Libri di Michele Ainis
La più bella. Perché difendere la Costituzione
Luca Sommi
Libro: Libro rilegato
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2024
pagine: 192
È bella, giusta, poetica, gentile, generosa la nostra Costituzione. È scritta come una poesia ma è rigorosa, non ammette che la si contraddica. Considera tutti i cittadini e le cittadine uguali, dal più povero al più ricco, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di lingua, di orientamento politico, di condizioni sociali ed economiche. Per la nostra Carta costituente, tutti devono avere pari dignità sociale e la legge deve essere uguale per tutti. E obbliga la Repubblica a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono ai cittadini e alle cittadine di avere una vita dignitosa. Non dobbiamo avere paura di niente, perché c’è la Costituzione a proteggerci. In questo racconto sentimentale Luca Sommi ci porta a scoprire la bellezza della nostra Carta fondamentale. Per amarla come merita. E per difenderla quando serve. Prefazione di Michele Ainis.
Cultura e politica. Il modello costituzionale
Michele Ainis
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 1991
pagine: XIV-326
Codice costituzionale
Michele Ainis, Temistocle Martines
Libro
editore: Laterza
anno edizione: 2002
pagine: 1010
La libertà perduta
Michele Ainis
Libro
editore: Laterza
anno edizione: 2003
pagine: 162
Siamo più liberi di quanto fossero mai stati i nostri padri. Ma è proprio vero? In realtà alla libertà va sempre più spesso sostituendosi - secondo l'autore - la licenza, l'arbitrio del più forte. Ainis compila un diario della società italiana a cavallo tra il vecchio millennio e il nuovo, attraverso una selezione ragionata degli editoriali via via pubblicati sulle colonne della "Stampa". E insieme una cronaca d'abusi e di soprusi, d'intemperanze e intolleranze, che nel loro insieme testimoniano il malessere di cui soffriamo oggi noi italiani.
Capocrazia. Se il presidenzialismo ci manderà all'inferno
Michele Ainis
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 208
Il presidenzialismo è la grande riforma annunciata dal governo Meloni, che potrebbe realizzarsi in questa legislatura dopo decenni d’attese e di dibattiti. Già, l’Italia è un paese che ama le rivoluzioni ma affossa le riforme, come hanno imparato a proprie spese molti leader nostrani, da Berlusconi a Renzi. Sennonché il presidenzialismo ha le sue forme, i suoi modelli (sono tre). Noi rischiamo viceversa di crearne una maschera deforme. Perché siamo la patria del “quasismo”, e allora ci inventiamo una riforma quasi presidenziale, quasi parlamentare. Che rafforza il peso del presidente del consiglio indebolendo i contrappesi, dal parlamento al capo dello stato. D’altronde ne abbiamo collezionate tante, di riforme pasticciate. Niente di nuovo sotto il sole. La verità è che un presidenzialismo sgangherato ce l’abbiamo già: è la capocrazia che domina la vita dei partiti, divenuti feudi d’un principe circondato da mille cortigiani; è il potere solitario dei sindaci e dei governatori; è l’abuso decisionista dei decreti legge da parte del governo di turno; è una legge elettorale che ci rende spettatori, confiscando la nostra libertà di decidere gli eletti. Per riportare ordine in questa democrazia malata, bisogna riprendere in mano la Costituzione, denunciarne i tradimenti. E in ultimo interpellare gli italiani, come accadde con i padri costituenti: giganti che guardiamo ormai da troppo lontano.
Il regno dell'Uroboro. Benvenuti nell'era della solitudine di massa
Michele Ainis
Libro: Copertina rigida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2018
pagine: 136
"La libertà di manifestazione del pensiero rappresentava la "pietra angolare" della democrazia. Ma ormai non è più così: non siamo più liberi di pensare i nostri stessi pensieri. La trappola scatta il 4 dicembre 2009, quando Google avverte gli utenti che da allora in poi avrebbe personalizzato il proprio motore di ricerca. Significa che i risultati cambiano a seconda delle ricerche precedenti, del computer da cui stiamo interrogando Google, del luogo nel quale ci troviamo. Più che una riforma, una rivoluzione, che si propaga immediatamente agli altri giganti della Rete, da Apple a Microsoft, da Amazon a Facebook, a Twitter, a WhatsApp. Ciascuno di loro succhia dati mentre navighiamo online, carpisce i nostri gusti, le nostre opinioni, le nostre frequentazioni telematiche, per venderle poi agli inserzionisti, che in questo modo possono inseguirci con una pubblicità tagliata su misura. Queste tecniche di profilazione mettono in gioco la possibilità di rapportarci gli uni agli altri, d'aprirci al mondo esterno. I filtri che agiscono sul web tendono a proporci all'infinito le stesse fonti da cui già ci siamo alimentati, le stesse opinioni, le stesse informazioni. E la Rete diventa un po' come uno specchio, una superficie riflettente dove non si moltiplica l'immagine del mondo bensì quella dei singoli individui. La nuova condizione umana è così una solitudine di massa che ci lascia senza democrazia, dato che quest'ultima si nutre del confronto tra punti di vista eterogenei. Quale regime potrà sostituirla? Il regno dell'Uroboro, serpente che si morde la coda, formando un cerchio chiuso. Il regno dell'autoreferenza." (Dall'introduzione di Michele Ainis)
Trilogia degli specchi
Michele Ainis
Libro: Copertina morbida
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2022
pagine: 400
"I personaggi di Ainis si sforzano di 'vedere chiaro', di ritrovare un bandolo (e in questo fanno pensare a una tensione illuministica sul binario Sciascia, a una inquietudine labirintica sul binario Borges). E prendono forma con un lessico che spinge la pagina di romanzo verso l'elegia, l'accensione lirica." Dalla prefazione di Paolo Di Paolo La Trilogia degli specchi è una grande opera in tre atti, che raccoglie il mondo narrativo di Michele Ainis, un universo tra immaginazione e realtà che tocca i nostri sentimenti più profondi. La scrittura di Ainis mette alla prova gli inciampi della memoria, illumina quello che siamo stati e rivela ciò che, forse, non sappiamo di essere. In un gioco di riflessi che assomiglia molto all'illusione quotidiana che guida le nostre passioni, i nostri desideri, le nostre stesse vite.
