Libri di Martino Doni
Vite a perdere. Origine e destino del mito zombi
Martino Doni, Stefano Tomelleri
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2019
pagine: 177
Gli zombi esistono. La tesi di questo libro è semplice e terrificante: il mito dei morti viventi nasce nel "cuore di tenebra" del vudù haitiano, ma la radice del mito accompagna il progresso della storia, con le sue guerre, rivoluzioni, conquiste e sconfitte. I Caraibi si perdono sullo sfondo, la magia svapora, ma rimane il nucleo di una realtà che non smette di inquietare e di provocare. Usato come strumento di protesta, lo zombi serve agli artisti come Fela Kuti o i Cranberries, per mostrare la terribile degradazione della mente umana quando è soggiogata dal potere; oppure ai cineasti come Romero, per denunciare l'abbrutimento della civiltà di massa; oppure ai critici della cultura come Sloterdijk o Zizek, per descrivere le forme disumane del neocapitalismo... In questo libro si tenta un altro passo: se di mito si tratta, occorre scavare nella sua realtà. Il morto vivente esiste: è l'essere uccidibile. Nell'epoca delle democrazie in affanno, nel crinale autoritario delle politiche mondiali, lo zombi affolla i notiziari della tivù del dolore quotidiano. Riconoscerlo nella realtà è un atto per resistere all'apocalisse che il mito evoca. Prefazione di Rocco Ronchi.
L'uomo che gioca
Hugo Rahner
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 130
“Il poeta tedesco Schiller nel trattato 'Sull'educazione estetica dell'uomo' non esitava a scrivere che 'l'uomo gioca soltanto quando è uomo nel significato più pieno del termine ed egli è interamente uomo solo quando gioca'. In questa luce si riesce a capire perché la cosiddetta ‘analogia ludica’ sia diventata nella teologia, non solo recente, un modello per parlare di Dio (pensiamo alla Festa dei folli di Harvey Cox o all’Homo ludens di Hugo Rahner). La stessa Bibbia non ha imbarazzo nel raffigurare la Sapienza divina creatrice come una fanciulla che sta danzando divertendosi nell'orizzonte di quel mondo che sta fiorendo dalle sue mani (Pro 8, 30-31). Il creare, quindi, come divertirsi: ne sanno qualcosa gli artisti. Anzi, persino Gesù si lascia catturare incuriosito dal divertimento, sia pure fallito, di un gruppo di ragazzi che giocano sulla piazza di un villaggio e che non s'accordano sul tipo di gioco da adottare: alcuni vorrebbero mimare una festa di nozze ballando al suono del flauto, altri desidererebbero invece imitare un funerale piangendo e lamentandosi. Dopotutto già nell'Antico Testamento l'era messianica era vista anche attraverso il bambino che si diverte con gli animali e che, travolto dalla curiosità che accompagna il gioco, infila la manina nella buca della vipera (Is 11,8). Oppure si sognava una Gerusalemme le cui piazze ‘formicolavano di ragazzi e di ragazzi che giocavano divertendosi’ (Zac 8, 5). La stessa rappresentazione escatologica nell'immaginario di secoli e secoli di arte ha sognato sempre un ‘paradiso’ di festa, di musica, di danze.” (Gianfranco Ravasi)
Oltre il muro dell'io. Sociologia e psichiatria
Norbert Elias
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2011
pagine: 84
La fine degli anni 60 rappresenta una soglia dell'età moderna. Proprio sul margine di questa soglia, uno dei più grandi sociologi del nostro tempo, con ineguagliato coraggio e serena caparbietà, ha provato ad affrontare una questione che, di lì a pochi anni, si sarebbe imposta nel dibattito pubblico: la follia. Una questione che, a partire dalle sperimentazioni italiane di Basaglia e dei suoi collaboratori, avrebbe avuto riscontri che ancora oggi stiamo vivendo nella quotidianità postmoderna. Prima della diffusione dei movimenti antipsichiatrici, e a prescindere da essi, prima che Foucault, Laing, Deleuze, lo stesso Basaglia, divenissero passaggi obbligati per un radicale ripensamento della ragione e della sragione del mondo occidentale, Norbert Elias metteva in risalto il cuore del cuore del problema. Un nucleo che non è nulla di pateticamente individualistico (la condizione disagevole del folle), né di ideologicamente comunitario (la responsabilità dei poteri forti). Il punto è, dice Elias, che l'individuo senza la società non è niente. E viceversa: pensare la società senza avere a cuore i suoi componenti è una mistificazione. Nel mondo della bugia istituzionalizzata e del nulla irreggimentato, la posizione netta e libera da condizionamenti di Elias, si presenta come un messaggio la cui forza profetica l'autore stesso non avrebbe forse sospettato.
