Libri di Marsel Grosso
L'imperatore e il duca. Carlo V a Mantova
Daniela Sogliani, Marsel Grosso
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 85
I soggiorni dell'imperatore Carlo V a Mantova e l'influenza sulle arti Figlio di Filippo il Bello e Giovanna la Pazza, Carlo V d'Asburgo (1500- 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d'Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, principe sovrano dei Paesi Bassi e duca di Borgogna dal 1506. Riunendo sotto il proprio regno vasti territori dell'Europa occidentale, centrale e meridionale ma anche le colonie spagnole nelle Americhe e in Asia, Carlo V è il vertice di un impero non più fiammingo o spagnolo ma europeo e globale. I soggiorni di Carlo V a Mantova del 1530 e del 1532 rappresentano due dei momenti più significativi della storia italiana ed europea dopo i tragici eventi del sacco di Roma (1527) e la pace ristabilita con Clemente VII a Bologna in occasione dell'incoronazione imperiale del 24 febbraio 1530. Le conseguenze di quelle visite furono importantissime non solo dal punto di vista politico, per le ricadute che ebbero sui delicati equilibri di potere fra l'Impero e le corti italiane, ma anche dal punto di vista delle arti figurative, per la messa a punto di un nuovo canone rappresentativo del potere imperiale. I protagonisti di questa memorabile stagione del Rinascimento furono alcuni dei migliori allievi di Raffaello: Perino del Vaga, regista degli apparati effimeri innalzati a Genova nell'estate del 1529, e Giulio Romano, che nei giorni del primo soggiorno dell'imperatore fece di Mantova "una nuova Roma". Palazzo Te fu l'epicentro dei festeggiamenti e Federico II Gonzaga il gran cerimoniere. Tra i numerosi artisti coinvolti figurano anche Parmigianino, Sebastiano del Piombo, Alfonso Lombardi e Tiziano, il cui incontro con Carlo V avvenne grazie alle trame diplomatiche intessute proprio dal duca di Mantova. In ambito internazionale fu Jakob Seisenegger, artista di corte del fratello dell'imperatore, Ferdinando I d'Asburgo, a segnare il passo verso la definizione della nuova immagine del sovrano, quindi del moderno State portrait, con il Ritratto di Carlo V con il cane del Kunsthistorisches Museum di Vienna, completato a Bologna nel 1532 e di cui lo stesso Tiziano darà una sua personale interpretazione nella tela con il medesimo soggetto, oggi conservata al Museo del Prado di Madrid.
«Scultore in parole». Francesco Sansovino e la nascita della critica d'arte a Venezia
Marsel Grosso
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2023
pagine: 448
Figlio di uno dei più famosi scultori e architetti del Rinascimento italiano, Jacopo Tatti detto Sansovino, Francesco è noto soprattutto per essere l’autore della "Venetia città nobilissima et singolare" (1581), la più bella opera che sia mai stata dedicata a Venezia. Nato a Roma nel 1521 sotto il pontificato di Leone X, dopo aver assistito ai tragici eventi del Sacco (1527) seguì il padre a Venezia e successivamente si trasferì a Padova nel 1536 dove frequentò i corsi dello Studio patavino e le riunioni dell’Accademia degli Infiammati, instaurando rapporti di profonda amicizia con alcuni fuoriusciti fiorentini. Il libro è articolato in due parti principali. La prima, dal taglio biografico, approfondisce i legami con i poligrafi e con gli ambienti accademici tra Padova, Venezia e Firenze. La seconda parte del volume, dedicata al dialogo intitolato "Tutte le cose belle e notabili che sono in Venetia" (1556) affronta le origini del testo, le fonti e le motivazioni che hanno spinto l’autore a un’impresa editoriale di questo tipo. Attraverso un approfondimento degli artisti e delle opere citati nel dialogo: Donatello, Andrea Riccio, Giovanni Bellini, Giorgione, Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Veronese, Tintoretto, Michelangelo e naturalmente Sansovino senior, è stato possibile mettere in evidenza la precocità di certe posizioni rispetto al rinnovato clima artistico lagunare del sesto decennio, confermando quanto Rodolfo Pallucchini aveva dichiarato nel 1943, nel momento in cui riportò questa fonte all’attenzione degli studi: «Il Sansovino, informato e certo addentro alle cose artistiche per via dell’educazione paterna, ci dà alcuni cenni delle arti figurative contemporanee di grande interesse, proprio per la freschezza con cui sono caratterizzate certe figure di quel momento artistico».