L'ordinamento della cultura. Manuale di legislazione dei beni culturali
Michele Ainis, Mario Fiorillo
Libro: Copertina morbida
editore: Giuffrè
anno edizione: 2022
pagine: 258
Il manuale affronta, per un verso, le questioni legate al trattamento dei beni culturali, quale si disegna nel «?codice Urbani?» del 2004, poi ripetutamente novellato, e per altro verso si propone di mettere l'accento sullo sfondo teorico in cui si situano gli istituti di volta in volta esaminati, su quanto v'è di permanente nella materia dei beni e delle attività culturali, su ciò che vi si conserva inalterato pur nell'ondivago procedere del diritto positivo. Tale ancoraggio non può che rintracciarsi nella Costituzione del 1947, e più precisamente nella sua Prima parte, dove trovano spazio le istanze di tutela e libertà della cultura. I diversi capitoli che gli studenti incontreranno durante il loro studio muovono perciò da prospettive variegate, con l'intenzione d'esplorare la disciplina dei beni culturali isolando una serie di coppie concettuali: cultura e storia, cultura e libertà, cultura e paesaggio, e poi ancora coniugando la cultura all'arte, alla scienza, alla lingua, all'insegnamento, alla costruzione del pensiero. Da tali presupposti, nel 2003, nacque il concepimento di questo volume, ora giunto alla sua quarta edizione. Che assume una veste più leggera rispetto alla versione precedente, sfoltendo i richiami giurisprudenziali e bibliografici, per consentire agli studenti di mettere a fuoco l'essenziale. Senza rinunciare, tuttavia, a discutere criticamente le molteplici innovazioni normative, dalla riforma dell'articolo 9 della Costituzione alla nuova denominazione e ai compiti del ministero («?della Cultura?»).
Presidenti d'Italia. Atlante di un vizio nazionale
Michele Ainis
Libro: Libro rilegato
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2022
pagine: 224
Se in una via affollata urli “Presidente!”, si gireranno in quindici. L’Italia è piena di presidenti, e della più varia risma: ogni autorità pubblica ne ha uno, spesso più di uno. Dal presidente del Consiglio a quello dell’Inps, dalle Regioni ai tribunali, alla miriade di enti e società partecipate che affollano la penisola. Noi, per lo più, non ci facciamo caso. La nostra attenzione si risveglia ogni sette anni, quando c’è da eleggere un nuovo inquilino al Quirinale; ma, in realtà, tutti i giorni s’affaccia un nuovo presidente. Perché i posti sono tanti, così come gli appetiti; e non occorre vincere né un’elezione né un concorso per guadagnare la poltrona, dato che il presidente non è votato dal popolo ma da assemblee ristrette, quando non viene direttamente nominato. Insomma, la riforma più auspicata e contrastata – il presidenzialismo – in Italia è già in vigore, anche se non ce ne siamo accorti. Michele Ainis offre ai lettori un’inchiesta puntualissima, condotta insieme ad Andrea Carboni, Antonello Schettino, Silvia Silverio: 155 schede e 91 voci di rinvio che mostrano quanto sia radicato questo vizio tutto italiano, documentando la moltiplicazione delle cariche apicali. Un esercito con pochi soldati e troppi generali, che difende un presidenzialismo sprecone e un po’ straccione. Ogni anno spendiamo 390 milioni di euro per mantenere oltre 70.000 presidenti, chiamati persino, in certi casi, a presiedere se stessi. Questo libro per la prima volta ne offre una fotografia: chi li sceglie, quali poteri hanno, quanto guadagnano, e perché i troppi presidenti rappresentano un freno insostenibile per il futuro dell’Italia.