Immagini in corso. Un'esperienza di formazione e ricerca
Martino Doni
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2009
pagine: 144
La Tutor s.r.l., agenzia di formazione attiva nei comuni di Piacenza e Fiorenzuola d'Arda, si rivolse qualche tempo fa all'Università di Bergamo per impostare un percorso di innovazione e sviluppo, in particolare per un gruppo di tutor che, lavorando nell'ambito dell'obbligo formativo, a contatto con le problematiche giovanili della marginalità sociale, si trovavano particolarmente esposti a problematiche di tipo organizzativo, comunicativo, emotivo e gestionale. Ne nacque un sodalizio unico nel suo genere, che funzionò da propulsione e da traino per una ricerca ben più ampia rispetto agli obiettivi iniziali. Questo libro ne traccia la cornice teorica, ne racconta la storia, e dalla linfa di quella esperienza trae spunto per formulare una teoria generale sulla formazione nei contesti educativi, basata su una "somiglianza di famiglia" tra l'organizzazione dei servizi e le pratiche di vita. L'accoglienza, la nascita, la cura e il congedo sono i cardini su cui si tessono le trame di un intervento formativo che, lungi dall'essere la mera applicazione di un modello ottimale, è stato inteso e voluto come accompagnamento in corso d'opera delle vicende, delle storie e delle fantasie di chi quotidianamente cerca di uscire dalle rigidità delle abitudini, assumendo responsabilmente la propria consegna.
L'esatta fantasia. Mente, memoria, narrazione
Martino Doni
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 304
Ci sono, nelle scienze umane, domande profonde. Sono domande che, nel corso dei secoli, hanno suscitato i miti dell'antichità, i riti che segnano il passaggio della conoscenza e della saggezza di generazione in generazione. Questa umanità "nascosta", liminale, abita in ciascuno di noi e si trasmette nelle comunità tramite i racconti, le piccole o grandi epopee della vita quotidiana. È qui che sorge la materia prima dell'esatta fantasia che costituisce il nostro sapere e, insieme, i nostri affetti. Questo libro è intessuto di tale materia, parla delle storie con la trama stessa che le costituisce. Storie che compongono la struttura della scienza, ma anche storie che emergono vive ai confini dell'Europa, nella Bucovina romena, dove ancora draghi, mostri, orchesse antropofaghe marcano la frontiera tra il mondo umano e la sylva naturalis della foresta. Memoria e oblio si intrecciano e si alimentano a vicenda, in questa avventurosa scoperta delle relazioni profonde che gli uomini e le donne hanno con le società che abitano e con il passato che, inevitabilmente, ritorna in forma di racconto o, talvolta, di doloroso sintomo. A far da cornice all'etnografia sociale qui proposta, interviene la grande poesia di Paul Celan, che dalla Bucovina apprese le prime suggestioni e i "materiali sonori" del suo canto.
Sociologie del sacro. Emozioni, credenze, miti e liturgie nelle scienze umane
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2009
pagine: 288
Questo libro raccoglie interventi di alcuni maestri delle scienze umane, che, in misura diversa ma ogni volta decisiva, hanno affrontato il tema del sacro e dei suoi rapporti con l'uomo: G. Bateson, R. Caillois, E. Cassirer, L. Dumont, É. Durkheim, M. Eliade, R. Girard, C.G. Jung, K. Kerényi, J. Frazer, S. Freud, M. Weber. Il sacro emerge come una costante provocazione delle dimensioni sociali, culturali ed emotive della vita quotidiana. Seguendo un'intuizione fondamentale di Émile Durkheim, le istituzioni sociali sono proprio questo: sono il teatro, la messa in scena del sacro e delle sue continue crisi e riformulazioni. È dunque a partire da un osservatorio sociologico che il testo organizza il suo itinerario, individuando quattro grandi aree tematiche in cui il sacro avvince e condiziona i soggetti, li rende di volta in volta vittime o carnefici, padroni del campo o invasori, spettatori stupefatti o attori responsabili della storia. Emozioni, credenze, miti e riti sono il reticolato teorico all'interno del quale il sacro si configura come occasione di riflessione e di pensiero. La struttura antologica del libro rende inoltre agevole l'accesso a testi altrimenti poco consultabili al di fuori delle cerchie specialistiche; nondimeno ogni area tematica è corredata da un'ampia trattazione, mentre a ciascun autore è preposta una scheda di presentazione che ne descrive il profilo teorico e biografico.