Tintoretto e l'architettura
Marsel Grosso, Gianmario Guidarelli
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 231
L'interesse di Jacopo Tintoretto (1519-1594) per l'architettura affonda le sue radici negli anni della formazione, in quel vitalissimo periodo nel quale la scena pittorica veneziana si rinnova sotto l'urgenza di stimoli manieristici dovuti al soggiorno in laguna di artisti e letterati centroitaliani. Lo scopo del volume, edito in occasione del Cinquecentenario Tintorettiano del 2018-2019 e promosso dalla Scuola Grande di San Rocco, è quello di delineare alcuni dei filoni storiografici più promettenti: il rapporto tra lo spazio dipinto nei quadri di Tintoretto e lo spazio fisico reale; il ruolo dell'architettura come elemento disciplinante della composizione e in riferimento alla dimensione narrativa della storia; l'originario rapporto tra il dipinto e lo spettatore nei diversi contesti in cui esso era collocato (spazi ecclesiastici, confraternali, pubblici). La pluralità di voci e il dialogo tra le diverse discipline sono stati condizione necessaria per una indagine sistematica su un tema che è costituzionalmente interdisciplinare e sul quale, infatti, si sono confrontati storici dell'architettura, storici dell'arte ed esperti di storia della rappresentazione.
Venezia e gli Asburgo
Libro: Libro in brossura
editore: Padova University Press
anno edizione: 2018
La pluralità di voci e il dialogo tra le discipline letterarie, storiche e storico-artistiche sono alla base di questo volume dedicato al fondamentale tema dei rapporti intrattenuti dalla Serenissima con l’impero asburgico, nel più ampio contesto del tardo Rinascimento europeo. Sulla scia di una consolidata tradizione di studi, lo scopo del libro è di percorrere alcuni filoni storiografici più promettenti, ampliando le prospettive d’indagine verso contesti culturali, geografici e artistici finora poco esplorati, in un’ottica globale. Il commercio a lunga distanza – conseguenza dell’espansione marittima della prima età moderna –, l’affermazione delle famiglie nobili di Terraferma in ambito locale ed europeo, la circolazione degli oggetti artistici attraverso i canali diplomatici, la fortuna della pittura veneziana per mezzo della stampa e del collezionismo, il ruolo svolto da Aretino nel gioco diplomatico-propagandistico italiano grazie al rapporto esclusivo tra Tiziano, Carlo V e Filippo II, sono alcuni dei temi affrontati dagli autori.
Per la fama di Tiziano nella cultura artistica dell'Italia spagnola. Da Milano al viceregno
Marsel Grosso
Libro: Libro in brossura
editore: Forum Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 304
Questa ricerca affronta il problema della fama di Tiziano nella cultura artistica cinquecentesca di area meridionale, mettendo in luce nuovi episodi che riguardano i rapporti del maestro con la committenza filoimperiale a nord e a sud dell'Italia spagnola, e presentando le testimonianze letterarie e storiografiche che più hanno contato per questo capitolo della fortuna critica del pittore. Riemergono figure come Ferrante Sanseverino, sfortunato antagonista di Pedro de Toledo, il cui mecenatismo si rivela, a Napoli, un parallelo di quello del più celebre cugino, Alfonso d'Avalos, governatore di Milano, o come Antonio Castriota, duca di Ferrandina. La rete di scambi tra questi personaggi e i loro ambienti consente di proporre nuove fonti per l''Allegoria della Prudenza' della National Gallery di Londra e per il potente 'Ritratto di domenicano' della Galleria Borghese di Roma. L'indagine coinvolge, infine, alcuni significativi casi che fanno luce sulle relazioni del pittore con il mondo dei letterati, come Giovan Mario Verdizzotti, o il beneventano Nicolò Franco, capace di sfruttare con grande precocità l'operazione propagandistica promossa da Pietro Aretino in favore di Tiziano.