Libri di Mario Quattrucci
Troppi morti, commissario Marè
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2004
pagine: 292
Una serie di omicidi. Un parroco, un ispettore di polizia, un magistrato e un preside vengono uccisi spietatamente. Nessun legame tra di loro. La firma sembra però la stessa: un maniaco religioso, investitosi di un'aberrante missione punitrice. Accanto alle vittime vengono infatti trovate pagine strappate della Bibbia che stigmatizzano i peccati che hanno meritato una punizione. Questa volta Marè ha bisogno, per la sua indagine, dell'aiuto di uno strano monaco laico, che lo accompagni nella discesa all'inferno di una Roma in apparenza perbene, dove più nascoste e indecifrabili si rivelano le dicotomie tra il bene e il male, tra criminali e brave persone, tra mansuetudine e ferocia.
La formula
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2011
pagine: 144
"La formula" è un meta giallo giocoso che fa con affetto il verso al genere poliziesco hard boiled. Scritto in prima persona in una lingua malandrina, con recuperi dell'antico gergo furbesco, è la storia della ricerca di una formula misteriosa, che porta il protagonista a una scatenata girandola di rischiose e amorose avventure, e il lettore a inaspettati incontri con mitici eroi, di ieri e di oggi, di carta e di celluloide. Dietro lo scherzo e la finzione, in filigrana, come sempre la realtà del delitto, della cupidigia e dell'intrigo.
Da una lingua marginale
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2011
pagine: 190
"'Da una lingua marginale' è libro di poesia civile e, come ogni libro di poesia civile, si spende tendenzialmente per una sua utilità e perciò appare dialettico, dialetticamente "didattico"... L'io subito si protende a recepire istanze collettive e così si fa rappresentante di un io collettivo, "diviene" un io pubblico e sociale: più che "sentire", pensa e riflette e discute e argomenta. Sul ritmo di un verso che pertanto s'allunga e che dentro uno spazio metrico dilatato ma conchiuso collude con la prosa, l'io svolge un ruolo politico per una poesia che declina le proprie generalità politiche; ed esplora il nostro scontento, pesa storture ed errori, passività o inadempienze che gridano vendetta, e attacca, e si indigna, e ironizza, e sprizza sarcasmo o spande la malinconia di un sentore della fine che tutti ci riguarda, che tutte le coscienze dovrebbe interpellare prima che si faccia troppo tardi." (dalla introduzione di Marcello Carlino)
A Roma, novembre
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Oltre Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 296
"Il commissario Marè, sornione, buongustaio, di apparenza un po’ tonta e di attardati dinamismi, uomo di buone letture appassionato di musica e pittura, si staglia ormai, nel panorama piuttosto qualunquistico dei protagonisti “gialli”, per un’inclinazione democratica che gli permette di vedere (e di soffrire) con occhio non soltanto tecnico le nefandezze e gli orrori coi quali viene in contatto. Marè è un progressista e, per quanto sfiduciato e illividito da troppi amari disinganni, non smette di operare per un mondo meno distorto nella sua anchilosi viziosa. Egli sa per esperienza che il male alligna soprattutto nei luoghi del potere e della ricchezza, ed è lì appunto che lo portano i labirinti che si trova di volta in volta a percorrere, con la sua mole cospicua e le sue malinconie inguaribili. Marè, quindi, ha felicemente affermato, in quel teatro complicato e oscuro che è Roma col suo hinterland, la presenza letteraria di un poliziotto a dimensione civile, figura assolutamente anomala e nuova sugli scenari della nostra narrativa." Mario Lunetta
Nelle immediate vicinanze. Le inchieste del commissario Marè. Volume Vol. 10
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 240
