sua scomparsa, in parte già pubblicate in edizioni a tiratura limitata. Ritorna uno dei motivi centrali della poetica che aveva trovato espressione, fin dagli esordi, nella raccolta Dagli assetati campi (1984): la coralità della pena di esistere in tutte le forme di vita del creato, dal filo d'erba all'uomo. Alla banalità della chiacchiera, alla frastornante immersione nel web, il poeta contrappone ora la sua solitudine, albatro degli assetati campi che batte le ali sulle opposte prode di un fosso.
La necessaria bellezza
Claudio Chieffo, Giovanni Nadiani
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2011
pagine: 16
Feriae
Giovanni Nadiani
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1999
pagine: 112
"Senza rinunciare al proprio talento musicale di sperimentatore delle secche sonorità del dialetto romagnolo, giorno dopo giorno Nadiani riduce il presente in scaglie narrative di ragionante e imbarazzante immobilità. Come se ognuno di noi (e proprio un corale e generico noi è il protagonista di queste poesie), fosse già lì a osservare impudicamente i gesti del giorno per giudicarli." Simone Giusti