Arianna e l'angelo. Episteme e fantasia della contingenza
Martino Doni
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2006
pagine: 86
Da molti inteso come luogo iniziatico, il labirinto in questo libro è un pretesto. Il labirinto come gioco linguistico, come rete che trattiene le parole, i sogni, le ossessioni, i tentativi della cultura e della scienza - e i loro fallimenti: di questo parla "Arianna e l'angelo". Il tema dominante è l'incompletezza umana, intesa come chiave di lettura della costruzione del sapere e delle istituzioni. Questo "argomento" costituisce il duplice ingresso nel labirinto, duplice perché non si entra mai una volta per tutte nell'esperienza, la si ripete sempre, a un passo più in là da dove si era prima, ma sempre lontani da dove si vorrebbe essere.
Zombi. I mostri del neocapitalismo
Martino Doni, Stefano Tomelleri
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2015
pagine: 84
Questo libro indaga l'orrore. L'orrore degli zombi è il campo di un'inedita etnografia sociale. Ne emerge una sorta di "carriera morale" dello zombi: la sua quotidianità, i suoi gesti, le sue ossessioni, la sua storia. Lo zombi è un paradosso che racconta la nostra condizione sociale: non è una semplice metafora, ma una realtà concreta, una dimensione attuale. Il nostro mondo è dominato dalla paura e dal disgusto, da cui ci difendiamo con forme sempre più sofisticate di maquillage, di chirurgia estetica, di imbiancatura. Gli intellettuali, ovunque siano, finiscono quasi sempre per disprezzare gli zombi, chiamandosi fuori da un agone che in realtà non è mai esistito, perché la fame ancestrale dei morti viventi li ha già contagiati, li ha già invasi, li ha già aggrediti nei punti nevralgici; la cultura è parte integrante di questo processo di putrefazione, non esistono torri d'avorio in cui trovare riparo, spiagge tranquille da cui contemplare il naufragio. Nell'anno dell'Expo, dell'esplosione mediatica del mangiar bene, sano e solidale, scopriamo che il neocapitalismo mangia senza nutrirsi, sbrana e divora senza assimilare: consumare la vita è il meccanismo mimetico e terminale del nostro tempo. Chi intendesse correre ai ripari può trovare in queste pagine una specie di piccolo manuale di sopravvivenza. Ma attenzione: nessuno si senta immune dalla zombificazione. Nessuno si senta esente: la sopravvivenza non è gratuita. Bisogna saper morire per imparare a vivere...
Martin Buber e il problema del male
Martino Doni
Libro: Copertina morbida
editore: Morcelliana
anno edizione: 2013
pagine: 160
"Questa indagine è divisa in due parti. La prima intende individuare il problema del male nella struttura della dialogica, cioè nei presupposti fondamentali della filosofia del dialogo: il soggetto, la relazione, il linguaggio, l'interpretazione, il silenzio e la parola sono esaminati al fine di provare la reale portata filosofica del messaggio buberiano e di scorgere i limiti di un generico "dialogo universale" a cui spesso è ridotto il principio dialogico. La seconda parte approfondisce la questione, concentrando l'attenzione sull'unico testo che Buber dedica in modo specifico al tema del male: Bilder von Gut und Böse ('Immagini del bene e del male') del 1953. Il male non è studiato come una categoria ontologica immutabile nel corso della storia, ma come segno dell'umanità dell'uomo, rintracciabile come simbolo nel mito e nelle Scritture, a partire dal quale è possibile raggiungere non una comprensione definitiva e oggettiva, ma un'interpretazione coinvolgente." (Dall'Introduzione)
Giochi sociologici. Conflitto, cultura, immaginazione
Martino Doni, Stefano Tomelleri
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2011
pagine: 161
Il gioco è inscritto nella natura stessa delle relazioni umane e accompagna l'avventura del sociale dall'esperienza infantile a quella adulta. Nel gioco l'uomo sperimenta l'incontro con l'altro, con i suoi rischi, le incertezze, la fiducia, il tradimento, la passione, il disincanto, in una parentesi temporale che, per quanto effimera, contiene in sé l'universo delle possibilità relazionali. Martino Doni e Stefano Tomelleri indagano qui il gioco da un punto di vista nuovo: l'attività ludica è l'occasione per analizzare gli aspetti meno evidenti delle relazioni sociali. Sono presentati quattro giochi sociologici (Totem e tribù, Greci e Persiani, Agorà e 77 Crollo), da fare insieme all'interno di organizzazioni, équipe di ricerca, uffici. Sono giochi per creare opportunità di immaginazione, per governare l'emergere di conflittualità latenti. Sulla base degli studi sociologici più aggiornati, il testo valorizza la capacità umana di mettersi in gioco, di partecipare alle dinamiche relazionali, evitando di nascondersi dietro l'alibi dell'imbarazzo e dell'incompetenza.