Un delitto praticamente sotto casa, a Roma il trentesimo dell'anno, e l'imputazione ad un amico, trascinano Marè in una nuova inchiesta. Seguendo l'indagine del vecchio commissario conosceremo da vicino persone e situazioni "tipici" del nostro tempo, e scopriremo parte rilevante della realtà di Roma. Che è "come sempre, la stalla e la chiavica der monno, e se non del mondo almeno dell'Italia, ma anche, ancora, il teatro di una lotta senza fine tra reazione e progresso, tra decenza e monnezza, tra persone per bene e ladri d'anime e quadrini!..., tra chi ama e chi stupra. Tra chi crede in qualcosa di giusto e di pulito e chi non crede a niente se non ai soldi ai vizi e all'interesse suo..." È la Roma cresciuta dopo "le bombe del '93", inquinata dal malaffare e dalle distorsioni del potere, penetrata nel profondo dalle mafie, tarata dal vizio e dalla decadenza culturale, quella in cui Marè indaga e cerca verità. Una Città eterna in cui sembra che "i bòni avemo perso... e non c'è scampo, non c'è loco de Roma che te scampi" perché in qualsiasi rione o quartiere tu viva, t'illudi d'essere immune dal contagio "e invece stamo co' le scarpe ne la fanga... e crimine e criminali, malaffare e corruzione, zella pubblica e privata... te ce trovi in mezzo: e il cancro è qua, pure qua: nelle immediate vicinanze".
Quel delitto del '56
Mario Quattrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Oltre Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 138
È il 19 febbraio del '56, prima domenica di quaresima, Roma imbiancata, quartiere Appio-Latino. Alle 7 del mattino un tramviere, mentre attraversa il ponte che passa sopra la ferrovia vede per caso, addosso al muretto, un cumulo di neve dal quale spunta qualcosa di nero. Per curiosità si avvicina, scosta la neve e si rende conto che il nero è un cappotto, una manica, e poi vede una mano e infine un viso… il viso di un uomo che si scoprirà essere morto ammazzato, ucciso da un colpo di pistola. Nei pressi abita anche un maresciallo dei carabinieri, chiamato dal portiere, a sua volta avvisato da una guardia notturna che il tramviere aveva incrociato al momento della scoperta del cadavere. Il maresciallo accorre, si porta dietro pure una macchina fotografica del figlio, appassionato di queste cose, e fotografa il morto. Poi arrivano, dal vicino commissariato, i poliziotti e, poi, i carabinieri, ma nel giro di poco tempo, il maresciallo fotografo verrà a sapere che le indagini non sono più affare loro e che tutto passa in mano ai servizi segreti… Chi era quell'uomo ammazzato? E perché tanto interesse da parte dei Servizi? E perché, ancora, la sua morte è stata poi gabbata come suicidio se al maresciallo è apparso chiaro, vedendo il cadavere, che l'uomo era stato ucciso e solo dopo portato nel luogo del ritrovamento? Il maresciallo, uomo valoroso, decorato in guerra e per la sua partecipazione alla Resistenza, non si rassegna ai risultati ufficiali, vorrebbe indagare, anche perché, una volta sviluppata la pellicola, mostrando la foto del morto al figlio, questi ricorda di aver visto quell'uomo frequentare la vicina sezione del PCI e tutto lascia credere, a un certo momento, dal racconto del figlio, che il cadavere sia stato appositamente lasciato lì, a due passi dalla sezione comunista. Vorrebbe indagare e, infatti, indaga per conto suo, scoprendo che – sono gli anni della guerra fredda, del "pericolo comunista" – probabilmente l'uomo è un infiltrato, tant'è che a un certo momento il maresciallo viene richiamato e invitato – un invito che è un ordine, se non addirittura una minaccia - a lasciar perdere le sue personali indagini… Non ha lasciato perdere Mario Quattrucci, figlio di quel maresciallo, che con "Quel delitto del '56" ci consegna una testimonianza e una rivelazione insieme, che ha tutti i crismi di un grande giallo, avvincente e scritto in uno stile personalissimo che ricorda il Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Un giallo che, dopo tanti anni, fa luce su un delitto rimasto insoluto fino ad oggi.

